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Banche - Polidream - Page 3

IL TASSO FISSO DIMENTICATO


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Il governo, bontà sua, sta intervenendo spesso e volentieri per meglio regolare i mutui a tasso variabile. Adesso il tasso sarà agganciato al tasso della Banca Centrale Europea e non potrà comunque superare il 4%.

Lo stesso sta succedendo in campo europeo, con le varie rimodulazioni dei tassi.

Ma chi pensa ai tanti mutuatari che hanno il tasso fisso? 

Praticamente nessuno!

Chi ha avuto la disgrazia di stipulare qualche anno fa un mutuo col tasso fisso del 6-7% oggi è assolutamente penalizzato, e nessuna normativa si occupa di questo piccolo esercito. Nè ci si può aspettare una grande comprensione da parte degli istituti bancari, ovviamente restii a rivedere il tasso, oppure disponibile a farlo, ma a patto di ristipulare l’atto, con tutti i costi che ne conseguono.

Non resta che legiferare anche sui mutui a tasso fisso: è quello che chiediamo al ministro Tremonti.

“SPREAD” GONZALES COLPISCE ANCORA!


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Le banche continuano a fare di tutto per non smentire la loro brutta fama.

Finalmente due normative facevano chiarezza sul mondo dei mutui a tasso variabile, e cioè il tasso agganciato alla BCE e il tetto al 4%, e cosa fanno gli istituti di credito per aggirare la legge?

Ovviamente aumentano lo "spread", cioè quell’aggiunta di tasso che costituisce il loro guadagno! E l’hanno fatto velocissimamente, proprio alla Speedy Gonzales, contraddicendo la loro notoria lentezza!

Se prima la media dello spread si aggirava intorno all’1%, adesso si è intorno all’1,50%, con punte del 2%. Il che significa che, se il tasso BCE è sceso al 2%, i mutui praticamente resteranno al 4%, che doveva costituire il tetto massimo, e non il tetto obbligatorio.

Male ha fatto il governo a non immaginare la furbizia delle banche, e a non prevedere un tetto anche allo spread. Limite che poteva essere benissimo all’1%, abbassando così veramente tutte le rate dei mutui esistenti.

Ma il tempo e il modo per cambiare la normativa c’è, dato che comunque si è imboccata la strada giusta di porre un freno all’avidità degli istituti di credito.

MUTUI E BOLLETTE, RIBASSI IN RITARDO


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La Banca Centrale Europea abbassa il costo del denaro prima al 2,50 e poi al 2%. Effetto sui mutui italiani: ZERO!

Il petrolio è da mesi in picchiata, e pertanto il costo di luce e gas va giù. Effetto sulle bollette italiane: ZERO!

I risultati positivi di questi ribassi saranno visti dagli italiani fra qualche mese! Perchè? Perchè è così!

Gli automatismi sono veloci e fulminanti quando ci sono gli aumenti, viceversa in caso di ribasso si passa al vaglio di Commissioni, Autority, Parlamento e quant’altro, e intanto passano mesi e mesi.

Occorre, invece, che l’automatismo, specie in questo periodo di seria crisi per le famiglie italiane, sia più immediato, come è giusto che sia. E quindi bisogna che il Parlamento o il Governo approvino una leggina piccola piccola, con la quale si diano tempi certi per rialzi e ribassi di mutui e bollette. Per esempio, si potrebbe pensare ad un termine di 30 giorni, entro il quale gestori e banche dovrebbero ottemperare ai loro obblighi.

Attendiamo una mossa governativa. In caso contrario, saremo costretti a far sentire più forte la voce dei consumatori.

UNICREDIT O “BANCA” NATALE?


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Forse è proprio vero che le difficoltà proprie fanno comprendere quelle altrui. O forse sarà l’approssimarsi delle festività natalizie. Fatto sta che Unicredit, l’Istituto che più di tutti sta soffrendo l’attuale crisi finanziaria, proprio in questi giorni dà il via a due importanti iniziative a favore dei propri clienti.

Da un lato si è impegnata a rimborsare tutti i consumatori implicati nell’acquisto di titoli della Lehman Brothers; e dall’altro sospenderà per un anno il pagamento delle rate di mutuo a tutti gli utenti in difficoltà.

Per quanto riguarda la prima iniziativa, che riguarda 25.000 clienti, Unicredit ha varato un piano d’intervento a protezione degli investimenti in polizze index linked collegate a obbligazioni Lehman Brothers, convertendo le polizze in nuovi prodotti garantiti dalla compagnia che reintegreranno alla scadenza il capitale investito dal cliente, al netto delle cedole già percepite. Meglio di così!

Sul fronte mutui, invece, la banca sospenderà gratis per un anno i pagamenti alle famiglie con redditi fino a 25.000 euro all’anno che non riescono a pagare la rata a causa di uno dei seguenti eventi nel periodo che va dal 1/10/08 al 31/12/09: perdita del posto di lavoro per dipendenti a tempo indeterminato e per tutte le categorie di lavoratori atipici; cassa integrazione ordinaria e straordinaria; separazione o divorzio, per famiglie con figli a carico; decesso di uno degli intestatari.

