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Lo sportello del consumatore - Polidream - Page 32

OLIO, FINALMENTE LA PROVENIENZA!


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Dal 1° luglio 2009 entra finalmente in vigore il nuovo regolamento comunitario che impone l’inserimento, nell’etichetta dell’olio, della provenienza delle olive.

Finalmente il consumatore potrà sapere se l’olio è italiano, spagnolo o turco. Ma quanti anni ci sono voluti per giungere a questa leggina piccola piccola, che dà un normale strumento di garanzia e di informazione all’acquirente! Quante resistenze da parte, ovviamente, di chi contrabbanda magari per pugliese un olio che pugliese non è!

E infatti proprio la nostra regione esce a testa alta da questa nuova normativa, perchè d’ora in poi i nostri produttori potranno indicare in etichetta la provenienza, e questo significherà, inutile dirlo, più qualità e sicurezza per la tavola del consumatore, perchè gli ulivi pugliesi sono inconfondibilimente più ricchi di sapori e aromi.

Adesso la battaglia si sposta sul vino e su tutti i prodotti per i quali non è obbligatoria la dicitura della provenienza in etichetta. Non è possibile che nel 2009 dobbiamo ancora combattere per questo minimo di informazione da dare al consumatore, e pertanto faremo subito pressioni sul nuovo Parlamento Europeo per l’immediata approvazione di una normativa che imponga sull’etichetta di qualsiasi prodotto alimentare la provenienza.

Intanto chiediamo a tutti i consumatori di sottoscrivere la petizione riportata nell’apposito box del nostro sito.

POSTE – CONSUMATORI, CONVENTION REGIONALE 2009


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Si è svolta a Bari la Convention Regionale fra Poste Italiane e associazioni dei consumatori. Vi ha partecipato anche la nostra associazione, presentando un proprio documento, che riportiamo integralmente:

"Con la presente la Polidream Assoutenti Puglia intende innanzitutto ringraziare Poste Italiane per l’ennesima occasione di concertazione offerta dall’incontro di cui all’oggetto, auspicando che tale modalità diventi permanente, risultando così una trasposizione su base regionale dei tavoli nazionali di concertazione: tale esigenza è fortissima e nasce dalla stessa peculiarità delle problematiche, che possono variare da territorio a territorio.

                                          Ovviamente, le problematiche sul tappeto sono ancora tante, e noi Ve le sottoponiamo in maniera sintetica e schematica, al fine comunque di essere da stimolo propositivo per la loro risoluzione:

 

RITARDATI/MANCATI RECAPITI: riteniamo che i momenti di “crisi” possano essere meglio superati proprio con la concertazione preventiva. Se Poste Italiane coinvolgesse le associazioni dei consumatori anche nel processo di riorganizzazione interno dell’azienda, forse il disservizio si attenuerebbe, evitando anche i “toni forti” su articoli di stampa e le minacce di “class action” da parte di taluni cittadini o associazioni che sono rimaste ancora, secondo noi infantilmente, all’era dell’antagonismo e della contrapposizione. Per quanto riguarda la consegna della posta, noi stiamo proponendo da anni che si faccia anche di sera, in modo che i portalettere reperiscano i destinatari e non si assista più alle “processioni dei cartolinari” presso gli uffici postali.

PACCHI: molti reclami, e relative procedure di conciliazione, vertono sul ritardato recapito dei pacchi o sul loro deterioramento; urge intervenire sulla “filiera”, tenuto conto che i costi di spedizione non sono proprio bassissimi e che tale modalità di commercializzazione si espanderà ancora di più nei prossimi anni, con l’inevitabile sviluppo dell’e-commerce.

INFORMAZIONE-EDUCAZIONE DEL CONSUMATORE: va attuata, secondo noi, con una maggiore sinergia fra Poste ed associazioni, utilizzando gli stessi sportelli delle associazioni dei consumatori, ormai numerosi e spalmati su tutto il territorio, per campagne di educazione e di informazione sui servizi postali, sulle varie problematiche ad essi legate e sulle modalità conciliative di risoluzione delle controversie, ma anche per il monitoraggio della “customer satisfaction”.

SERVIZI BANCOPOSTA: gli sforzi dell’azienda, tesi al miglioramento e all’allargamento di tali servizi, sono assolutamente lodevoli, tenuto conto delle spese e dei tassi più bassi praticati da Poste Italiane, sia sui conti correnti che su prestiti e mutui. Certo, si è ancora lontani dall’assomigliare alle banche, soprattutto in termini di elasticità e di celerità, ma certo non saremo noi ad auspicare una parificazione di Poste al sistema bancario italiano, ancora poco rispettoso dei diritti dei consumatori (basti pensare solamente alla conciliazione, che per Poste esiste e per le banche ancora no!). Riteniamo che vadano migliorate le modalità di vendita e gli stessi prospetti informativi del comparto degli investimenti, sui quali abbiamo raccolto varie lamentele.

