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ECONOMIA CIRCOLARE

E IO PAGO – Bollettino d’informazione

SPECIALE  Covid-19 e Consumatori Sostenibili

 “Puglia InFormAlimentazione2” – Intervento n. 1 Informo Assisto Tutelo – Programma Generale di Intervento  della Regione Puglia realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018”

EDITORIALE

Polidream Assoutenti, da sempre impegnata a tutelare il diritto alla salute dei consumatori (ex art. 2 del Codice del Consumo e art. 1 L.R. Puglia 12/06), interviene sul tema della pandemia Covid-19, avviando tre campagne informative, con l’obiettivo di avvicinare sempre più il consumatore alla sostenibilità, così da allontanare definitivamente il rischio di future pandemie:

–  Covid-19 e Consumo sostenibile

–  Covid-19 e Economia Circolare

–  Covid-19 e Mobilità Sostenibile

 Il mondo è stato “messo in ginocchio” dalla crisi del coronavirus: da che animale il coronavirus sia saltato all’uomo ancora non è chiaro, né se il salto sia davvero avvenuto al mercato di Wuhan. In Cina l’indignazione popolare verso chi mangia specie esotiche, cani e gatti, serpenti, tartarughe, rane , insetti, ecc., ecc., possibili serbatoi del patogeno, è ai massimi livelli, e le autorità stanno cogliendo l’occasione per dare alle bancarelle e alle tavole del Paese una bella ripulita. Decisione questa che dovrebbe confluire a breve in una legge. 

Ma l’emergenza coronavirus costringe tutte le Nazioni europee e internazionali a rivedere i propri consumi alimentari e non.

In molte zone del mondo, compresa l’Italia, il coronavirus si è sviluppato soprattutto nelle zone dove sono presenti i maggiori allevamenti intensivi e gli impianti di lavorazione della carne; non solo, nelle stesse aree geografiche si rileva un altissimo tasso di inquinamento, causato dall’eccessivo utilizzo di combustibili fossili, dai mezzi di trasporto legati alla stessa produzione e distribuzione degli alimenti e di tanti altri prodotti.

Anche questo virus sarà sconfitto, ma bisogna fare in modo che non ne nascano altri, a causa dei nostri cattivi stili di vita, che danneggiano il più delle volte l’ambiente fino a farlo reagire a scapito della salute umana.

Anche le precedenti epidemie (mucca pazza, aviaria e SARS) erano nate dal consumo di carni prima di bovini, poi di polli e infine di suini. L’esagerato consumo di carne, gli allevamenti intensivi, il mancato rispetto dei diritti elementari degli animali sono alla base di tutte le ultime pandemie, e quindi il primo cambiamento da operare è quello di rispettare ogni tipo di vita esistente sul pianeta.

Diversi studi negli ultimi anni hanno individuato proprio nel cibo e in un cambiamento delle politiche alimentari il punto da cui ripartire per far fronte a un’emergenza ambientale che non può più essere ignorata.

Le direttive previste dagli accordi internazionali dovrebbero porre al centro la tutela della biodiversità e la valorizzazioni delle culture locali, favorendo la produzione alimentare su piccola scala, al fine di preservare l’integrità degli ecosistemi.

Negli ultimi anni si continua a parlare sempre di più della necessità di una svolta sostenibile e di un radicale ripensamento degli attuali stili di vita delle popolazioni dei paesi industrializzati, nell’ottica di una redistribuzione delle ricchezze su scala mondiale e sopratutto della salvaguardia dell’ambiente, vista l’emergenza climatica che interessa l’intero globo.

L’obiettivo di noi consumatori è di portare le nazioni e le aziende a prendere parte al cambiamento, mosse dalle scelte dei nostri acquisti.

Dobbiamo adottare un nuova filosofia dei consumi. Il criterio che ci deve orientare è quello della sostenibilità; durante i nostri acquisti soffermiamoci sulla provenienza dei prodotti, a partire dagli alimenti, e sulle modalità di produzione e di distribuzione.

Dietro qualsiasi prodotto che acquistiamo c’è un’azienda che produce in modo sostenibile oppure sfrutta le risorse naturali in modo selvaggio: scegliamo l’azienda che è attenta a tutelare l’ambiente, noi consumatori, i diritti dei lavoratori e degli animali.