Insomma, ogni tanto giungono buone notizie anche dagli istituti di credito: ci voleva la crisi (o il Natale) per far uscire il lato buono delle banche!

BANCHE E DEPOSITI: L’EUROPA NON TUTELA I RISPARMIATORI!


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Tutti si stanno precipitando, Presidente del Consilvio in testa, a rassicurare i risparmiatori italiani in questo periodo di crisi nera: NESSUNO PERDERA’ UN EURO!

Noi ci limiteremmo ad un più moderato e lirico "Nessun dorma, affinchè non si perda un euro!"; ma in realtà i buoi sono già scappati, e chiudere adesso le stalle è troppo tardi!

Affermare che nessuno perderà quattrini in questa fase è una grossa bugia, perchè la gran parte degli investitori ha già perso tantissime risorse. E parliamo di piccoli azionisti, di obbligazionisti, di quote di fondi comuni, insomma di quasi tutti i depositi di titoli.

La normativa italiana protegge i correntisti, e solo loro, fino a 103.000 euro; per il resto non vi è alcun ammortizzatore o rete di protezione. Quindi come si fa a dire che nessuno ci perderà?

In verità, qualcuno sta perdendo. Anzi, più di qualcuno. Innanzitutto, il "sogno americano" di Bush, basato sull’economia fasulla, sulla "finanza creativa", fatta di scatole cinesi in borsa, e non di lavoro e di impresa pura. Se l’amministrazione di destra giunge a manovre "comuniste", come quella di nazionalizzare le banche e le assicurazioni in fallimento, qualche autocritica Bush se la dovrebbe pur fare!

Ma, più degli U.S.A., ci sta perdendo la pseudo-Unione Europea, che ha federato 27 paesi solo ed unicamente sulla moneta, ovvero l’euro, ma a tutt’oggi ha ancora 27 normative diverse in tema finanziario e bancario! Il che significa "si salvi chi può", quando arriva la crisi!

Gli ammortizzatori, gli organismi di controllo, le reti di protezione, le normative, i diritti dei risparmiatori: su questi temi l’Europa unita non esiste! Ognuno ha le sue leggine, ognuno ha sistemi di controllo e di difesa diversissimi, ognuno insomma va per conto suo.

"Abbiamo fatto l’euro, ora bisogna fare gli europei" direbbe Cavour. Ma qui non si tratta di fare gli europei, quanto di unificare tutto il sistema delle normative e dei diritti in tema finanziario, in modo che il cittadino di Stoccolma sia tutelato come quello di Siracusa.

Di questo i nostri eurodeputati non si sono preoccupati, e non ci pensano minimamente!

E allora, ci chiediamo, vogliamo imitarli alle prossime, ennesime, inutili elezioni europee del 2009? Vogliamo non pensarci minimamente?!

BLOCCO TASSI, MEGLIO FARE I SORDOMUTUI!


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Sta giungendo a casa di tutti i mutuatari la lettera della Banca, nella quale si fa presente dell’opportunità offerta dalla Legge Tremonti, la n. 126 del 2008.

In sintesi, si tratta di bloccare il tasso a quello di due anni fa (più o meno il 5%) e di rinviare alla fine del piano di ammortamento il calcolo del dare e dell’avere con l’istituto di credito. Ovviamente, l’effetto immediato e positivo è quello di ridurre da subito e drasticamente l’importo della rata, ma l’effetto collaterale può essere fatale, perchè alla scadenza naturale del mutuo possono restare un bel po’ di quattrini da restituire alla banca, allungando così ulteriormente il periodo di pagamento. Immaginare questo scenario per i mutui trentennali è veramente da brivido!

Ma vi sono delle alternative, che nella lettera delle banche passano un po’ inosservate: si tratta di rinegoziare con la stessa banca, oppure di utilizzare la portabilità. Ambedue queste modalità hanno l’effetto positivo di lasciare invariato il numero delle rate residue, ma nel contempo si può dare un taglio netto al tasso variabile.

Le opzioni sono due: o tornare presso lo stesso istituto di credito e chiedere una revisione non solo del tasso "tout court", ma anche e soprattutto dello "spread" applicato, perchè in molti casi il guadagno della banca, anzichè stare intorno allo 0,80%, si aggira attorno all’1,50%(!); oppure cercarsi un altro istituto di credito, che applichi un tasso inferiore, e in tal caso non vi è alcuna spesa per il mutuatario che cambia banca, grazie alle leggi Bersani sulla liberalizzazione.

Ovviamente, in ambedue i casi si può scegliere il tasso fisso o restare in quello variabile, tenendo conto che per i mutui a lunga durata le banche applicano obbligatoriamente quello variabile. E sempre in tutti e due i casi si è liberi anche di allungare a proprio piacimento il periodo del mutuo, in modo che la rata risultante sia comunque agevole.

Un’ultima considerazione, ovviamente amara: vi ricordate che ci avevano propinato la storiella dell’euro come l’età dell’oro? I mutui sarebbero stati sempre a tasso basso, i prestiti e i fidi pure, ci sarebbe stata la parità col dollaro, avremmo mantenuto stabile il prezzo del petrolio, abbassato l’inflazione, etc. etc.