TOPONOMASTICA: resta un grande e irrisolto problema, per il quale già l’anno scorso avevamo proposto un quadro normativo, anche locale, che dia più certezze e più garanzie sia al cittadino che alle Poste. E questo lo si può fare con la deliberazione di una Carta Comunale dei Consumatori, trasposizione su base locale del Codice del Consumo e della normativa regionale sui diritti dei consumatori, che elimini alla radice queste problematiche e che preveda espressamente dei ristori all’utenza da parte dell’Ente inadempiente. Peraltro, questo che è stato un ns. vecchio pallino e cavallo di battaglia, ormai è diventato legge, con l’art. 2 comma 461 della Finanziaria 2008, l’ennesima buona norma che rischia di cadere nel dimenticatoio! Diventa pertanto necessario, da parte di tutte le aziende che erogano servizi di pubblica utilità su ogni territorio comunale, fra cui Poste Italiane, supportare questa ns. richiesta nei confronti degli Enti Locali.

FORMAZIONE PROFESSIONALE: riteniamo che nei corsi di formazione per i Vs. operatori vadano coinvolte maggiormente le associazioni dei consumatori, che possono dare il loro apporto professionale anche nei percorsi formativi, improntandoli ad una maggiore attenzione alle questioni consumeristiche e alle norme ad esse connesse.

PROCEDURA DI CONCILIAZIONE: funziona benissimo, anche se vi sono ancora delle lacune, soprattutto nell’impreparazione in merito da parte di alcuni uffici territoriali, nella scarsa informazione degli utenti (ma in questo siamo colpevoli anche noi!), nei tempi ancora un po’ lunghi per la definizione della controversia e nell’ambito d’applicazione, che secondo noi dovrebbe essere allargato ad ogni tipo di problematica. Ma siamo sicuri che, gradualmente, anche queste lacune possano essere colmate, tenuto conto dell’estrema disponibilità di tutti i dirigenti di Poste Italiane.

VARIE ED EVENTUALI: qualche piccolo infortunio, tipo la chiusura di alcuni uffici postali (vedi l’esempio di Panni, in provincia di Foggia), va assolutamente evitato, poiché indurrebbe nel consumatore l’idea che anche Poste Italiane si sia piegata solo ed unicamente al business, tralasciando del tutto il suo scopo sociale. Gli uffici devono rimanere aperti anche e soprattutto nelle piccole realtà!"

AQP, NUOVA BOLLETTA E VECCHI VIZI


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Il nuovo formato della bolletta dell’Acquedotto Pugliese non ci piace per niente. E non piace nemmeno agli utenti, che non riescono a capirci un’acca.

Come al solito, si è preferito stravolgere tutto, quando bastavano pochi accorgimenti per migliorarla. Il frontespizio era praticamente perfetto, con le informazioni sull’utenza, i consumi, i numeri e gli indirizzi utili. Quello che non andava prima era il retro della fattura, poichè il dettaglio dei consumi non era chiaro e soprattutto i caratteri erano troppo piccoli. Sarebbe bastato ingrandire tali caratteri per rendere la bolletta eccellente. E invece si è scelta la strada sbagliata di mischiare le carte, confondendo ancora più le idee al consumatore.

Per non parlare, poi, di alcuni vecchi vizi dell’acquedotto che, con la nuova bolletta, sembrano essere tornati a galla più forte di prima. Pensiamo al solito consumo stimato che, oggi più che mai, è errato nella maggioranza dei casi. Singles che si vedono addebitare importi trimestrali di 100 euro, condomini che si vedono arrivare somme stratosferiche, e via dicendo. Ovviamente, in tali casi è bene effettuare il reclamo ma, ci chiediamo, come mai il sistema informatico dell’AQP non tiene conto dei reali consumi storici dell’utente per addebitare i consumi forfettari?

Insomma, una serie di difetti che abbiamo provveduto a segnalare ai vertici dell’azienda pugliese, sperando che ne facciano tesoro. Altrimenti, avranno una valanga di reclami!

CARTA: QUANTO SPRECO NEI CONTRATTI!


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Ogni volta che si fa un nuovo contratto con un’azienda telefonica, di gas, di energia elettrica e similari, ti arriva a casa un malloppo tremendo di carta. E l’utente riesce a malapena a capire cosa deve farne e quali siano i moduli da rispedire.