Occorre acquistare e utilizzare prodotti e servizi etico-sostenibili, poichè a loro volta danno inizio alla cosiddetta economia circolare, creando così un percorso virtuoso che porta beneficio all’intera umanità e al pianeta.

La prima cosa da fare è leggere le etichette, non solo quelle degli alimenti, ma anche quelle dell’abbigliamento, dei cellulari, degli elettrodomestici e di ogni tipo di merce; acquistare prodotti a km zero, così da non impattare sul traffico e sull’inquinamento atmosferico; modificare le proprie abitudini di spostamento tese alla mobilità privata, indirizzandole a nuove forme di mobilità sostenibile, car sharing in primis.

Non siamo più in un’epoca di cambiamenti, ma nel cambiamento di un’epoca, e in questo cambiamento tutti possiamo e dobbiamo prenderne parte.

Dobbiamo comprendere che l’uomo è solo un ospite del pianeta, non il padrone.

La crescita culturale, ambientale, sociale ed economica del proprio Paese è legata alla responsabilità civica di ognuno di noi, e pertanto Polidream Assoutenti chiede non solo ai consumatori ma anche alle istituzioni, alle aziende e ai produttori di avviare tavoli di concertazione e di approfondimenti monotematici sul consumo per tutelare insieme la salute e l’ambiente dell’intera collettività.

                                                                                                  LA PRESIDENTE 

                                                                                                Angela Mannarini

 

SPECIALE  Economia Circolare

COS’È L’ECONOMIA CIRCOLARE?

L’economia circolare nasce in contrapposizione all’economia lineare, che sta portando alla distruzione del pianeta.

Per praticarla concretamente occorre adottare nuovi processi di produzione e di distribuzione, oltre a un nuovo modo di acquistare e consumare, e magari riusare.

Infatti, secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, ovvero un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

 Il nostro compito è sensibilizzare le amministrazioni locali, aziende di produzione  e di distribuzione le società pubbliche, le imprese private ad applicare il modello circolare alle loro attività.

L’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030.

I 5 principi di base dell’Economia Circolare

ECO PROGETTAZIONE: progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione.

MODULARITÀ E VERSATILITÀ: dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne.

ENERGIE RINNOVABILI: affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili.

APPROCCIO ECOSISTEMICO: pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.

RECUPERO DEI MATERIALI: favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.

 La stessa Unione Europea è partita da questi criteri per imprimere una svolta “green” alle politiche economiche del vecchio continente, dandosi nuovi indicatori:

Impronta ecologica

Si tratta di un indicatore che misura la porzione di terra e di mare necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana. Serve a stimare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle. Usare al meglio le risorse e produrre meno rifiuti può dar vita a nuove forme di business e innovazione.

Riparabilità

Insieme al riuso, la riparabilità sostituisce l’ingranaggio fondativo del “prendere, produrre, buttare” alla base dell’economia lineare. La Commissione Europea promuove i prodotti più riparabili. Per questo si incentiva una progettazione ecocompatibile e la diffusione di informazioni chiare sulla riparazione di un oggetto. Inoltre si sta cercando di fare test indipendenti sulla cosiddetta obsolescenza programmata.

Sharing

Questa parola inglese indica la possibilità di condividere un bene o un servizio. Basti pensare che un’auto resta ferma per il 92% della sua vita, per capire come l’esclusività d’uso sia ormai fuori dal tempo. Con il car sharing la produttività delle risorse utilizzate per costruire l’auto aumenta considerevolmente.

 Rifiuti

Se non è possibile il riciclo o evitare di produrne, è necessario recuperare il contenuto energetico preferibile all’abbandono in discarica. La termovalorizzazione viene ammessa dall’UE, dato che contribuisce a creare sinergie con le politiche unionali in materia di energia e clima, seguendo però i principi della gerarchia dei rifiuti stabilita dall’UE.

