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Lo sportello del consumatore - Polidream - Page 34

MUTUI E BOLLETTE, RIBASSI IN RITARDO


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La Banca Centrale Europea abbassa il costo del denaro prima al 2,50 e poi al 2%. Effetto sui mutui italiani: ZERO!

Il petrolio è da mesi in picchiata, e pertanto il costo di luce e gas va giù. Effetto sulle bollette italiane: ZERO!

I risultati positivi di questi ribassi saranno visti dagli italiani fra qualche mese! Perchè? Perchè è così!

Gli automatismi sono veloci e fulminanti quando ci sono gli aumenti, viceversa in caso di ribasso si passa al vaglio di Commissioni, Autority, Parlamento e quant’altro, e intanto passano mesi e mesi.

Occorre, invece, che l’automatismo, specie in questo periodo di seria crisi per le famiglie italiane, sia più immediato, come è giusto che sia. E quindi bisogna che il Parlamento o il Governo approvino una leggina piccola piccola, con la quale si diano tempi certi per rialzi e ribassi di mutui e bollette. Per esempio, si potrebbe pensare ad un termine di 30 giorni, entro il quale gestori e banche dovrebbero ottemperare ai loro obblighi.

Attendiamo una mossa governativa. In caso contrario, saremo costretti a far sentire più forte la voce dei consumatori.

MUTUI E BOLLETTE, RIBASSI IN RITARDO


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La Banca Centrale Europea abbassa il costo del denaro prima al 2,50 e poi al 2%. Effetto sui mutui italiani: ZERO!

Il petrolio è da mesi in picchiata, e pertanto il costo di luce e gas va giù. Effetto sulle bollette italiane: ZERO!

I risultati positivi di questi ribassi saranno visti dagli italiani fra qualche mese! Perchè? Perchè è così!

Gli automatismi sono veloci e fulminanti quando ci sono gli aumenti, viceversa in caso di ribasso si passa al vaglio di Commissioni, Autority, Parlamento e quant’altro, e intanto passano mesi e mesi.

Occorre, invece, che l’automatismo, specie in questo periodo di seria crisi per le famiglie italiane, sia più immediato, come è giusto che sia. E quindi bisogna che il Parlamento o il Governo approvino una leggina piccola piccola, con la quale si diano tempi certi per rialzi e ribassi di mutui e bollette. Per esempio, si potrebbe pensare ad un termine di 30 giorni, entro il quale gestori e banche dovrebbero ottemperare ai loro obblighi.

Attendiamo una mossa governativa. In caso contrario, saremo costretti a far sentire più forte la voce dei consumatori.

CANONE RAI, GLI OVER 75 SONO ESENTI O NO?


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L’abbonamento della Tv è stato già abolito dall’anno scorso per gli ultrasettantacinquenni con un reddito sotto i 516,46 euro mensili. Ma, pur essendo legge, l’esenzione non è andata ancora in vigore: sembra assurdo, ma è così!

In questi giorni siamo letteralmente subissati dalle richieste e dalle proteste degli anziani che ne avrebbero diritto. Il consiglio che stiamo dando a tutti è quello di attendere perchè, come al solito, la circolare esplicativa della normativa, che spetta all’Agenzia delle Entrate, sarà fatta magari il penultimo giorno utile per il pagamento. Giusto per indurre tutti prima a pagare, e poi magari a stracciarsi le vesti.

C’è anche da tenere in conto un’altra cosa: la circolare ministeriale deve chiarire come rimborsare gli utenti che hanno regolarmente pagato il 2008. Sì, perchè si ha diritto anche al rimborso dell’anno scorso.

Attendere, avere pazienza: questa è la parola d’ordine. Ma gli italiani ci hanno fatto il callo, noi siamo campioni mondiali di pazienza!

CANONE RAI, GLI OVER 75 SONO ESENTI O NO?


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L’abbonamento della Tv è stato già abolito dall’anno scorso per gli ultrasettantacinquenni con un reddito sotto i 516,46 euro mensili. Ma, pur essendo legge, l’esenzione non è andata ancora in vigore: sembra assurdo, ma è così!

