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IL LIBRO GREEN DI POLIDREAM SULLE MENSE LUCANE – LE CONCLUSIONI


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Libro Green Map 8

L’indagine sul grado di sostenibilità delle mense scolastiche e ospedaliere lucane, avviata dall’Osservatorio Green, istituito da Polidream Assoutenti, finanziato dal MISE e promosso dalla Regione Basilicata, è giunta al termine.
I risultati ottenuti sono stati racchiusi nel “Libro green”, messo a disposizione dei cittadini, degli istituti scolastici, delle aziende ospedaliere, delle istituzioni e delle aziende erogatrici lucane sul sito www.polidream.org .

Il tema della sostenibilità è ormai al centro dell’attenzione della nostra società, diversi studi hanno evidenziato che il cambiamento climatico nasce proprio dai consumi, ed è proprio il cibo il punto da cui ripartire per far fronte all’emergenza ambientale, che non può essere più ignorata, soprattutto per garantire un futuro alle nuove generazioni.
Il Covid-19 attraverso la ristorazione collettiva, che conta numeri importanti in Italia e nel mondo, ha apportato ulteriori danni all’ambiente, pertanto diventa urgente apportare modifiche nell’erogazione dei servizi mensa, in primis in quelle scolastiche e ospedaliere.

L’Osservatorio Green è stato uno strumento utile a fotografare la realtà sostenibile delle mense collettive, da un lato per conoscere e valutare le abitudini di consumo degli utenti della pubblica amministrazione, e dall’altro le pratiche di produzione delle imprese. L’Osservatorio ha raccolto e analizzato i bandi delle gare d’appalto e relativi Capitolati di servizio e le diverse Carte dei Servizi delle Aziende appaltatrici nel settore della refezione scolastica e ospedaliera.
Tutto ciò per evidenziare l’uso o meno dei materiali biodegradabili, prodotti alimentari biologici e a KM Zero, presenza di politiche contro lo spreco alimentare: in sostanza l’Osservatorio ha l’obiettivo di mettere in evidenza le “Buone Pratiche” già esistenti, e quelle realtà che hanno invece bisogno di apportare importanti modifiche nei bandi e nei relativi capitolati, oltre che nelle Carte dei Servizi adottate dalle Aziende erogatrici il servizio di refezione.

L’aspettativa dell’intervento era vedere recepita la legislazione sull’eco-sostenibilità dalla gran parte delle mense scolastiche e ospedaliere lucane, con l’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi).

Le stesse Linee Guida di indirizzo contro lo spreco alimentare, pubblicate dal Ministero della Salute, insieme alle Raccomandazioni dell’OMS e dello IARC sui corretti stili alimentari, indicano come necessario il “pasto sostenibile”, legato al territorio e in simbiosi con esso, adeguando i menù a una logica di filiera corta, incentivando lo sviluppo dell’agricoltura locale attraverso la scelta di fornitori locali che utilizzano tecniche in grado di preservare la fertilità dei suoli e la biodiversità.
Queste linee guida vogliono sottolineare il ruolo sanitario della ristorazione collettiva in generale, ponendo come modello la dieta mediterranea, caratterizzato dalla grande prevalenza di prodotti di origine vegetale e da un consumo moderato di ingredienti di origine animale. Nel testo si è data ampia risonanza all’esigenza di aumentare il consumo di prodotti vegetali, ma viene a mancare la capacità di tradurli in direttive pratiche.

Il Ministero dell’Ambiente ha varato due decreti che riguardano la ristorazione pubblica, puntando ad ottenere più biologico, meno sprechi, simbiosi tra mensa e territorio.

Insomma, il compito dell’Osservatorio era quello di identificare e promuovere quelle realtà della ristorazione collettiva che si sono posti il problema dell’impatto del pasto sull’ambiente, fornendo un servizio attento alla salute dei bambini, dei pazienti e a quella del pianeta.