TUTTE CHIACCHIERE!

BOND PARMALAT, FINALMENTE SI CONCILIA!


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Con la sottoscrizione, da parte di tutte le Associazioni dei Consumatori del procedura di conciliazione presentata da Intesa Sanpaolo per i clienti ex Sanpaolo IMI che hanno acquistato titoli Parmalat, prende il via la fase operativa della procedura stessa.

L’iniziativa riprende l’esperienza positiva maturata negli anni passati con la procedura di conciliazione effettuata per gli ex clienti del Gruppo Banca Intesa, titolari di bond Parmalat, che ha portato ad esaminare con commissioni paritetiche tra azienda e associazioni 12.000 domande.

Il successo di questa procedura ha portato finalmente a questo accordo, che permette così ai 24.000 clienti interessati di accedere alla procedura di conciliazione, evitando così i tempi lunghi, gli alti costi e l’incertezza del contenzioso giudiziario.Tutti i consumatori interessati possono rivolgersi presso

In gni caso, per ulteriori approfondimenti i clienti potranno rivolgersi alla propria filiale o al numero verde 800.303.306 disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 14.

LIBRETTI E ASSEGNI BANCARI, ENNESIMA NORMA ANTIRICICLAGGIO


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Dal 30 aprile cambiano un bel po’ di regole in banca: niente più assegni superiori a 5.000 euro; niente più assegni liberi, poichè devono essere sempre non trasferibili; niente più libretti con somme oltre i 5.000 euro; e niente più pagamenti in contanti oltre i 5.000 euro.

Insomma, l’ennesimo giro di vite per i riciclatori di danaro sporco. Che, secondo noi, non vengono minimamente toccati da questi provvedimenti.

Piuttosto, c’è da dire che l’ipercontrollo statale e burocratico sta veramente sfociando nel "Grande Fratello"!

E nel contempo questa norma è l’ennesima mannaia per i piccoli utenti bancari, che saranno costretti a spostare i propri risparmi dal meno oneroso libretto bancario ad un nuovo corrente, senza dubbio più costoso.

La cosa strana è proprio questa: perchè il limite è valido sui libretti, e non sui conti correnti?

Per questo protesteremo presso il Ministero competente, ma nel frattempo occorre attenersi alle nuove regole entro e non oltre il 30 giugno 2009.

Altrimenti le sanzioni saranno, come al solito, durissime.

MUTUI: LE BANCHE ITALIANE GUADAGNANO TROPPO!


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Nella polemica che si sta svolgendo sul caro-mutui, e sulle enormi difficoltà che riguardano milioni di italiani, che non riescono a far fronte al rialzo dei tassi, nessuno ha ricordato che questi benedetti tassi più alti non sono solo dovuti alla Banca Centrale Europea (che Dio la maledica!), ma anche alla solita e ormai monotona "esosità" delle banche italiane.

Il tasso del mutuo è dovuto ormai solo a due fattori (e questa è stata un’altra grande vittoria dei consumatori!): l’Euribor e lo "spread" della Banca, che è il guadagno dell’Istituto di credito.

Ebbene, la media europea dello spread è pari allo 0,80.

La media italiana è esattamente il doppio, l’1,50.

Basterebbe che le banche, almeno in questo momento di estrema difficoltà per le famiglie italiane, abbassasero di circa un punto la loro provvigione, e tireremmo tutti un bel sospiro di sollievo!

Se poi il Governo istituisse un Fondo di Solidarietà, da cui attingere un altro po’ di aiuto, così come si fa con le aziende agricole alle prese coi diluvi o con la siccità, così come si fa con la cassa integrazione, allora il baratro nel quale milioni di consumatori si sentono cacciati si allontanerebbe!

Ormai il mondo bancario sta dialogando col mondo consumerista (vedi il Consorzio "Patti Chiari", la campagna "Dialogo", la conciliazione con Capitalia e BancaIntesa), ma se dalle parole adesso passassimo ai fatti, allora sì che i consumatori italiani capirebbero che le banche sono veramente cambiate e che di loro ci si può tornare a fidare!

Peccato che la Regione Puglia abbia avviato un confronto su questo tema, e non abbia invitato i consumatori: forse queste modeste proposte avrebbero sbloccato l’"impasse" e i bla-bla-bla di cui gli italiani sono stanchi!

MUTUI: PORTABILITA’ AL VIA!


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La Commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione che rende operativa la portabilità gratuita dei mutui, come previsto nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni.

La disposizione si è resa necessaria dopo i vari comportamenti illegittimi delle banche che, al momento della richiesta, da parte dell’utente, di cambiare istituto di credito, applicavano spese e commissioni varie.

La portabilità gratuita dei mutui diventa dunque un dato di fatto, e anulla valgono le "arrampicate sugli specchi" di quelle banche che non vogliono arrendersi ad una norma finalmente moderna ed europea.

Continuiamo, comunque, a lanciare appelli ai consumatori vittime di tali atteggiamenti: segnalateci le banche che non si adeguano alla normativa!