In questi giorni siamo letteralmente subissati dalle richieste e dalle proteste degli anziani che ne avrebbero diritto. Il consiglio che stiamo dando a tutti è quello di attendere perchè, come al solito, la circolare esplicativa della normativa, che spetta all’Agenzia delle Entrate, sarà fatta magari il penultimo giorno utile per il pagamento. Giusto per indurre tutti prima a pagare, e poi magari a stracciarsi le vesti.

C’è anche da tenere in conto un’altra cosa: la circolare ministeriale deve chiarire come rimborsare gli utenti che hanno regolarmente pagato il 2008. Sì, perchè si ha diritto anche al rimborso dell’anno scorso.

Attendere, avere pazienza: questa è la parola d’ordine. Ma gli italiani ci hanno fatto il callo, noi siamo campioni mondiali di pazienza!

TRASPORTI: CHE CAOS IN PUGLIA!


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La nuova Alitalia che elimina un bel po’ di voli da e per la Puglia.

Trenitalia che cancella treni ed abolisce fermate di Eurostar in Puglia.

Un vecchissimo treno delle Ferrovie Sud-ESt maciulla un piede ad una studentessa alla stazione di Conversano.

La nuova metropolitana di superficie, che collega la stazione di Bari al quartiere San Paolo, completamente inadatta ai passeggeri disabili.

Cosa sta succedendo al sistema dei trasporti nella nostra Regione?

Da un lato le aziende nazionali continuano ad ignorare l’importanza strategica della Puglia per i collegamenti in tutto il bacino mediterraneo e come ponte per tutte le destinazioni orientali. Dall’altro abbiamo i vertici regionali che vanno in giro a strombazzare presunti successi del sistema trasportistico pugliese. Magari solo perchè si inaugura un nuovo treno o si rifa il look a qualche vecchia stazione.

Occorrerebbe, invece, che l’assessorato regionale ai trasporti facesse sentire forte la sua voce al governo nazionale e alle aziende come Trenitalia e Alitalia, oltre che controllare meglio le stesse opere pubbliche che si fanno in regione.

Ma, per fare questo, ci vogliono i consumatori, ci vogliono i passeggeri. Quelli che tutti i santissimi giorni prendono il treno, il bus o l’aereo per lavorare o per studiare. Quelli che sostengono tutto il sistema dei trasporti in due modi diversi di pagamento: col biglietto o l’abbonamento la prima volta, e con le tasse la seconda volta, perchè sono i tributi degli utenti a coprire gli ulteriori costi del trasporto pubblico, ricordiamolo.

Ma proprio i consumatori non vengono nemmeno convocati ai tavoli di concertazione e di decisione!

E senza i consumatori, senza l’appoggio determinante delle associazioni che li rappresentano, nessun governo, nessuna riforma, nessuna opera pubblica va da nessuna parte.

E’ normale che si faccia il metrò e non si pensi ai diversamente abili. E’ normalissimo che si sbaglino del tutto gli orari dei treni. O che non si ottengano più voli dalla nuova Alitalia.

Oppure che continuino a circolare addirittura i treni come quello che ha fatto amputare il piede ad una giovanissima viaggiatrice, colpevole solo di aspettarlo, quel maledetto treno!

ACQUA: NO ALL’AUMENTO DELLA BOLLETTA!


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Ancora una volta l’Acquedotto Pugliese, senza un minimo di consultazione e senza un minimo di legalità, tenta di aumentare le tariffe.

L’aumento, dicono i vertici dell’AQP, è minimo, sotto il 2%, e dunque non comporta grandi sacrifici per i consumatori.