Questo perchè l’azienda manda a casa del consumatore tutte le condizioni contrattuali, ogni tipo di modulistica, dal reclamo all’addebito in banca, e comunicazioni varie a iosa. Insomma un turbinio di informazioni che riescono a stordire solamente il cliente.

Le vere informazioni, che poi servono al consumatore, ovvero la tariffa e i suoi diritti, spiegati ovviamente con poche parole, invece non si danno.

Il risultato finale è che una montagna di carta riempie i cassonetti dell’immondizia oppure, almeno lo speriamo, quelli della raccolta differenziata.

Basta con tutti questi alberi buttati! Le aziende inviino lo stretto necessario a casa dell’utente!

CARTA: QUANTO SPRECO NEI CONTRATTI!


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Ogni volta che si fa un nuovo contratto con un’azienda telefonica, di gas, di energia elettrica e similari, ti arriva a casa un malloppo tremendo di carta. E l’utente riesce a malapena a capire cosa deve farne e quali siano i moduli da rispedire.

Questo perchè l’azienda manda a casa del consumatore tutte le condizioni contrattuali, ogni tipo di modulistica, dal reclamo all’addebito in banca, e comunicazioni varie a iosa. Insomma un turbinio di informazioni che riescono a stordire solamente il cliente.

Le vere informazioni, che poi servono al consumatore, ovvero la tariffa e i suoi diritti, spiegati ovviamente con poche parole, invece non si danno.

Il risultato finale è che una montagna di carta riempie i cassonetti dell’immondizia oppure, almeno lo speriamo, quelli della raccolta differenziata.

Basta con tutti questi alberi buttati! Le aziende inviino lo stretto necessario a casa dell’utente!

ADSL: COM’E’ LUNGO LO SWITCH!


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E’ a dir poco incredibile quello che capita ad un utente italiano che voglia semplicemente cambiare il gestore del proprio servizio ADSL.!

Hai voglia a fare leggi, normative, circolari, interventi dell’Autority e provvedimenti sanzionatori dell’Antitrust! Alla fine il risultato è sempre lo stesso: il consumatore resta senza servizio per giorni, settimane, a volte anche mesi, alle prese con tutti gli adempimenti burocratici del caso.

Ti metti in contatto col nuovo operatore e ti comunica che serve il codice di migrazione. Telefoni al vecchio gestore, e magari dice che non risulta pervenuta alcuna disdetta. Ricontatti il nuovo e gli chiedi se l’attivazione del servizio è possibile farla anche in assenza del codice. Insomma, una telenovela infinita, che non ha fine nemmeno quando tutte le carte sono a posto, perchè magari il vecchio modem non connette più, e non sai se ne serve uno nuovo o basta una sua riconfigurazione. Il che significa chiamare un tecnico, e Dio solo sa quanto sia difficile averne uno!

Alla fine verrebbe voglia di tornare al "vecchio ovile", ma manco questo è più possibile! Tra l’altro, occorre anche dire ai consumatori italiani: "Ma per quale orrendo motivo cambiate l’operatore ADSL, se tutti quanti costano lo stesso, mediamente 20 euro al mese, e se tutti quanti sono pure tecnicamente scarsi?!"

Quello che ci vuole è una normativa chiara ed uniforme, valida per tutti, e soprattutto che preveda tempi certi in caso di switch. E forti sanzioni per gli inadempienti!

Sarà una delle prossime battaglie, e una delle prossime vittorie!

TRASPORTI: A QUANDO LA CONCILIAZIONE?


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Voli cancellati, treni in ritardo, bagagli smarriti, furti durante il viaggio, mezzi di trasporto sporchi, overbooking; per non parlare di aerei caduti, treni deragliati, incidenti stradali o attentati terroristici.

Questo è il quadro nazionale, internazionale, ma anche regionale dei trasporti. E quando l’utente reclama, non esiste ancora lo sbocco naturale della contestazione, ovvero la procedura di conciliazione. Oggi il viaggiatore è costretto, in caso di qualsiasi disservizio, a reclamare presso l’azienda di trasporto interessata e, in caso di mancata o insoddisfacente risposta, deve rivolgersi al giudice di pace. Con tutto quello che comporta in termini di spese e di tempi.

La procedura di conciliazione, gratuita sia per il consumatore che per l’azienda, risolve praticamente e rapidamente ogni tipo di controversia. Ormai tutte le aziende di ogni settore, da quello telefonico a quello energetico, da quello bancario a quello assicurativo, l’hanno adottata. Manca all’appello solo il settore trasporti: perchè?

Rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni interessate, dal Ministero agli assessorati regionali, affinchè aprano immediatamente un tavolo di concertazione che faccia adottare la procedura di conciliazione a tutti i comparti del settore trasporti.

