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Utenze (acqua, luce, gas, tel, TV) - Polidream - Page 6

ENEL ENERGIA E RITARDATI ADDEBITI


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Un’autentica montagna di fatture arretrate di Enel Energia si sta abbattendo su una grande schiera di utenti inconsapevoli, soprattutto aziende ed imprese.

Praticamente il fornitore di energia del mercato libero si è rimesso a fare i conti di quanto i consumatori gli hanno dato nel lontano 2010, ha scoperto di non avere incassato tutto, e ovviamente ha inviato nuove fatture di conguaglio, dagli importi non certo economici, perchè si parla di centinaia e di migliaia di euro.

Accanto alle fatture, nelle quali ovviamente la trasparenza non è di casa e non si capisce un’acca, vi è anche un foglietto esplicativo che dovrebbe svelare l’arcano, spiegando ai malcapitati il perchè e il percome di questo tardivo conguaglio.

Inutile dire che, invece, l’allegato complica ancora di più la faccenda e non esplica un bel nulla. Solo un occhio professionale e clinico come quello di un’associazione di consumatori può capire che si tratta della riscrittura di voci come il trasporto di energia o le perdite di rete.

Ma, se è vero da una parte che Enel Energia ha 5 anni di tempo per questo tipo di conguagli, è anche vero che la bolletta è per niente trasparente, contraddicendo una serie di normative in tema, e nessun altro gestore di energia, comunque, fa la stessa cosa di Enel Energia: perchè ci mette così tanto a conguagliare talune voci di fattura?

Per tutti questi motivi le bollette sono da contestare, e quindi invitiamo tutti gli utenti interessati ad affollare le nostre sedi per l’apertura dei relativi reclami.

LE BOLLETTE PAZZE DELL’ENEL


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In questi giorni sono decine e decine i casi presentati presso gli sportelli della Polidream Assoutenti, tutti inerenti bollette di Enel Servizio Elettrico con importi stratosferici, nell’ordine di 5 – 10.000 euro per intenderci.

Cos’è successo? E’ successo che l’azienda elettrica ha finalmente cambiato gli ultimi contatori vecchi a molti utenti e ha conguagliato periodi di 3-4 anni tutti di botto!

Ma la cosa strana è che in quasi tutti i casi i conguagli sembrano frutto di macroscopici errori, probabilmente dovuti ad un guasto dei vecchi contatori, che hanno misurato un consumo giornaliero molto superiore a quello calcolato dai nuovi misuratori elettronici.

C’è anche da dire che la normativa da sempre impone all’Enel di leggere i contatori almeno una volta l’anno (parliamo ovviamente dei vecchi misuratori, poichè i nuovi sono teleletti a distanza), e in tutti questi casi di bollette pazze l’Enel ha letto il contatore solo a distanza di qualche anno, quando ha dovuto sostituirlo.

Proprio questa grave lacuna ha causato un mancato preallarme, sia nel caso che l’elevato consumo sia dovuto ad un guasto del contatore, sia nella malaugurata ipotesi che la causa sia in un guasto dell’impianto elettrico.

Pertanto la responsabilità va ascritta solo all’azienda elettrica, e comunque sta di fatto che in tutti i reclami trattati col nuovo misuratore, come per magia, i consumi si sono dimezzati, e questo può voler dire solo una cosa: il vecchio contatore era impazzito!

Consigliamo tutti gli utenti interessati di rivolgersi presso le sedi Polidream Assoutenti, in modo da essere assistiti adeguatamente in tutte le fasi della controversia, e ricordiamo a tutti i consumatori che esiste ormai la procedura di conciliazione anche con l’Enel: una procedura veloce, gratuita ed efficace, che evita costi e interventi legali, oltre a tagliare i tempi biblici della giustizia italiana.

GDF SUEZ ANCORA MULTATA DALL’ANTITRUST


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Sono ben due le sanzioni irrogate dall’Antitrust alla Gdf Suez (ex Italcogim), azienda leader nel settore del gas, per pratiche commerciali scorrette, soprattutto nel caso di vendite porta a porta.