Sprechi alimentari

Ogni anno 100 tonnellate di cibo all’anno vengono sprecate in Europa. Oltre all’impatto economico e ambientale, bisogna tenere in considerazione quello sociale. Per questo pensare in termini di economia circolare significa anche ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e produzione, migliorare la conservazione dei cibi sugli scaffali grazie a un packaging intelligente e monitorare gli sprechi.

 

Agricoltura sostenibile e economia circolare

Dal sottoprodotto lattiero-caseario al biopolimero ad oggetti di eco-design sostenibile

Il progetto Pha-Star, finanziato da Regione Lombardia, ha riguardanto la produzione sostenibile di bioplastiche a partire da sottoprodotti agro-alimentari inutilizzati e proponendosi come possibile modello di innovazione e di applicazione dell’economia circolare al mondo agricolo.

Il siero di latte rappresenta il sottoprodotto principale ottenuto durante il processo di caseificazione, ma solo il 50% di questo è riutilizzato per la produzione della ricotta, integratori alimentari come il concentrato di proteine del siero e mangimi animali. La restante parte deve essere smaltita come rifiuto speciale, rappresentando un costo per i produttori.

Da qui è nata l’idea di Pha-Star di utilizzare il siero del latte quale fonte di carbonio per i batteri produttori di PHA, un biopolimero studiato da una cordata di soggetti impegnati nel recupero delle biomasse e nello sviluppo di soluzioni per la valorizzazione e recupero di scarti e rifiuti.

Ripensare la cura del verde in chiave sostenibile

Nell’impianto pilota i ricercatori hanno realizzato bioplastiche biodegradibili con l’utilizzo di microgranuli ottenuti da fermentazione batterica alimentata dal siero di latte, in parte scartato dalla filiera industriale come rifiuto speciale e quindi sottoposto a uno smaltimento particolare e costoso. I Pha purificati sono stati utilizzati per realizzare oggetti di bioplastica nel campo della fioricoltura, progettati e stampati per il giardinaggio, che potranno definirsi privi di plastica proveniente da fonti fossili. È il risultato di una sperimentazione durata due anni e che crea un circolo virtuoso in piena economia circolare.

Un kit da giardinaggio (paletta, rastrello e trapiantatore), vanga, annaffiatoio e fascette usate dagli elettricisti sono i prodotti nati ed  il risultato di una filosofia che si è imposta di immaginare utensili con una valenza simbolica forte, legati alla cura del territorio e per sottolinearne il ciclo virtuoso.

L’ECONOMIA CIRCOLARE IN PUGLIA

Mentre in Europa è centrale il dibattito sull’economia circolare, in Puglia l’economia lineare la fa ancora da padrona e lo dimostra sia la media percentuale di raccolta differenziata, ferma al 36,2%, che l’elevata quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari al 52%.

Per fortuna, non mancano gli esempi positivi, fra cui i 6 campioni dell’economia circolare saliti sul podio del Treno Verde  di Legambiente, premiati con una medaglia realizzata con The Breath, un innovativo tessuto in grado di assorbire e disgregare le molecole inquinanti.

Sono ben 13.147 le imprese artigiane in Puglia che operano nei settori della riparazione, manutenzione, riciclo e recupero dei materiali. Rappresentano il 18,6 del totale delle aziende artigiane. È quanto rileva il Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha condotto un’indagine sull’economia cosiddetta «circolare».

In particolare, la logica dell’economia circolare prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, grazie ad una serie di accorgimenti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Tra gli interventi figurano la sostituzione delle materie pericolose o difficili da riciclare nei processi di produzione; la progettazione eco-compatibile di prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, ammodernare o rifabbricare; lo sviluppo di servizi di manutenzione e riparazione rivolti ai consumatori; la riduzione della quantità di materie prime necessarie; la diminuzione del consumo di energia nelle fasi di produzione; gli incentivi per l’adozione di sistemi di raccolta differenziata che possano contenere, al minimo, i costi di riciclaggio e riutilizzo; la simbiosi industriale che favorisce il raggruppamento di attività per evitare che i sottoprodotti diventino rifiuti.

Dallo studio risulta che la provincia di Bari con le sue 5.600 aziende è quella che esprime il tasso più elevato di economia circolare tra le province pugliesi. Al terzo posto, dietro Lecce (3.352), si piazza la provincia di Foggia (1.714). Chiudono Taranto (1.248) e Brindisi (1.233).

