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News - Polidream - Page 38

CANONE TV E PUBBLICITA’ INGANNEVOLE


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Finalmente, dopo la fatidica data del 31 gennaio, è finito il tam tam della pubblicità sul pagamento dell’altrettanto famigerato e impropriamente definito "canone RAI".

Lo ripetiamo agli utenti che ancora non lo sanno, ma la tassa annuale che si paga a gennaio è un vero e proprio tributo che si paga non perchè si guardano i programmi RAI, ma perchè si è possessori di uno o più apparecchi televisivi.

Eppure sulla stessa RAI c’è stato un martellamento senza fine, definendolo sempre "canone RAI" e muovendo allo scopo importanti figure che lavorano per la RAI, come Baudo e Floris: più ingannevole di così!!!

Infatti stiamo provvedendo a denunciare i vari spots all’Antitrust-Ufficio Pubblicità Ingannevole.

Intanto diciamo ai consumatori che ancora fanno l’errore di disdettare il canone dicendo alla RAI "non ti guardo", di non continuare a farlo, perchè incorrerebbero in sanzioni e rogne varie. I modi per disfarsi del canone TV sono sempre e solo 2:

suggellare il proprio televisore, alla presenza dei funzionari della RAI o della Guardia di Finanza, pagando anche un’ulteriore tassa di 10 euro;

cedere il proprio apparecchio ad un altro, effettuando una raccomandata apposita, riferendo il numero di ruolo dell’abbonato al quale si è trasferita la propria tv.

Inutile cercare altre vie, non ce ne sono.

MUTUI E TETTO 4%, TUTTO TACE


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Il Decreto Anticrisi dell’anno scorso aveva introdotto una norma importantissima sui mutui a tasso variabile, decidendo un tetto massimo degli interessi al 4% e accollando allo Stato gli eventuali interessi maggiori.

E la cosa più importante del provvedimento era il suo automatismo, ovvero il fatto che le banche dovevano portare al 4% tutti i tassi superiori, rimborsando ai consumatori interessati la quota parte eventualmente pagata in eccesso.

Ma ovviamente così non è stato, anche grazie alla disinformazione totale dei cittadini sul tema e al silenzioso ostruzionismo da parte degli istituti di credito.

Poi a complicare le cose ci hanno pensato anche ben tre circolari esplicative della normativa, imponendo addirittura un’autocertificazione, da parte dei mutuatari, dei requisiti atti a godere del beneficio. Ebbene, tale autocertificazione ha anche una scadenza, che è il 31 gennaio 2010, e quindi si può ben capire che molti non lo faranno, perdendo così un diritto molto importante.

Per questo chiediamo al Ministero dell’Economia di allargare i termini per la presentazione di tale autocertificazione, magari spostando la scadenza almeno al 30 aprile 2010, ma avviando contemporaneamente una campagna di informazione in tal senso.

Ovviamente, le nostre sedi sono a disposizione dei consumatori interessati.

MULTE: RICORSI A PAGAMENTO!


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Nella Finanziaria 2010 c’è un’amara sorpresa per gli automobilisti italiani: da ora in poi ricorrere alle multe presso il giudice di pace costerà la bellezza di 38 euro! Praticamente il cosiddetto contributo unificato, quello che si paga per le cause civili, viene esteso anche ai ricorsi per le multe.

Se si tiene conto che la gran parte delle multe gravita intorno ad importi fra i 38 e i 76 euro, si può ben capire che questa norma costituisce un palese deterrente per i ricorsi.

Proprio a dire agli utenti della strada che vengono multati: pagate e state zitti! Tanto più che, anche in caso di vittoria, l’automobilista non recupera comunque la tassa versata. Della serie "oltre al danno anche la beffa!".

Resta gratuita la strada classica del ricorso al Prefetto, ma è una via molto pericolosa, perchè se il Prefetto non accoglie il ricorso l’importo della contravvenzione viene raddoppiato.

Insomma, un obbrobrio giuridico al quale ci opporremo con tutte le nostre forze, cercando di farlo abrogare. I nostri legali stanno studiando le forme legali più consone per cercare di cancellare una normativa che va contro ogni basilare principio di tutela dei diritti del cittadino.

Siamo ancora e sempre di fronte all’ennesimo comportamento strabico dei nostri governanti, che da una parte si riempiono la bocca di difesa del cittadino-consumatore e dall’altra pongono questi macigni proprio davanti alla strada della tutela di tali diritti.

CEROTTI PERDIPESO E PUBBLICITA’ INGANNEVOLE


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Assoutenti Nazionale contro i cerotti ”perdipeso”.