L’AQP dimentica un bel po’ di cose:

– innanzitutto per gli aumenti vige il sistema del "price cap" (Legge 36/94), per cui ad ogni variazione di tariffa devono corrispondere determinati investimenti per migliorare il servizio; a quanto ci risulta, non ci sono stati grandi investimenti per qualificare meglio la rete idrica, anzi veniamo da un periodo di forte riduzione, e l’Acquedotto Pugliese continua a detenere il triste primato mondiale delle perdite (circa 55%!!!);

prima di ogni aumento l’AQP deve consultare le associazioni dei consumatori, come impone la Carta dei Servizi, in vigore dal 2001; invece l’Acquedotto si è limitato ad informare le associazioni, solo a "piatto pronto";

– l’aumento dovrebbe avere effetto retroattivo per tutto il 2008, e anche questo è vietatissimo dalla normativa in vigore;

il momento sociale ed economico che stiamo vivendo imporrebbe un minimo di rispetto per le tasche, già iperbucate, degli utenti italiani;

la tariffa dell’AQP non solo è già molto elevata rispetto agli altri gestori idrici d’Italia, ma ha un sistema a "fasce di consumo" che penalizza moltissimo le famiglie numerose;

– al contrario, quest’anno è andato in vigore il "bonus sociale" sulle bollette di luce proprio per le famiglie più numerose: perchè anche l’AQP non si muove in tal senso?

Per tutti questi motivi, già dal 15 novembre scorso abbiamo fortemente protestato, chiedendo il ritiro del provvedimento ed ottenendone il blocco. Ma è importante che tutti i consumatori facciano sentire la loro voce, e pertanto chiediamo agli utenti di inviare una mail di protesta all’AQP, all’indirizzo scrivi@aqp.it, con un semplice messaggio:

NO ALL’AUMENTO DELLA TARIFFA DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE!

BONUS PER TUTTE LE BOLLETTE


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Ricordiamo a tutti i consumatori che finalmente da quest’anno entra in vigore il bonus sulle bollette dell’energia elettrica, con effetto retroattivo a tutto il 2008 e con scadenza prorogata al 31 marzo 2009.

Ma la cosa che ci siamo chiesti sin dall’inizio è: perchè la luce sì, e il gas, il telefono e l’acqua no?

E infatti abbiamo inoltrato ai ministeri competenti, già prima delle festività natalizie, un’esplicita richiesta in tal senso. Ovvero l’estensione dei bonus anche alle bollette di tutte le altre utenze, sempre per le famiglie con reddito ISEE che non superi i 7.500 euro.

Ovviamente, si parla di reddito ISEE, e non di reddito effettivo, il che significa, tanto per fare un esempio classico, che ha diritto al bonus una famiglia di 4 persone con reddito annuo intorno ai 22.000 euro.

E’ molto importante, però, che questa nostra forte richiesta, che porterebbe un bel risparmio di circa 400-500 euro l’anno alle famiglie disagiate, sia supportata dai cittadini e dalle altre associazioni: pertanto vi chiediamo la sottoscrizione della petizione, nell’apposito box del nostro sito.

Come al solito, l’unione fa la forza, e anche la vittoria!

SALDI ANTICIPATI, UN’OCCASIONE PERSA!


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Anticipare i saldi in Puglia, per ridare fiato alle esauste e vuote tasche dei consumatori, non era male come idea! Ma non si può presentare questa proposta una settimana prima dell’ipotetica data di inizio! Era persino ovvio prevedere che i commercianti avrebbero detto no!

Ma riteniamo che alla base di questo rifiuto delle associazioni di categoria vi sia anche il ricordo dello "strappo" consumato nella primavera scorsa, quando la Regione, con un colpo di mano e senza consultare il mondo del piccolo commercio, modificò la Legge Regionale sul commercio, a favore dei grandi centri commerciali.

Aver rotto all’epoca non ha assolutamente pagato ed ha fatto naufragare il tentativo, pur positivo, di anticipare i saldi.

Ma, ci chiediamo, sono state messe in campo tutte le proposte di mediazione e di negoziazione per giungere comunque ad un compromesso che soddisfasse sia consumatori che commercianti? Si è fatto, per esempio, il tentativo di stabilire un’aliquota massima di sconto per il primo periodo di saldi, per esempio il 20? Si è provato a proporre come data di partenza il 20 dicembre, anzichè il 13? E la Regione non poteva mettere sul tavolo delle trattative risorse per eventuali incentivi ai negozianti disponibili ad anticipare i saldi?

Insomma, ci sembra che non sia stato fatto da ambo le parti tutto il possibile per addivenire ad un accordo. I saldi cominceranno dunque alla data prefissata, il 3 gennaio 2009. Ma resta il fatto che i saldi, così come sono, non vanno bene. E quindi occorre prendere in seria considerazione l’idea di riformare la normativa, magari con l’obiettivo di liberalizzarli del tutto.