In Italia, nel settore manifatturiero e nei servizi un’azienda artigiana con dipendenti su quattro effettua investimenti in prodotti e tecnologie green a maggior risparmio energetico o minor impatto ambientale. In Puglia, nel manifatturiero si contano 2.104 imprese green, pari al 31,4 per cento del totale delle aziende manifatturiere, mentre nei servizi ce ne sono 2.422, ovvero il 22,8 per cento del totale di quelle che erogano servizi. Su base provinciale, si conferma Bari con 1.479 imprese green, seguita da Lecce (1.044), Foggia (499), Taranto (467) e Brindisi (419).

 

ESEMPI DI ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA MERIDIONALE

 Avanzi popolo 2.0 – Bari                          CONTRASTO ALLO SPRECO DI CIBO E FOODSHARING

Sulla piattaforma web sono registrati già più di 100 scambi, attraverso le azioni di recupero sono stati già raccolti e redistribuiti a scopo sociale oltre 3.500 kg di cibo, e sono stati realizzati numerosi laboratori nelle scuole ed eventi di sensibilizzazione.

Prespaglia –  Modugno (BA)       ECOEDILIZIA- PRODUZIONE DI MATERIALI IN PAGLIA PER COSTRUZIONI

Prespaglia ha realizzato il primo blocco modulare in paglia pronto da montare, alternativo ai manufatti in laterizio, in cemento o in argilla espansa, che permette di realizzare pareti in tempi rapidissimi, con un notevole risparmio sul costo della manodopera. L’Ecoblocco Modulare in paglia, argilla e calce idraulica è la risposta concreta all’esigenza di case sane ed economiche, ma con qualità costruttiva superiore alle case tradizionali e moderne. Oltre a garantire elevati livelli di isolamento termo-acustico, è costituito quasi totalmente da un materiale rinnovabile e riciclabile che in caso di dismissione è addirittura biodegradabile. Un prodotto altamente traspirante che garantisce ambienti salubri.

Revì – Molfetta (BA)                        ECODESIGN E UPCYCLING- RECUPERO E RESTAURO MOBILI USATI

Revì è la start up di un brand per la creazione e realizzazione di “mobili di riciclo” che comprende una falegnameria sociale e la collaborazione con le altre realtà attive nel mondo del riciclo. Rivalutano oggetti e mobili desueti sia su commissione per privati sia per allestimenti fieristici ed espositivi. I mobili e i complementi d’arredo sono sottoposti a un processo di restyling per essere nuovamente venduti e quindi utilizzati e fruiti.

Sfregola – Barletta            SACCHI PER I RIFIUTI- PRODUZIONE DI SACCHI CON MPS DA SCARTI INDUSTRIALI

L’azienda produce, avvalendosi delle tecnologie più avanzate, sacchi in polietilene e biodegradabili e compostabili di qualsiasi spessore, dimensione, colore e profumazione confezionate in rotoli a strappo per la raccolta dei rifiuti.

L’azienda punta a differenziarsi dalla concorrenza in quanto la produzione dei sacchi è realizzata con materiale rigenerato proveniente da scarti industriali fornito da un’altra azienda di famiglia, denominata Rigenera. A sua volta, gli scarti di lavorazione della SMP vengono trasformati nuovamente in granuli dalla Rigenera.

Majra Moda Maglierie – Cassano delle Murge (Ba)                  ABBIGLIAMENTO E RICICLO DEI TESSUTI

L’azienda ha lanciato una nuova linea di abbigliamento denominata “Fortunale” totalmente ecologica, realizzata con filati biologici (per esempio lana biologica proveniente da allevamenti non intensivi) e colorati con fibre vegetali composte da oltre 200 (tra i quali, fiori, foglie, bacche, radici). Il progetto prevede che l’intero ciclo produttivo rispetti i canoni dell’economia circolare nel quale ogni materiale può essere riciclato o riutilizzato.

L’azienda si pone l’obiettivo di rigenerare il tessuto utilizzato dal consumatore incentivandolo a restituire il maglione a fine vita. In questo modo si evita di produrre nuova materia prima vergine. 