L’associazione, infatti, ha segnalato all’Antitrust, l’esistenza di alcuni siti internet (www.perdipesocerotto.it, www.lineaperdipeso.com, www.phitolabel.it e www.slimformpatch.it) che pubblicizzano cerotti ”perdipeso” o ”rimodellanti”, lasciando intendere che la sola applicazione del cerotto sul corpo consentirebbe di ridurre sensibilmente il proprio peso, senza dover seguire diete mirate ne’ svolgere attivita’ fisica o adottare stili di vita particolari.

Tali messaggi pubblicitari hanno contenuti e modalita’ analoghi a quello dei cerotti perdipeso della societa’ The Direct Marketing Company S.A, che e’ stato vietato nel 2008 dall’Antitrust, in quanto ingannevole; nell’occasione la societa’ e’ stata multata con 36.100 euro. Percio’ Assoutenti ha chiesto all’Antitrust di verificare i presupposti per sospendere in via cautelare questi messaggi pubblicitari, in quanto rivolti ad una platea di utenti che potrebbero essere suggestionati dalla prospettiva di risolvere con una facile ”scorciatoia” i propri problemi di sovrappeso.

STRADE PROVINCIALI, PIU’ SICUREZZA!


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Le ultime giovani vite spezzate sulle insicurissime strade della Provincia di Bari gridano vendetta. Fra Corato, Andria, Ceglie del Campo e Valenzano si è consumato l’ennesimo massacro stradale.

Sarà anche vero che l’alta velocità è la prima causa di tali incidenti, ma è altrettanto vero che la messa in sicurezza delle strade avrebbe evitato molte di queste morti.

Non vogliamo aggiungere più nulla. Alleghiamo solo una nostra nota di protesta vecchia di 4 anni:

NON E’ CAMBIATO NULLA!!!

3 STRADE PROVINCIALI,

3 MORTI !

 

Il 18 aprile 2005 è stata una data funesta: 3 incidenti mortali su altrettante strade provinciali, la Sannicandro-Acquaviva, la Ruvo-Altamura e la Santeramo-Cassano. Strade strettissime, senza illuminazione, senza alcun mezzo di sicurezza, con insufficiente segnaletica orizzontale e verticale.

Strade inserite nel Parco Nazionale della Murgia, che dimostra di non possedere una viabilità degna di tale nome.

 

Ma quasi tutte le strade della provincia di Bari sono ai limiti della sicurezza, per cui urgono provvedimenti incisivi da parte dell’Ente provinciale, i cui compiti maggiori riguardano proprio la viabilità. Quante altre vittime piangeremo sulle nostre strade, prima che si faccia qualcosa di serio per migliorarle?

 

Qualche mese fa, almeno così riferivano i giornali, si è costituita finalmente la Consulta Provinciale sulla Sicurezza Stradale. A parte il fatto che questa è stata una delle nostre modeste proposte fatte al Presidente Divella, quando era candidato; ma questo sarà l’ennesimo organismo burocratico, o un servizio effettivo atto a diminuire il tributo di vittime sulle strade provinciali?

Per giungere a tale obiettivo occorre coinvolgere tutti i soggetti interessati, in primis le associazioni degli utenti, che non sono state nemmeno informate.

 

La Commissione Europea vuole un dimezzamento di morti e feriti sulle strade entro il 2010. E allora, si può sperare che già dal Bilancio 2005, peraltro poco partecipato, si stanzino delle risorse per cominciare ad allargare, ad illuminare, a mettere in sicurezza le strade della Provincia?

O ne riparliamo ai prossimi incidenti letali?

 

 

    IL PRESIDENTE REGIONALE

            Angela Mannarini

FERROVIE SUD-EST, RIPARTE LA CONCERTAZIONE


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Come con Trenitalia, anche con le Ferrovie del Sud-Est è ripreso il dialogo. Luogo dell’incontro l’assessorato regionale ai Trasporti pugliese.

Nel corso dell’incontro, la nostra associazione ha posto l’accento sugli innumerevoli problemi che ancora angustiano sia il trasporto su rotaia che quello su gomma dell’azienda di trasporto pugliese. Solo che, mentre sul fronte ferroviario si registrano notevoli progressi (ma molto c’è ancora da fare!), per quanto riguarda gli autobus le pecche aumentano, anzichè diminuire.