Purchè lo si faccia d’accordo con le categorie commerciali! Purchè non si commetta di nuovo l’errore di modificare una legge, senza consultare le parti interessate!

AGNELLO DI DIO…SSINA


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Lo scandaloso massacro delle pecore tarantine alla diossina, che si sta compiendo in questi giorni, grida vendetta da tutte le parti.

Chi paga non è il carnefice ma la vittima. E’ vero che in Italia siamo abituati a questo assioma, ma sinceramente quest’ingiustizia non è più tollerabile. Specialmente se a pagare sono gli innocenti, come le pecore sacrificate sull’altare del progresso e dell’inquinamento. O gli allevatori che restano disoccupati e in attesa dell’elemosina di Stato. O i morti e gli ammalati di tumore, che in provincia di Taranto risultano essere statisticamente i più numerosi in Italia!

E tutto questo per un impianto siderurgico nato nel posto più sbagliato del mondo! Un’industria che va spostata, o delocalizzata, come direbbero gli esperti, cosa di cui si è accorto anche il più idiota dei cretini!

Se si trovano i quattrini per le grandi opere sballate come la TAV, vuol dire che ci sono le risorse anche per spostare l’ILVA! Non è possibile assistere solo a piagnistei e commemorazioni ogni qualvolta questa fabbrica uccide lavoratori e cittadini inermi, occorre fare qualcosa!

Altrimenti avremo altre mille, centomila pecore da immolare, altri cento allevatori che restano senza lavoro, altre decine di vedove che piangono i mariti morti sul lavoro e chissà quanti consumatori ammalati di cancro!

E’ un’emergenza nazionale, e come tale va trattata! Sindaci, istituzioni, sindacati, associazioni, ambientalisti, animalisti e tutta la società civile dovrebbero fare fronte comune e attuare iniziative e manifestazioni, anche sotto i palazzi dei ministeri che contano, per giungere a questa soluzione:

VIA L’ILVA DA TARANTO!!!

ENEL, CONCILIAZIONE AL VIA!


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Ci sono voluti altri 6 mesi dalla prevista data del 18 giugno 2008, ma alla fine la conciliazione anche per le bollette della luce e del gas di tutto il gruppo Enel è partita su tutto il territorio nazionale.

Cosa cambia per gli utenti? Finalmente potranno dirimere le loro controversie non più ricorrendo alle classiche, costose e lunghe vie legali, ma usufruendo della procedura di conciliazione, rapida e gratuita.

D’altronde, gli esempi positivi di Telecom Italia, TIM, Wind-Infostrada, Poste e Acquedotto Pugliese insegnano ormai tantissimo, poichè nel corso degli ultimi anni queste aziende, proprio grazie alla conciliazione, hanno non solo tagliato le spese legate al contenzioso legale, ma hanno migliorato il loro rapporto con l’utenza e la loro stessa immagine.

La procedura dell’Enel è molto simile a quella di queste aziende: prima si effettua il reclamo, e dopo 30 giorni, sia in caso di mancata risposta che di esito negativo, si può attivare la conciliazione, compilando una modulistica apposita presso un’associazione dei consumatori. Successivamente, la commissione di conciliazione, composta da un rappresentante dell’Enel e da uno dell’associazione di consumatori, si riunirà entro 30 giorni e proporrà una decisione in merito alla controversia.

L’ambito iniziale di applicazione riguarda tre casistiche:

elevati consumi dovuti a cattivo funzionamento del misuratore;

fatture dall’importo elevato;

riduzione di potenza o sospensione della fornitura.

Certo, restano fuori molti altri casi, fra cui soprattutto quelli legati alla qualità del servizio e ai danni conseguenti ai vari disservizi, ma è già una buona partenza. Vedremo pian piano di convincere l’Enel a diffondere maggiormente la cultura conciliativa.

Le nostre sedi sono a completa disposizione dei consumatori che hanno problemi con le bollette della luce e del gas del gruppo ENEL.