Progeva – Laterza (TA)                  PRODUZIONE E VENDITA DI COMPOST – RECUPERO RIFIUTI ORGANICI

Progeva produce, confeziona e vende compost mediante messa in riserva e recupero per compostaggio di rifiuti urbani, rifiuti speciali non pericolosi e sottoprodotti di origine animale. Il compost può essere utilizzato per l’agricoltura, il giardinaggio e l’orto-floro-vivaismo.

Progeva basa la sua mission aziendale sul reinserimento delle matrici organiche rinnovabili di tipo vegetale e animale nel ciclo vitale della natura. 

BioFaber –  Mesagne (BR)                                     BIO-MATERIALI DA SOTTOPRODOTTI AGROALIMENTARI

BioFaber nasce nel 2015 in Salento, terra ricca di prodotti alimentari, come soluzione agli scarti e ai sottoprodotti dell’industria della trasformazione agro-alimentare. Opera nel settore dei nuovi bio-materiali nano-strutturati, in particolare su materiali innovativi a base di cellulosa batterica, partendo da scarti dell’industria agroalimentare, per utilizzarli nel settore fashion, design, arredamento, biomedicale e cosmetico. La cellulosa è ottenuta da un intreccio tridimensionale di fibre nanometriche che la rende adatta a diverse applicazioni: da quelle più esigenti del biomedicale a quelle più performanti del design.

BioFaber è vincitore della Start cup Puglia 2013, per la sessione industrial, con il progetto “Green Skin”, una eco-pelle naturale prodotta da cellulosa batterica, attraverso un processo produttivo bio-ispirato ed ecofriendly.

Ri.plastic – Scalo di Baragiano (PZ)               RECUPERO APPARECCHIATURE ELETTRICHE E ELETTRONICHE

La Ri.plastic S.p.A. è dotata di diverse linee di produzione finalizzate al recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, pericolose e non pericolose, producendo materie prime secondarie, plastica e metalli ferrosi e non.

L’azienda, attraverso la raccolta, il riutilizzo ed il recupero di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), contribuisce alla riduzione del consumo di materie prime vergini e di energia, nonché alla drastica riduzione dei rifiuti da avviare in discarica per lo smaltimento. Tutto ciò produce un notevole effetto benefico per l’ambiente e per l’uomo. 

Rigiocattolo – Campobasso                                        NEGOZIO DI GIOCATTOLI USATI O RIGENERATI

Rigiocattolo nasce nel 2014, a Campobasso: si riparano giocattoli per donarli a chi non ne ha, oppure rivenderli e per donare il ricavato ai poveri poveri.

Serrocroce – Monteverde (AV)  BIRRIFICIO-RECUPERO SOTTOPRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DELL’ORZO 

Le spezie e i cereali utilizzati per la fermentazione vengono coltivati in azienda, sui propri terreni di Monteverde (AV), e l’intero ciclo di produzione viene seguito e controllato dalla semina al raccolto. Ne risultano, così, luppoli e malti di prima qualità, con dei profumi e un gusto unico e ben riconoscibile e assolutamente inimitabile.

L’azienda ha vinto il Primo Premio Nazionale “Oscar Green” 2017 di Coldiretti che premia le miglior idee della categoria We Green italiana e una delle birre Serrocroce, la “Granum”, ottiene nel 2019 la menzione di Birra Slow sulla Guida delle Birre d’Italia di Slow Food.

Naturalmente Colore – Fisciano (SA)                        PRODUZIONE COLORAZIONI ECOSOSTENIBILI

Naturalmente Colore S.r.l.s. è una startup innovativa, spin-off Accademico dell’Università degli Studi di Salerno che opera nel settore della green economy e dell’economia circolare, per la messa a punto di prodotti quali pitture, tonachini, marmorini a base di calce, colorati esclusivamente con piante spontanee e/o residui di coltivazione caratteristici di un territorio, opportunamente selezionati e processati, da utilizzare nel settore della bio-edilizia prevalentemente, ma anche in altri settori che possono richiedere l’uso di materiali coloranti innovativi e a basso impatto ambientale, fuori dagli schemi della grande distribuzione.