Mancano ancora molte corse serali, anzi si può dire che ce ne sono pochissime, e solo sulla tratta Bari-Taranto. Mancano le pensiline e le bacheche degli orari alle fermate. Pochi mezzi sono adatti ai disabili. Ancora pochi quelli che rispettano le norme antiinquinamento. La puntualità lascia anche alquanto a desiderare (ma questo è anche colpa dei piani urbani del traffico!). Per non parlare del sovraffollamento mattutino degli automezzi che trasportano i pendolari, specialmente nel sud-barese, dove sono anche tanti i viaggiatori che si infortunano a seguito di frenate o brusche accelerazioni.

Insomma, una serie di problematiche alle quali bisogna finalmente mettere mano. Ponendo tre paletti belli rigidi, peraltro previsti dalla normativa:

– la concertazione continua con le associazioni dei consumatori;

– la redazione di una Carta della Qualità dei Servizi;

– la risoluzione delle controversie fra azienda e passeggero tramite la procedura di conciliazione.

Stiamo aspettando da anni queste fondamentali decisioni:

FERROVIE SUD-EST, NON DELUDERCI!

RACCOLTA DIFFERENZIATA, IL FLOP DELLA PUGLIA


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Nella classifica annuale dei Comuni Ricicloni praticamente la Puglia non c’è! Nella nostra regione la raccolta differenziata è ancora una pura chimera, vincono e stravincono ancora le discariche.

E pensare che Vendola ne aveva fatto un cavallo di battaglia, insieme alla sanità, e proprio quelle promesse magari gli avranno fatto vincere le elezioni! Dall’altra parte politica non è che si possa gongolare, perchè anche quando vinceva il centro-destra la musica non cambiava. E infatti l’opposizione regionale, stranamente, sta tacendo su questa netta sconfitta del governo regionale!

Sta di fatto che la Regione Puglia è nella piena illegittimità, lontana ancora anni luce da quel 45% di raccolta differenziata che avrebbe dovuto raggiungere per legge già un paio di anni fa!

Occorre una netta inversione di tendenza, se non si vuole restare indietro per sempre, pensando a Comuni del Nord che hanno quasi raggiunto il 100% di raccolta differenziata.

Queste le nostre proposte, presentate già 5 anni fa sia alla Regione che alle Province, e che secondo noi avrebbero già risolto il problema:

         raccolta differenziata di plastica, vetro, carta e alluminio da effettuarsi giornalmente a domicilio in un’unica busta, con separazione dei materiali a cura della ditta che gestisce il servizio di raccolta;

         raccolta differenziata dei residui organici, trasformabili in compost, da effettuarsi giornalmente a domicilio e con materiale interamente biodegradabile (vedi mater-Bi o buste in mais);

         incentivo fiscale per chi effettua tali raccolte, computato direttamente sulla TARSU;

        creazione di oasi ecologiche comunali per materiali più ingombranti (legno, elettrodomestici, etc.);

        diminuzione degli imballaggi all’origine, coinvolgendo le Aziende presenti nella regione e proponendo loro modi più ecologici di confezionare i loro prodotti;

–    reistituzione del vuoto a rendere, soprattutto nei locali commerciali, con incentivo in danaro;

         campagne di educazione ad una gestione nuova dei rifiuti, rivolte soprattutto ai cittadini, ma da effettuarsi a ciclo continuo e in ogni comune (è inutile fare grandi campagne pubblicitarie per un mese su una grossa emittente televisiva!).

 

 

CRISI E SCIOPERI: CONSUMATORI COLPITI DUE VOLTE!


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Gli scioperi di questi giorni degli agricoltori e dei lavoratori in cassa integrazione stanno bloccando le strade e le autostrade di maggior scorrimento di Puglia.

Provocando disagi indicibili non ai colpevoli della crisi, non ai dirigenti delle aziende, non ai vari ministeri competenti, ma ai consumatori che vanno in auto per svariati motivi e che, all’improvviso e senza alcuna colpa, si vedono la loro giornata irrimediabilmente rovinata, i loro impegni rinviati o annullati, e via dicendo.

Riteniamo che questo modo di protestare sia assolutamente ingiusto, e oltremodo vecchio. Occorre che i lavoratori, ai quali ovviamente va tutta la solidarietà dei consumatori (sono essi stessi dei consumatori!), scoprano nuove forme di lotta, e soprattutto che colpiscano i veri colpevoli, in tutto o in parte, della crisi e delle loro vicissitudini lavorative.

Si può mandare in tilt il sistema anche occupando i municipi, le sedi delle Province, delle Regioni, le stanze dei bottoni insomma, anzichè le strade. Oppure, ancora meglio, facendo come i lavoratori che sono saliti sui campanili delle chiese o sui tetti delle aziende. Una protesta che ha provocato una grande eco mediatica, senza danneggiare minimamente gli altri cittadini.