Da tutti i dati raccolti, il quadro lucano della refezione scolastica ed ospedaliera non è molto confortante: il settore ospedaliero è totalmente da rifondare, dato che non ha recepito alcuna normativa in tema di eco sostenibilità, né la legge sui diritti dei consumatori; invece per la realtà scolastica vi sono alcune note positive: i 40 comuni analizzati hanno tutti il divieto di prodotti OGM, il Bio è usato dal 50%, il Km zero e la DOP e IGP dal 40%; lo stesso dicasi per le diete speciali e i programmi di educazione alimentare, attivati per il 50%.
Certo, la strada è ancora lunga, se è vero che per quanto riguarda l’educazione all’ecosostenibilità, la riduzione degli sprechi, l’uso della raccolta differenziata e la politica plastic-free, solo il 15% delle mense scolastiche ha avviato programmi in tal senso; per non parlare dell’uso di automezzi ecologici, previsto solo da un misero 8%.
Dulcis in fundo, nemmeno le Commissioni Mensa “sfondano” in Basilicata, dato che esistono solo per il 30% delle refezioni scolastiche; quindi anche la partecipazione è un tema tutto da riscoprire per il mondo della refezione lucana che, ricordiamo, si è completamente dimenticato di applicare la Finanziaria 2008, laddove imponeva proprio la concertazione con le associazioni dei consumatori, oltre al monitoraggio dello stesso servizio di mensa.
E lo stesso dicasi per la Carta della Qualità dei Servizi, che impone precisi standards di qualità da rispettare e diritti dell’utente ben definiti, ma anche in tal caso si tratta di un’illustre sconosciuta.
E che dire dei CAM, i Criteri Ambientali Minimi che, insieme al credo dell’ecosostenibilità, dovrebbero guidare ogni minimo passo mosso dal settore della refezione? Ma ancora una volta bandi e capitolati non tengono conto di questa fondamentale normativa di indirizzo.
Insomma, un quadro ricco di moltissime ombre, ma anche di qualche luce e di incoraggianti inizi sulla via della green economy e di un’alimentazione consapevole, ma con un grosso scoglio da superare: la mancata partecipazione degli stessi utenti e delle associazioni che li rappresentano.
E’ la prima autentica rivoluzione da effettuare, anche per rispettare la predetta normativa risalente al lontano 2008, che permetterà di ottenere finalmente mense “green”, con piatti “sostenibili”, e la diffusione dei principi di una sana educazione alimentare ed ambientale, proprio grazie ad un continuo monitoraggio e ad una costante concertazione da parte delle associazioni dei consumatori.
Nel frattempo Polidream Assoutenti è a disposizione di tutti gli utenti delle refezioni in caso di qualsiasi tipo di contestazione, di informazione, di consulenza ed assistenza.

LA PRESIDENTE
Angela Mannarini

MENSE LUCANE: POLIDREAM CONFRONTA CHI E COME EROGA IL SERVIZIO


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Continua la Campagna informativa del progetto “MENSE LUCANE Più SOSTENIBILI E SANE”, finanziato dal MiSE e promosso dalla Regione Basilicata.
L’Osservatorio Green, istituito da Polidream Assoutenti nell’ambito delle attività progettuali, dopo aver preso visione e analizzato gli standards di qualità del servizio di refezione scolastica ed ospedaliera erogato dalle Aziende in Basilicata, ha piacevolmente constatato che alcune di loro hanno già intrapreso il percorso verso la sostenibilità, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, poiché spesso, ancora una volta, le esigenze delle amministrazioni pubbliche locali, delle aziende erogatrici e degli utenti non combaciano.
Ma intanto conosciamo le aziende, anche se molte di loro ci hanno fornito dati molto vaghi, con il timore di “scoprire le carte”, poiché preoccupati della concorrenza, augurandoci che questo sia l’unico motivo, dato che diviene facile immaginare che sia il capitolato a non essere rispettato.

EP SpA: logistica sostenibile per le mense
Per rispondere alle indicazioni dell’Amministrazione Comunale, che chiede maggiore attenzione all’ambiente nella gara per il servizio di refezione, Ep, azienda attiva nei servizi di ristorazione collettiva, da diversi anni ha siglato un accordo con Renault, per la consegna sostenibile dei pasti nelle scuole mediante l’utilizzo di una flotta elettrica per il trasporto: 30 veicoli 100% elettrici che ridurranno le emissioni di oltre 46 quintali di Co2. Un indubbio vantaggio in termini ambientali.