E sono numerosissimi i casi del genere trattati dalle sedi della Polidream Assoutenti, ovviamente segnalati sia all’Autority del Gas che all’Antitrust. Casi che provocano enormi disagi fra gli utenti che, se non effettuano subito il recesso dal contratto, si ritrovano fra le mani un contratto indesiderato, con opzioni tariffarie ben più elevate del precedente gestore.

Tenuto conto che la Gdf Suez è una grossa azienda ed è diffusissima in tutta Italia, e specialmente al sud, Polidream Assoutenti fa un appello all’azienda: basta con le pratiche commerciali scorrette, basta con i sotterfugi per accalappiare clienti, e soprattutto basta con le mancate o ritardate risposte ai numerosi reclami inviati dalla nostra associazione!

E’ venuto il momento di attivare la procedura di conciliazione, in modo che ci sia comunque e sempre una definizione della controversia, dando certezze e garanzie sia al consumatore che alla stessa azienda.

E’ la procedura adottata dal gruppo Enel, da ENI, da Edison, insomma da tutte le aziende leader del settore energetico: manca all’appello solo la Gdf Suez!

L’Assoutenti ha già cominciato a dialogare con l’azienda, ma chiediamo un’accelerazione di questa concertazione, poichè i reclami sono veramente tantissimi e i consumatori cominciano ad essere non solo stanchi, ma anche arrabbiati!

POLIDREAM ASSOUTENTI: MAI PIU’ SANGUE SUL MIO CELLULARE!


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I telefoni cellulari possono avere rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, ma abbiamo mai pensato a cosa comporta la produzione (e lo smaltimento) di tali aggeggi? Quanto costa realmente quell’oggetto così normale oggi per noi? Non in termini di denaro, ma in termini di vite umane e distruzione.

Uno dei componenti fondamentali di tutti i nostri cellulari, ma anche video camere, video giochi, apparecchi HI TEC (come la playstation), è  un metallo più prezioso dei diamanti, chiamato coltan, e serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione e rendono possibile un notevole risparmio energetico.

Quasi nessuno lo sa, ma questo minerale è la causa principale di tanti conflitti, fra cui la guerra che dal 1998 ha ucciso più di 4 milioni di persone in Congo.

Perchè la guerra sul coltan? L’ 80 % del Coltan in circolazione a livello mondiale si trova solo in Congo, e alcune delle più grosse multinazionali sfruttano queste miniere ed i congolesi, che vengono pagati 200 dollari al mese (la paga di un normale lavoratore in Congo è di 10 dollari al mese). Questo scatena una vera e propria corsa alle miniere da parte dei guerriglieri che se ne vorrebbero impadronire, non solo dal Congo, ma anche dalle vicine Uganda e Rwuanda.

Ma come è facile prevedere, estrarre questo prezioso minerale ha i suoi effetti indesiderati, solo per i minatori ovviamente.

Il coltan contiene una parte di uranio, quindi è radioattivo, provoca tumori e impotenza sessuale, viene estratto dai minatori a mani nude…

Qualche anno fa in Italia la gente impazziva per trovare nei negozi la Playstation 2, diventata introvabile, il motivo fu proprio la carenza del Coltan di cui si era fermata l’estrazione per i problemi legati alla guerra.

I soldi che le multinazionali spendono per estrarre il Coltan come sempre non servono per alimentare la popolazione, costruire scuole o ospedali: tutt’altro, servono a finanziare la guerra, comprare armi, dar da mangiare ai soldati.

Oltre alle devastazioni causate dalla guerra, la ricerca del coltan sta provocando gravissimi danni ambientali, milioni di persone sono costrette a fuggire dalle proprie abitazioni, sia in seguito al conflitto (che prosegue nel disinteresse generale), sia perché le terre non si possono più coltivare. I lavoratori spesso sono bambini, sfruttati ed esposti alle malattie.