Ci rivolgiamo direttamente alle associazioni di categoria e ai sindacati: cambiate modo di scioperare, altrimenti andrà a finire in una guerra fra poveri, fra lavoratori in crisi e consumatori ancora più in crisi.

MARKETING AGGRESSIVO,ADESSO BASTA!


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Non se ne può più! Onestamente ora diciamo basta! Siamo letteralmente subissati da reclami di consumatori "aggrediti" (è la parola giusta!) da venditori "selvaggi", sia al telefono che per strada, sia davanti all’ipermercato che in casa o in ufficio.

Propongono di tutto, l’acquisto dei prodotti più disparati, ma ultimamente soprattutto contratti telefonici, di gas o di energia elettrica.

Con un denominatore comune: MENTONO SPUDORATAMENTE!

Agganciano i consumatori puntando sull’attuale insoddisfazione e sul risparmio incredibile che invece propongono loro.

 "Quanto paga di luce con ENEL? Ma lei paga troppo! Con noi risparmierà la metà, il nostro chilowatt costa solo 7 centesimi!" "Mamma mia, come viene maltrattato dalla sua compagnia telefonica! Ma con noi lei pagherà solo il traffico, e in più le regaliamo due telefonini!"

Questi sono i dialoghi che avvengono tutti i giorni fra venditori e consumatori, a tutte le ore del giorno e nei posti più impensabili. E il bello, anzi il brutto, è che il più delle volte gli utenti ci cascano! Credono veramente che chi sta loro di fronte è lì per aiutarli, e non per far far crescere il suo, di portafoglio!

Il venditore del concorrente di ENEL o di Telecom, ovviamente, dice solo una parte della verità, quella che gli conviene; quando afferma che il chilowatt costa solo 7 centesimi, parla del solo costo dell’energia attiva, omettendo che insieme a quei 7 centesimi vanno aggiunti altri 13-14 centesimi fra altri oneri, tasse e addizionali, e quindi il chilowatt va a costare addirittura di più dell’ENEL!

E’ solo un esempio, ma questa è la modalità "classica" con cui avvengono i contratti, ahimè!

Insomma, alla fine dei conti da un lato consigliamo ovviamente ai consumatori più attenzione, più diffidenza e, forse, più maleducazione, e soprattutto di utilizzare le nostre sedi per chiedere consigli, assistenza e anche per recedere dal contratto eventualmente sottoscritto perchè, occorre ricordarlo, ci sono sempre 10 giorni lavorativi per poter disdettare dal momento in cui si è firmato.

Dall’altro lato, rivolgiamo un caloroso appello ai nostri legislatori: OCCORRE ABOLIRE PER LEGGE QUESTI TIPI DI VENDITA!

L’ENEL NON PAGA PIU’ I DANNI!


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A chi non è capitato un black-out elettrico, uno sbalzo di tensione, un’interruzione del servizio, che ha causato guasti ad elettrodomestici o apparecchiature varie?

Ovviamente in questi casi il fornitore di energia l’elettrica, l’ENEL o altro gestore, è responsabile dei danni causati e deve indennizzare l’utente sia per le riparazioni eseguite che per le sostituzione dei prodotti irrimediabilmente rotti.

Tutti i gestori di energia elettrica, in primis l’ENEL, sono debitamente assicurati per tali casistiche, e quindi non ci dovrebbero essere problemi. Invece ce ne sono, eccome!

Ultimamente l’ENEL accampa mille scuse e pretesti per non aprire nemmeno la pratica di sinistro con la compagnia assicurativa: il consumatore non ha chiamato il servizio guasti (per la cronaca, l’803500), l’interruzione di fornitura non risulta da alcun atto, gli addetti al servizio si sono recati sul posto e non hanno notato anomalie, e via dicendo.

Sta di fatto che gli utenti non solo sono rimasti al buio, non solo hanno subito dei danni alle apparecchiature di casa, ma si vedono anche negare il giusto rimborso!

Abbiamo sollevato il problema all’Autority dell’Energia, sollecitando un intervento atto a ripristinare la legalità e a far indennizzare giustamente i consumatori danneggiati. Ma intanto vorremmo caldamente sollecitare l’ENEL e tutti i fornitori di energia ad inserire tale casistica in quelle che prevedono la procedura di conciliazione, senza costringere così i consumatori ad attivare le lunghe e costose (anche per ENEL) vie legali.