ASTEA Multiservizi S.r.l.
Nata per iniziativa del Comune di Lavello (PZ), è una società dedicata all’erogazione di servizi di utilità, come la refezione scolastica, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente in modo eco sostenibile.
I pasti vengono somministrati senza l’utilizzo della plastica ( plastic – free), i prodotti dell’ortofrutta sono a Km.0 , l’olio è l’unico prodotto Bio utilizzato, prepara diete specifiche per celiaci e musulmani.

IL “MENU GREEN” DI SERENISSIMA RISTORAZIONE
L’interesse manifestato da Serenissima verso il tema della sostenibilità ambientale ha condotto l’azienda a dotarsi di uno strumento di valutazione dell’impronta ambientale associata al proprio servizio di ristorazione ospedaliera, con un approccio basato sul ciclo di vita.
In particolare, ha eseguito una valutazione dell’impronta ambientale del menù, analizzando ogni singolo prodotto lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita, ossia dall’estrazione delle materie prime, allo scenario di fine vita, passando attraverso la lavorazione dei materiali, l’assemblaggio del prodotto e l’uso, avendo così come unico obiettivo il raggiungimento di un menù 100% green.

LADISA, RISTORAZIONE PLASTIC FREE
In linea con quanto stabilito dall’Unione Europea, che dal 2021 ha bandito prodotti usa e getta non degradabili, l’azienda Ladisa Ristorazione ha avviato una serie di riorganizzazioni dei servizi ispirate alla riduzione/eliminazione della plastica, d’intesa con alcune istituzioni pubbliche.
Niente più bicchieri, piatti e posate di plastica, ma prodotti biodegradabili a marchio Ecolabel da smaltire nell’organico e sostituzione delle bottiglie da mezzo litro con contenitori più capienti, fino alla progressiva eliminazione degli stessi e rimpiazzo con dispenser. Tali azioni finalizzate all’eliminazione della plastica, unite all’impiego di prodotti biologici in larghissima quantità, hanno consentito ai Comuni di Bari e Matera – amministrazioni servite da Ladisa – di ottenere il premio di mensa di eccellenza da parte del Mipaf, con un contributo economico destinato alle pubbliche amministrazioni per la riduzione dei costi dello stesso servizio.
SOC.COOP MULTISERVICE SUD : menù biologico e a Km. zero
La Soc.Coop Multiservice Sud nelle sue mense scolastiche, con il coinvolgimento delle Commissioni mensa e delle famiglie, è impegnata a realizzare iniziative e progetti di educazione alimentare, supportando i genitori nell’educare i propri figli a stili alimentari sani, alla sperimentazione di nuovi gusti (in particolare nei più piccoli), alla composizione equilibrata dei sapori, rendendoli in grado di compiere nel tempo delle scelte di consumo consapevole e di acquisire delle sane abitudini alimentari da seguire anche fuori dall’ambiente scolastico.
La Soc.Coop Multiservice Sud garantisce nelle proprie mense, anche ospedaliere, materie prime selezionate, controllate e certificate, selezionando scrupolosamente i propri fornitori nel rispetto e nella garanzia degli standard di sicurezza, qualità e rintracciabilità, avendo particolare riguardo nel dare sempre più spazio ai prodotti biologici, del territorio ed a chilometro zero, e sostenendo e promuovendo progetti eco-sostenibili nel rispetto della natura e del green.

LA CASCINA: Sostenibilità e Solidarietà
La promozione di modelli di sviluppo sostenibile, e quindi di consumo responsabile e consapevole, è uno dei principali valori su cui poggia la missione della Cascina Global service. Il percorso intrapreso pone al centro delle sue Strategie lo sviluppo della tutela ambientale.

LA SERENA COOPERATIVA SOCIALE
Interviene con il servizio di refezione scolastica nei Comuni di Tricarico, Grassano, Ferrandina e Garaguso.
Il menù è costituito in piccola parte da prodotti biologici, vi è la preparazione di piatti speciali per i celiaci e musulmani. Circa il plastic- free la Cooperativa sarebbe pronta ad inserire stoviglie in materiale biodegradabile, ma i bandi di gara non lo richiedono.