Un’altra conseguenza indiretta è la fuga verso Paesi sicuri, fra i quali c’è anche la nostra Italia. E  quando vediamo un immigrato ci chiediamo: “Perché non se ne sta al suo Paese? Cosa vuole qui da noi?”, dovremmo fare qualche riflessione in più e contare il numero di cellulari, PC, ipod, ipad e smartphone che ci ritroviamo. Magari ci accorgeremo che non è così indispensabile cambiare il cellulare ogni tre mesi o averne più di uno.   

Secondo le statistiche l’Italia è il secondo paese al mondo per possesso di telefonini, con una media di 1,22 telefoni per persona. Siamo secondi soltanto ad Hong- Kong.    

L’aumento di telefoni cellulari che ci circondano (ed in Italia ciò avviene a ritmi anche più elevati di quanto non accada nel resto del mondo industrializzato) dovrebbe portarci a riflettere. Le guerre congolesi, tuttora in corso, sono di per sé un motivo già abbastanza valido per non sentire più l’insensato desiderio di cambiare telefono troppo frequentemente.

Se ciò non bastasse, però, e se non vogliamo nemmeno parlare in questa sede di ciò che concerne il loro smaltimento, potremmo anche iniziare a pensare agli effetti sulla nostra stessa salute. Non solo per quel che riguarda la controversa questione delle loro “radiazioni”, ma per lo stress che può derivare dal costante aumento di spam che ci raggiunge ormai anche via sms, dal pericolo che arreca alla nostra sicurezza chi continua a guidare parlando al telefono, dalla dipendenza che hanno creato ad ogni fascia di età, dalla cafonaggine di chi ci parla affianco a voce alta e, perché no, dal fatto che un cellulare acceso dà modo a terzi, durante una conversazione, di poterci ascoltare, di poterci sorvegliare.

Pensiamoci un po’, alla prossima offerta tecnologica del centro commerciale. Per una mera questione di rispetto nei confronti di noi stessi, e di milioni di persone uccise o costrette ad emigrare per quelli che da nostre comodità si stanno addirittura trasformando in capricci.

CANONE TV E GARANTE DEL CONTRIBUENTE


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Polidream Assoutenti tratta quotidianamente varie controversie inerenti il pagamento del canone tv.

Subentri, decessi, cessioni, cessazioni, separazioni, e via dicendo: sono mille i motivi che fanno aprire delle contestazioni in merito da parte di moltissimi italiani.

E la gran parte dei consumatori non sa che, in caso di ricorso, il foro competente è quello di Torino. Vale a dire che, se un utente di Agrigento dovesse reclamare contro l’Agenzia delle Entrate di Torino, competente in materia di canone tv, la causa viene discussa presso la Commissione Tributaria del capoluogo piemontese.

Una regola assurda, che risale agli anni ’30 del secolo scorso e che nessun governo ha mai cambiato! Un’ altra delle assurdità italiche!

Ma molti ignorano pure l’esistenza della figura del Garante del Contribuente, presente in ogni Regione e istituita con l’approvazione dello Statuto dei Diritti del Contribuente (Legge 212/2000). Dopo aver esperito la fase del reclamo, tutti gli utenti tv possono presentare un esposto al Garante del Contribuente, ovviamente di Torino, per vedere riconosciute le proprie ragioni.

Spesso e volentieri Polidream Assoutenti ha utilizzato tale figura, e nel 90% dei casi il Garante ha dato ragione alla nostra associazione, tirando le orecchie all’Agenzia delle Entrate, il più delle volte sorda ed arrogante di fronte alle giuste rimostranze dell’utente.

Per questo Polidream invita tutti i consumatori che vivono controversie sul canone tv a rivolgersi presso le nostre sedi, in modo da veder risolto una volta per tutte il loro problema.

ENI E ASSOUTENTI: SI RICONCILIA


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Il 6 giugno è stato sottoscritto tra Eni e le Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU il nuovo Regolamento di Conciliazione, che permetterà ai clienti Eni di utilizzare lo strumento della Conciliazione anche nel settore elettrico su tutto il territorio nazionale.   
 