Solo così chi viaggia in aereo, come chi prende il treno o il bus cittadino, potrà essere tutelato a dovere. 

LE BUCHE STRADALI E LA CONCILIAZIONE


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Ad Alberobello, in provincia di Bari, gli amministratori locali hanno scoperto l’enorme valore della procedura di conciliazione.

Infatti la giunta comunale ha adottato ufficialmente questa procedura bonaria di risoluzione delle controversie fra cittadini e Pubblica Amminitrazione, che non costa nulla ad entrambi i contendenti, comporta tempi rapidi, e soprattutto risolve la questione con una stretta di mano finale, e non con un braccio di ferro.

Quello che ha mosso gli amministratori della città dei trulli è stato il grande contenzioso, sollevato dai cittadini vittime di incidenti stradali dovuti ai dissesti e alle buche dello stesso manto stradale. Cosa succedeva? Succedeva che il cittadino dava mandato ad un legale, il Comune faceva lo stesso e, in caso di sconfitta, le casse comunali dovevano pagare sia il danno che le spese legali di ambedue gli avvocati.

Un esborso talmente enorme che ha convinto l’ente locale ad adottare la procedura di conciliazione. Quella stessa che già 5 anni fa, in occasione del progetto "Il ConsumaTTore in Puglia", la nostra associazione aveva proposto a tutte le amministrazioni comunali della Puglia. C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine i Comuni lo stanno capendo!

E, vi assicuriamo, pian piano la conciliazione prenderà il posto del contenzioso in tutti i Comuni.

LUCE, STANGATA DALLA TRIORARIA!


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Mogia mogia, zitta zitta, per la bolletta della luce è entrata in vigore la tariffa trioraria. Per tutti. Aziende e famiglie.

Ed è una bella batosta per tutti. L’ennesima. Passata, come le altre, in silenzio stampa, anzi con TG e giornali che nelle settimane scorse hanno annunciato nuove riduzioni sulle bollette energetiche.

Niente di vero! L’unica notizia certa l’hanno appresa tutti gli italiani aprendo le ultime bollette, e scoprendo che da ora in poi la tariffa della luce si divide in 3: costi altissimi per le cosiddette "ore di punta", ovvero dalle ore 8 alle ore 19 dal lunedì al venerdì; costi elevati per le "ore intermedie", cioè dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 dal lunedì al venerdì, e per il sabato dalle 7 alle 23; costi più bassi per le "ore fuori punta", cioè i giorni festivi e nelle ore notturne.

C’è bisogno di commento? Noi pensiamo di no perchè, oltre a far girare la testa ai consumatori, questa scelta scellerata, ovviamente legittimata da tanto di delibera dell’Autority dell’Energia, farà girare qualcos’altro agli utenti, soprattutto il portafogli. Infatti abbiamo stimato un aumento di circa il 20% secco sulle prossime bollette, a parità di consumi. E questo in tempi di prezzo basso del petrolio.

Probabilmente, visto che la scusa del barile non reggeva più, se ne sono inventata un’altra. Magari mascherata dalla solita morale dei consumi fatti di notte o nei giorni festivi. Ma cosa devono fare gli utenti, nelle ore in cui normalmente si vive? Andare in letargo?

Daremo filo da torcere a questa tariffa! Innanzitutto informandone i consumatori; e poi raccogliendo le loro firme e le loro proteste per cercare di abolirla! 

SONERIE, BATOSTA PER I GESTORI TELEFONICI


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Stavolta la scure dell’Antitrust si è abbattuta su TIM, VODAFONE & Company per la mancata chiarezza e trasparenza sui costi sopportati dagli utenti che scaricano loghi e sonerie sui cellulari.

D’altronde, sia nelle pubblicità televisive che in quelle sulla carta stampata era facile "vedere che non si vedeva nulla", poichè i caratteri tipografici con cui venivano riportate le tariffe erano così minuscoli che era impossibile leggerli.

E quindi il provvedimento dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato giunge quanto mai voluto e previsto.

Ma occorre guardare il rovescio della medaglia: questi gestori truffaldini e queste pratiche commerciali a dir poco scorrette non esisterebbero nemmeno se i consumatori, piccoli e grandi, ignorassero intelligentemente i messaggi ingannevoli, se non si fossero scioccamente innamorati di questa stramaledetta moda di inserire le sonerie più disparate e i loghi più arzigogolati per meglio identificare il proprio telefonino!

Il consumatore deve dire basta a questi tipi di consumi e di sprechi, non deve aspettare le sanzioni dell’Antitrust, che comunque non fermeranno mai questi fenomeni!