SLEM SRL
Presente sul territorio lucano a Melfi, Potenza e Venosa.
Nello svolgimento della sua attività, che avviene negli istituti scolastici e negli ospedali, la SLEM SRL pone la sua attenzione alla sostenibilità. Difatti dice MAI agli OGM, Sì al Biologico, sì al Plastic – free .

LA COOPERATIVA DI LAVORO SOLIDARIETÀ E LAVORO
Pur rappresentando da circa 10 anni una realtà nel settore della ristorazione collettiva, tale cooperativa a tutt’oggi non ha attuato alcuna iniziativa “green”.

Tirando le somme, possiamo dire che la fotografia sviluppata sul mondo della refezione ospedaliera è completamente buia, dato che in tale settore nulla di ecosostenibile è previsto, mentre per la refezione scolastica vi sono molte ombre, ma anche alcune luci, quando la volontà “green” dell’azienda ha la fortuna di incontrare capitolati e bandi di comuni che puntano sulla sostenibilità del servizio. E questo sta capitando più o meno nel 30% dei casi analizzati sul territorio lucano, laddove cioè gli enti comunali emanano bandi che hanno almeno le prime intenzioni di ecosostenibilità, ovvero decidere un menu basato sul bio, Km zero, fare a meno delle stoviglie in plastica monouso, etc. etc. Purtroppo la gran parte dei bandi resta obsoleto e lontano dal concetto di sostenibilità, non rispettando peraltro le varie direttive dell’Unione europea in merito.
Intanto il consiglio che rivolgiamo agli utenti del servizio di refezione a scuola e ai pazienti ospedalieri è quello di richiedere la Carta dei servizi dell’azienda erogatrice, e farsi assistere in caso di contestazioni dai nostri sportelli presenti sul sito www.polidream.org

POLIDREAM ESAMINA I BANDI DELLE REFEZIONI LUCANE


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Nell’ambito del progetto “MENSE LUCANE PIU’ SOSTENIBILI E SANE”, finanziato dal MISE e promosso dalla Regione Basilicata, l’Osservatorio Green di Polidream Assoutenti ha analizzato i capitolati e i bandi relativi al servizio di refezione scolastica ed ospedaliera di ben 50 comuni della Basilicata, alla luce degli standards di qualità che il servizio stesso deve garantire agli utenti.
Innanzitutto, va detto che 10 comuni (di quelli più piccoli, per fortuna) non hanno né pubblicato né fornito bandi e capitolati, per cui l’analisi si è ridotta a 40 realtà.
Per quanto riguarda le Aziende Ospedaliere, si sono analizzati i capitolati di POTENZA, PESCOPAGANO, MATERA, RIONERO IN VULTURE , POLICORO, TRICARICO, STIGLIANO, PISTICCI, VENOSA, LAURIA, MARATEA, VILLA D’AGRI, LAGONEGRO e MELFI, in pratica tutte le refezioni ospedaliere di Basilicata, e il risultato è stato sconfortante, dato che sono praticamente tutti uguali, non vi è nessun riferimento a standards qualitativi e si parla solo di soddisfazione dell’utente e di un monitoraggio svolto in tal senso, non si sa da chi e con impegni molto vaghi.
In tali capitolati, come anche in quelli per la refezione scolastica, la prima lacuna che salta agli occhi è l’assoluta mancanza del rispetto, o almeno riferimento, all’art. 2 comma 461 della Legge Finanziaria 2008, che impone l’attività di monitoraggio del servizio da parte delle associazioni dei consumatori, la redazione di una Carta della Qualità dei Servizi e la risoluzione delle controversie tramite la procedura di conciliazione, oltre ad una sessione annuale di verifica con tutte le parti interessate: nulla di tutto ciò in tutti i comuni, e questo è veramente grave!
Poi ci siamo preoccupati di vedere i richiami e i livelli di qualità, con ben 13 parametri riferiti ai prodotti usati per l’alimentazione, con l’utilizzo o meno del biologico o del Km zero, alla politica ambientale, con la decisione di rinunciare o meno alla plastica, di differenziare i rifiuti, di usare automezzi ecologici o di attuare programmi di educazione all’ecosostenibilità, all’attivazione o meno di programmi di educazione alimentare, alla possibilità di diete speciali, alla politica di riduzione degli sprechi e di destinare gli avanzi alle Onlus, fino all’esistenza o meno di Commissioni Mensa.