Con il precedente accordo, siglato l’8 febbraio 2012, si era avviato un processo di sperimentazione, nel settore elettrico, valido solo in alcune regioni d’Italia: ora la nuova procedura conciliativa, viene estesa a tutti i clienti Eni, su tutto il territorio nazionale.
 
 Tra le novità principali, l’introduzione di compensazioni economiche in caso di vari ritardi e disservizi, lo snellimento della procedura di Conciliazione e la formazione più approfondita e mirata per i conciliatori. 
 
 Insomma, dopo un momento di appannamento dei rapporti fra il colosso energetico italiano e le associazioni dei consumatori, sembra che il dialogo sia ripreso con più forza e con una vera volontà di venire incontro alle esigenze degli utenti, risolvendo in modo gratuito e veloce le controversie che ormai si creano giorno per giorno, bolletta per bolletta.
 
Pertanto invitiamo tutti i consumatori che abbiano controversie con l’ENI a recarsi presso le sedi Polidream Assoutenti.  

 

 
 
 
 

 
 
 
 
 

 

TELEMARKETING, IL REGISTRO OPPOSIZIONI NON FUNZIONA


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Ormai è chiaro a tutti che il Registro delle Opposizioni, al quale gli utenti si iscrivono per non ricevere più telefonate commerciali indesiderate, non ha funzionato e non funziona per niente. Centinaia e centinaia sono i reclami che giungono alle sedi della Polidream Assoutenti, da parte di consumatori che si sono registrati per non essere più molestati dai soliti telefonatori imbonitori, e invece hanno continuato ad esserlo magari più di prima!

Non ha funzionato sicuramente l’aver delegato tale servizio ad una Fondazione, e non all’Autorità Garante delle Comunicazioni; non ha funzionato la mancata concertazione con le associazioni dei consumatori; non ha funzionato il meccanismo di comunicazione fra Registro e venditori molesti: insomma, non ha funzionato veramente un bel nulla!

Ma soprattutto, continua a non funzionare il sistema dei contratti telefonici che, secondo Polidream, dovrebbe essere abolito immediatamente, eliminando così alla radice il problema delle telefonate indesiderate. Il contratto effettuato per via telefonica è un contratto poco chiaro e trasparente, frettoloso, nel quale l’utente riesce a capire poco o nulla; e quindi occorre tornare ai contratti di una volta, quelli fatti nella sede dell’azienda o, tutt’al più, a domicilio, in modo che ci sia un contatto diretto fra consumatore e imprenditore che propone.

A questo punto Polidream Assoutenti chiederà l’abolizione sia del Registro delle Opposizioni che dei contratti telefonici ma, nel frattempo, chiunque venga ancora disturbato dai telefonatori indesiderati può recarsi presso le nostre sedi per avviare le procedure di reclamo direttamente contro l’azienda “molesta”: solo così ci si può liberare di questi veri e propri scocciatori!

IVA 21%: SI’, MA DA QUANDO?


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Continuano a fioccare i reclami presso i nostri sportelli sulla questione dell’applicazione dell’IVA al 21%.

In pratica, la nuova aliquota è entrata in vigore ad ottobre 2011, ma nelle bollette di conguaglio di luce e gas, comprendenti periodi antecedenti a tale data, i gestori del servizio applicano l’IVA al 21% anche per il passato.

Le aziende, su nostra sollecitazione, si sono rifugiate nel solito pretesto, adducendo cioè che il DPR 633/72 (la legge che introdusse l’IVA, per capirci) afferma che vale la data della fatturazione. E quindi, se si fattura dopo l’ottobre 2011 anche periodi antecedenti, va calcolata la nuova aliquota, secondo loro.

Purtroppo per loro non è così! Per il semplice motivo che per l’energia elettrica la normativa impone almeno un conguaglio l’anno, mentre addirittura per il gas il conguaglio obbligatorio è semestrale: e dunque i periodi antecedenti non dovevano nemmeno esistere, perchè i gestori del servizio avrebbero dovuto fatturare a conguaglio molto prima.

