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SE MILLE EURO A BIMBO SONO POCHI!

Piccola elemosina, quella prevista dalla Finanziaria 2006, 1.000 euro per ogni neonato, se si pensa che gli alimenti per la prima infanzia, soprattutto fino al secondo anno di età, incidono per almeno il 20% sul bilancio familiare.

Ogni anno nascono in Italia 563.000 bambini e nel primo anno di vita per ogni bambino si versa al fisco, per l’acquisto di beni di prima necessità, in media 1100 euro , quando invece si sarebbe dovuto versare per l’acquisto degli stessi prodotti solamente 220 euro, con un risparmio di ben 880 euro.

In Italia, sui beni alimentari di prima necessità degli adulti, quali pane e latte, viene applicata l’IVA agevolata del 4% mentre sugli identici beni destinati ai bambini, quali i biscotti o il latte in polvere o vegetale, viene applicata incredibilmente l’aliquota ordinaria del 20%.

E’ assurdo che l’amministrazione finanziaria faccia tale discriminazione.

Il nostro sistema di politica sociale ha un dovere: non perdere anche l’occasione della legge finanziaria per ridurre l’IVA dal 20% al 4% su tutti i prodotti destinati alla prima infanzia, ed in modo particolare sul latte in polvere, sul latte speciale o vegetale per allergici o intolleranti (soia, riso, avena, mandorle), sull’acqua purificata, sui pannolini, sulle pappe, su gli omogeneizzati, sulle creme, sui biberon, sui passeggini, sulle carrozzine, sui girelli, sui sedioloni, sui sediolini per auto e sui box.

Circa i costi dell’abbassamento dell’Iva, stimati in 495 milioni di euro annui, le minori entrate si potrebbero coprire mediante l’utilizzo del contributo di solidarietà del 4% applicabile ai redditi che eccedono i 100.000 euro e dei proventi derivanti dalla lotta all’evasione fiscale.

Esperto fiscale Polidream

MICHELE RENNA

 

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