Ecco in sintesi e schematicamente i risultati:
PRODOTTI BIO : 22 comuni su 40
PRODOTTI KM ZERO: 15 comuni
PRODOTTI DOP/IPG; 16 comuni
NO OGM: tutti i 40 comuni
PRODOTTI EQUOSOLIDALI: 8 comuni
DIETE SPECIALI: 21 comuni
EDUCAZIONE ALIMENTARE: 22 comuni
EDUCAZIONE AMBIENTALE: 7 comuni
PLASTIC-FREE: 6 comuni
RIDUZIONE SPRECHI: 8 comuni
RACCOLTA DIFFERENZIATA: 7 comuni
AUTOMEZZI ECOLOGICI: 3 comuni
COMMISSIONE MENSA: 11 comuni

Come si può vedere, il quadro non è molto confortante: l’unica nota positiva e comune alle 40 realtà scolastiche è il divieto di prodotti OGM, per il resto il Bio è usato solo dal 50%, il Km zero e la DOP e IGP dal 40%; lo stesso dicasi per le diete speciali e i programmi di educazione alimentare, attivati solo per il 50%. Per non parlare dell’educazione all’ecosostenibilità, alla riduzione degli sprechi, all’uso della raccolta differenziata e alla politica plastic-free, attivati appena dal 15% delle mense scolastiche; fino all’uso di automezzi ecologici, previsto solo da un misero 8%.
Dulcis in fundo, nemmeno le Commissioni Mensa “sfondano” in Basilicata, dato che esistono solo per il 30% delle refezioni scolastiche.
Fra le particolarità da notare, quasi tutte positive, evidenziamo le seguenti:
– a Potenza si parla di prevalenza di prodotti locali, ma senza definirne una precisa percentuale;
– a Matera la prevalenza è di prodotti bio e regionale, ma con l’esclusione di carne e pesce (!), e in questo comune vi è l’unico riferimento alla dieta mediterranea;
– a Tursi, invece, vi sono percentuali precise per alimenti bio e Km zero; inoltre sono previsti imballaggi solo riciclabili ed elettrodomestici a basso consumo;
– a Satriano c’è l’uso esclusivo di prodotti bio, DOP, IGP, Km zero, equosolidali, ed inoltre il plastic-free è anche made in Italy;
– a Tito hanno deciso per il plastic-free, ma l’acqua è prevista nelle bottiglie di plastica (!);
– Vietri è l’unico comune che prevede un certo numero di pasti gratuiti, l’eliminazione degli imballaggi e il programma di ZERO RIFIUTI;
-Rotonda, Castelluccio Inf. E Sup. sono gli unici che prevedono prodotti provenienti da agricoltura sociale, mentre Latronico preferisce gli alimenti dell’agricoltura solidale.
Insomma, un quadro ricco di moltissime ombre, ma anche di qualche luce e di incoraggianti inizi sulla via della green economy e di un’alimentazione consapevole, ma con un grosso scoglio da superare: la mancata partecipazione degli stessi utenti e delle associazioni che li rappresentano.
E’ la prima autentica rivoluzione da effettuare, anche per rispettare la predetta normativa risalente al lontano 2008, che permetterà la diffusione dei principi di una sana educazione alimentare ed ambientale, proprio grazie ad un continuo monitoraggio e ad una costante concertazione da parte delle associazioni dei consumatori.

POLIDREAM E IL GRADIMENTO “GREEN” DELLA REFEZIONE IN BASILICATA


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Continua l’azione dell’Osservatorio Green, istituito da Polidream Assoutenti per il progetto “Mense lucane più sostenibili e sane”, promosso dalla Regione Basilicata e finanziato dal MiSE.

Agli Istituti scolastici e agli ospedali delle Province di Potenza e Matera è stato inviato un breve questionario legato al grado di soddisfazione della refezione scolastica e ospedaliera, per rilevarne la sostenibilità, che è un obiettivo urgente da raggiungere, per garantire un presente e un futuro di qualità alle nuove generazioni.
Nel caso in cui il servizio non fosse attivo per via della triste situazione che il mondo scolastico sta vivendo a causa del Covid, ai dirigenti scolastici, insegnanti, alunni e famiglie è stato chiesto di fotografare il servizio di refezione erogato l’anno precedente.