Ne consegue che i consumatori che hanno ricevuto tali bollette sono da rimborsare; e pertanto chiediamo a tutti gli utenti interessati di recarsi presso le nostre sedi per attivare la pratica di rimborso o di contestazione delle fatture in questione.

BLACK OUT: GLI UTENTI VANNO RIMBORSATI!


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Ultimamente i black-out elettrici, gli sbalzi di tensione, le interruzioni del servizio, anche a causa dei forti eventi metereologici, si stanno succedendo causando guasti ad elettrodomestici o apparecchiature varie.

In questi casi il fornitore di energia l’elettrica, l’ENEL o altro gestore, è responsabile dei danni causati e deve indennizzare l’utente sia per le riparazioni eseguite che per le sostituzione dei prodotti irrimediabilmente rotti.

 Tutti i gestori di energia elettrica, in primis l’ENEL, sono debitamente assicurati per tali casistiche, e quindi non ci dovrebbero essere problemi. Invece ce ne sono, eccome!

 Ultimamente l’ENEL accampa mille scuse e pretesti per non aprire nemmeno la pratica di sinistro con la compagnia assicurativa: il consumatore non ha chiamato il servizio guasti (per la cronaca, l’803500), l’interruzione di fornitura non risulta da alcun atto, gli addetti al servizio si sono recati sul posto e non hanno notato anomalie, e via dicendo.

 Sta di fatto che gli utenti non solo sono rimasti al buio, non solo hanno subito dei danni alle apparecchiature di casa, ma si vedono anche negare il giusto rimborso!

 Abbiamo sollevato il problema all’Autority dell’Energia, sollecitando un intervento atto a ripristinare la legalità e a far indennizzare giustamente i consumatori danneggiati. Ma intanto vorremmo caldamente sollecitare l’ENEL e tutti i fornitori di energia ad inserire tale casistica in quelle che prevedono la procedura di conciliazione, senza costringere così i consumatori ad attivare le lunghe e costose (anche per ENEL) vie legali.

CANONE COMPUTER/TV, LA RAI SI ARRENDE


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E’ durato solo qualche giorno il goffo tentativo della RAI di far passare ogni personal computer come apparecchio atto alla ricezione di programmi televisivi, e per questo sottoponibile al pagamento del canone tv.

La valanga di proteste che ha investito la RAI ha fatto fare marcia indietro alla dirigenza amministrativa dell’azienda, che proprio oggi ha emanato una nota con la quale chiarisce che le lettere giunte a tutti gli esercizi commerciali, uffici e sedi di associazioni si riferivano solo a computer usati come apparecchi televisivi, e non ad ogni pc.

Quindi, niente canone per negozianti e qualsiasi tipo di ufficio che usi il computer a fini lavorativi.

In questi giorni anche la nostra associazione, sull’onda di centinaia di reclami pervenuti alle nostre sedi, aveva provveduto a protestare contro la RAI per la scellerata ed arbitraria interpretazione di una norma risalente al 1938, quando mancavano ancora un paio di decenni alla prima comparsa dei computer. Poi hanno contestato anche tutte le associazioni delle categorie interessate e, siccome l’unione continua a fare la forza, la RAI si è rimangiato il testo delle migliaia di lettere intimidatorie già inviate agli utenti interessati.

Restano tre problemi sul tappeto:

1) chi stabilirà l’uso del computer e se deve pagare o meno il canone, tanto più che è risaputo che, se si naviga in internet, si può accedere anche ai programmi televisivi?

2) la RAI dovrebbe inviare comunque lettere di scusa e di giustificazione agli utenti destinatari delle lettere di questo periodo;

2) perchè è la RAI ad adottare queste iniziative, quando l’ente preposto è l’Agenzia delle Entrate?

Chiediamo ufficialmente che, in tema di abbonamento tv, la RAI non muova più un passo, comprese le solite lettere minatorie che manda ai consumatori presunti morosi od evasori, e che invii immediatamente una lettera di scusa a tutti i cittadini interessati.