L’obiettivo raggiunto dal progetto è quello di ottenere un nuovo prodotto grazie al recupero di materiale che altrimenti sarebbe eliminato, anche con un costo di smaltimento per le aziende agricole, rafforzando una filiera a basso impatto ambientale, basata sulla riduzione dello spreco. Il prodotto è caratterizzato da elevata eco-compatibilità in tutta la filiera, dalla produzione all’applicazione, allo smaltimento dei residui, rispetto per la salute delle maestranze e di chi abita i luoghi, varietà cromatiche sempre nuove, stretto legame con il territorio e con le sue risorse.

Naturalmente Colore ha ricevuto il premio Campione dell’economia circolare, Treno Verde, Legambiente 2017. L’approccio adottato dalla società può essere esteso facilmente a tutte le situazioni nelle quali vi sono scarti che possono essere recuperati ed in particolare provenienti dal settore agricolo. Basta ricordare che gli scarti rappresentano fino al 40% della filiera agricola, sia durante la coltivazione sia durante le fasi successive di confezionamento e trasformazione.

Lavandula – Castelcivita (SA)                                           COSMESI NATURALE

Lavandula è un laboratorio di ricerca e sviluppo in cosmesi naturale, che con i suoi prodotti cerca di raccontare l’anima di una terra, il Cilento.  I prodotti realizzati sono il frutto dello studio di principi attivi e/o fitocomplessi da applicare a formule cosmetiche naturali ed ecobio.

L’attività dell’azienda ruota intorno a tre diversi settori: le piante officinali spontanee, antiche ricette cosmetiche del territorio e l’utilizzo di scarti agroalimentari come fonte di molecole per l’applicazione cosmetica.

R.ED.EL. – Reggio Calabria                                    RICICLO DEL PVC PROVENIENTE DAI CAVI ELETTRICI

Dal 2014 l’azienda si è dotata di un settore di Ricerca & Sviluppo con un organigramma di esperti, allo scopo di sviluppare nuove soluzioni per il miglioramento dell’efficienza aziendale e l’avvio di attività nel settore dell’economia circolare. Nasce così l’impianto di trattamento rifiuti inerti e cavi, per rispondere all’esigenza di smaltire i propri rifiuti, ma che si rivolge anche a tutti coloro che hanno la necessità di smaltire i propri rifiuti derivanti da demolizioni, lavorazioni edili civili e industriali con l’applicazione delle procedure e protocolli previsti dalla legge.

Felici da matti – Lacchi (RC)                                    RICICLO/RIUSO DI ABITI USATI E OLI ESAUSTI

Opera nel settore della raccolta e riciclo/riuso di due tipologie di rifiuti: abiti usati ed oli vegetali esausti domestici e da attività commerciali.

Nel 2015 ha ricevuto una Menzione Speciale per le Buone Pratiche all’interno della prima edizione di Comuni Ricicloni Calabria; nel 2017 è tra i 100 Campioni di Economia Circolare e nel mese di novembre ritira il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente.

Veleria Max – Lamezia Terme (CZ)             MODA SOSTENIBILE

La Veleria ha creato una linea sportiva e casual di scarpe, borse, zainetti antipioggia, giacche antivento leggere, kite sartoriali e pouf utilizzando le vele dei kitesurf danneggiate e altri materiali di scarto delle attrezzature sportive. Dal nylon stracciato e rovinato, dai tessuti tecno, quali dacron e ripstop, nascono ogni giorno pezzi unici, mai realizzati prima con tale materiale, fatti a mano e impossibili da riprodurre, che vengono venduti in tutto il mondo.

 

Dulcis in fundo, non mancano esempi di buone pratiche anche nel campo delle grandi strutture edili, come lo Juventus Stadium, per il quale si sono recuperati i materiali dalla demolizione del vecchio stadio. Circa 40 mila metri cubi di calcestruzzo sono stati utilizzati, dopo la frantumazione, per realizzare il sottofondo del nuovo stadio. Di recupero anche diverse tonnellate di acciaio, vetro e alluminio.

 

Elenco delle attività commerciali convenzionate

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Consumatori e benessere degli animali

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