Qui di seguito il questionario sul grado di sostenibilità:

1) Il menù è costituito da prodotti Bio, di filiera corta e a Km 0, e quindi a basso impatto ambientale?
2) Qual è il nome dell’Azienda che eroga il servizio? Siete in possesso della Carta della Qualità dei Servizi della stessa Azienda?
3) I pasti vengono somministrati con stoviglie plastic free?
4) Vi è presenza di menù speciali (ad. es. per celiaci, vegetariani, vegani)?
5) Vi è la presenza di un comitato mense? Quali le problematiche ed esigenze avanzate dallo stesso?

Il Ministero dell’Ambiente ha varato due decreti che riguardano la ristorazione pubblica, puntando ad ottenere più biologico, meno sprechi, simbiosi tra mensa e territorio.
Il menù, per una maggiore trasparenza, deve essere pubblicato on-line sui siti web dell’Istituto scolastico, dell’azienda ospedaliera e del Comune, ed esposto in copia cartacea nelle bacheche a disposizione del pubblico.

L’associazione consumatori Polidream ricorda agli utenti del servizio di refezione che è possibile inoltrare segnalazioni o reclami all’indirizzo mail info@polidream.org o direttamente presso gli sportelli indicati su www.polidream.org, e che sullo stesso sito è disponibile un box informativo.

EXPO CONSUMATORI 2020


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https://www.assoutenti.it/da-lunedi-14-dicembre-expo-consumatori-4-0-per-rimettere-i-cittadini-al-centro/

POLIDREAM: PIU’ SOSTENIBILITA’ NELLE MENSE LUCANE


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“Mense lucane sostenibili e sane”, oggi è possibile grazie alla nascita dell’”Osservatorio Green”.

Attraverso l’”Osservatorio Green” verrà monitorato il grado di eco-sostenibilità e qualità delle mense scolastiche ed ospedaliere presenti sul territorio lucano.

 Il tema della sostenibilità è ormai al centro dell’attenzione della nostra società.

Diversi studi hanno individuato proprio nel cibo il punto da cui ripartire per far fronte all’emergenza ambientale (e oggi anche pandemica), che non può più essere ignorata, soprattutto per garantire un futuro alle nuove generazioni.

 La ristorazione collettiva, che conta numeri importanti in Italia e nel mondo, deve apportare urgenti modifiche nell’erogazione del servizio nel mondo scolastico e ospedaliero.

 Nell’ambito del progetto “Mense lucane più sostenibili e sane”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e promosso dalla Regione Basilicata,  l’Osservatorio istituito dalla Polidream Assoutenti ha individuato e sottoposto al monitoraggio:

40 Comuni lucani in Provincia di Matera e di Potenza;

9 Aziende appaltatrici erogatrici del servizio di refezione;

40 Istituti Comprensivi, tra scuola dell’Infanzia e di Primo grado presenti nei comuni interessati;

le Aziende Ospedaliere presenti nelle due province.

 Una prima lettera di informazione del progetto e degli obiettivi previsti è stata inviata a tutti i suddetti attori: dai Sindaci agli Assessori e ai dirigenti del settore, dalle Aziende erogatrici il servizio di refezione scolastica e ospedaliera ai dirigenti degli istituti scolastici interessati e ai dirigenti delle Aziende ospedaliere.

Questo primo contatto è servito a richiedere copia dei bandi di gara in corso e dei relativi capitolati di servizio, oltre alle Carte dei Servizi, strumenti necessari per l’azione di monitoraggio, che metterà in evidenza sicuramente quelle carenze, che rendono oggi le mense nemiche della salute del piccolo grande consumatore e del pianeta.

I risultati ottenuti verranno inseriti, di volta in volta, nella Banca dati dell’Osservatorio, realizzata mediante specifico programma informatico sul sito www.polidream.org.

L’azione di monitoraggio aiuterà il raggiungimento degli obiettivi che il progetto si prefigge:  finalmente l’inserimento nei menù di prodotti sostenibili, a km zero, a meno impatto ambientale e plastic free.

La Polidream Assoutenti è pronta ad accogliere presso i propri sportelli ogni tipo di segnalazione da parte dei genitori degli studenti e da parte dei pazienti, per il miglioramento delle mense locali scolastiche ed ospedaliere.

Intanto invitiamo le istituzioni e le aziende erogatrici ad adottare nei bandi, nei relativi capitolati speciali e nelle Carte dei servizi nel più breve tempo possibile le “Linee Guida di indirizzo contro lo spreco alimentare”, pubblicate dal Ministero della Salute, insieme alle raccomandazioni dell’OMS e dello IARC sui corretti stili alimentari, che indicano come necessario “il pasto sostenibile”.

                                                    IL PRESIDENTE POLIDREAM ASSOUTENTI

                                                                            Angela Mannarini

POLIDREAM SOSTIENE L’ECONOMIA CIRCOLARE


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L’economia circolare nasce in contrapposizione all’economia lineare, che sta portando alla distruzione del pianeta.

Per praticarla concretamente occorre adottare nuovi processi di produzione e di distribuzione, oltre a un nuovo modo di acquistare e consumare, e magari riusare.

L’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030.

I 5 principi di base dell’Economia Circolare sono:

ECO PROGETTAZIONE: progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione.

MODULARITÀ E VERSATILITÀ: dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne.

ENERGIE RINNOVABILI: affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili.

APPROCCIO ECOSISTEMICO: pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.

RECUPERO DEI MATERIALI: favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.

 La stessa Unione Europea è partita da questi criteri per imprimere una svolta “green” alle politiche economiche del vecchio continente, dandosi nuovi indicatori:

Impronta ecologica

Si tratta di un indicatore che misura la porzione di terra e di mare necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana. Serve a stimare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle. Usare al meglio le risorse e produrre meno rifiuti può dar vita a nuove forme di business e innovazione.

Riparabilità

Insieme al riuso, la riparabilità sostituisce l’ingranaggio fondativo del “prendere, produrre, buttare” alla base dell’economia lineare. La Commissione Europea promuove i prodotti più riparabili. Per questo si incentiva una progettazione ecocompatibile e la diffusione di informazioni chiare sulla riparazione di un oggetto. Inoltre si sta cercando di fare test indipendenti sulla cosiddetta obsolescenza programmata.

Sharing

Questa parola inglese indica la possibilità di condividere un bene o un servizio. Basti pensare che un’auto resta ferma per il 92% della sua vita, per capire come l’esclusività d’uso sia ormai fuori dal tempo. Con il car sharing la produttività delle risorse utilizzate per costruire l’auto aumenta considerevolmente.

 Rifiuti

Se non è possibile il riciclo o evitare di produrne, è necessario recuperare il contenuto energetico preferibile all’abbandono in discarica. La termovalorizzazione viene ammessa dall’UE, dato che contribuisce a creare sinergie con le politiche unionali in materia di energia e clima, seguendo però i principi della gerarchia dei rifiuti stabilita dall’UE.

Sprechi alimentari

Ogni anno 100 tonnellate di cibo all’anno vengono sprecate in Europa. Oltre all’impatto economico e ambientale, bisogna tenere in considerazione quello sociale. Per questo pensare in termini di economia circolare significa anche ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e produzione, migliorare la conservazione dei cibi sugli scaffali grazie a un packaging intelligente e monitorare gli sprechi.

L’ECONOMIA CIRCOLARE IN PUGLIA

Mentre in Europa è centrale il dibattito sull’economia circolare, in Puglia l’economia lineare la fa ancora da padrona e lo dimostra sia la media percentuale di raccolta differenziata, ferma al 36,2%, che l’elevata quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari al 52%.

Per fortuna, non mancano gli esempi positivi, fra cui i 6 campioni dell’economia circolare saliti sul podio del Treno Verde  di Legambiente, premiati con una medaglia realizzata con The Breath, un innovativo tessuto in grado di assorbire e disgregare le molecole inquinanti.

Sono ben 13.147 le imprese artigiane in Puglia che operano nei settori della riparazione, manutenzione, riciclo e recupero dei materiali. Rappresentano il 18,6 del totale delle aziende artigiane. È quanto rileva il Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha condotto un’indagine sull’economia cosiddetta «circolare».

In particolare, la logica dell’economia circolare prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, grazie ad una serie di accorgimenti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Tra gli interventi figurano la sostituzione delle materie pericolose o difficili da riciclare nei processi di produzione; la progettazione eco-compatibile di prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, ammodernare o rifabbricare; lo sviluppo di servizi di manutenzione e riparazione rivolti ai consumatori; la riduzione della quantità di materie prime necessarie; la diminuzione del consumo di energia nelle fasi di produzione; gli incentivi per l’adozione di sistemi di raccolta differenziata che possano contenere, al minimo, i costi di riciclaggio e riutilizzo; la simbiosi industriale che favorisce il raggruppamento di attività per evitare che i sottoprodotti diventino rifiuti.

Dallo studio risulta che la provincia di Bari con le sue 5.600 aziende è quella che esprime il tasso più elevato di economia circolare tra le province pugliesi. Al terzo posto, dietro Lecce (3.352), si piazza la provincia di Foggia (1.714). Chiudono Taranto (1.248) e Brindisi (1.233).

In Italia, nel settore manifatturiero e nei servizi un’azienda artigiana con dipendenti su quattro effettua investimenti in prodotti e tecnologie green a maggior risparmio energetico o minor impatto ambientale. In Puglia, nel manifatturiero si contano 2.104 imprese green, pari al 31,4 per cento del totale delle aziende manifatturiere, mentre nei servizi ce ne sono 2.422, ovvero il 22,8 per cento del totale di quelle che erogano servizi. Su base provinciale, si conferma Bari con 1.479 imprese green, seguita da Lecce (1.044), Foggia (499), Taranto (467) e Brindisi (419).

Sul sito e presso tutti gli sportelli Polidream Assoutenti è disponibile il materiale informativo sulla

ECONOMIA CIRCOLARE

Campagna informativa “Puglia InFormAlimentazione2” – Intervento n. 1 Informo Assisto Tutelo – Programma Generale di Intervento  della Regione Puglia realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018”

COVID-19: PER POLIDREAM UN’OCCASIONE PER LA MOBILITA’ “GREEN”


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Continua la campagna informativa di Polidream Assoutenti sul consumo sostenibile.

CORONAVIRUS: l’inquinamento ha aperto la strada alla diffusione dell’infezione.

Questo è quanto è emerso dai diversi studi, portati avanti dai ricercatori della Aarhus University e dal Dipartimento di medicine dell’Università di Siena, che hanno messo a confronto i dati della Protezione Civile Italiana sulla mortalità, i dati medici legati alle condizioni di salute o malattie respiratorie, e infine dati presi dall’Agenzia europea dell’Ambiente, che osserva le concentrazioni di PM10, NO2 e altri valori.

Non a caso la Pianura Padana (Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna) è tra le aree geografiche più colpite dal virus, essendo essa stessa una zona a livelli altissimi di inquinamento, addirittura ben più della zona di Wuhan in Cina.

Come dobbiamo affrontare il futuro? Come possiamo proteggerci dalla numerosa famiglia dei Coronavirus, in attesa di sconfiggere la causa della sua insorgenza?

Sarebbe opportuno impegnarsi una volta per tutte a ridurre l’inquinamento atmosferico; non basta prendere misure emergenziali poco efficaci o lamentarsi del problema, bisogna attuare una politica ragionata, continuativa e strategica, con un obiettivo concreto: “Green City”.

Diventa utile e necessario adottare nuove buone  pratiche green per rendere più sostenibile la mobilità nelle città, per ridurre gli spostamenti non necessari, per ridurre l’uso dell’auto e per promuovere l’uso di mezzi più ecologici. Ma bisogna anche rivedere lo spazio urbano, perché deve assicurare prossimità delle residenze ai servizi, alle strutture lavorative e ricreative, così da ridurre gli spostamenti da una zona all’altra della città e i pendolarismi.  

 NUOVE FORME DI MOBILITA’ SOSTENIBILE E CONDIVISA

Carsharing

Il carsharing è un servizio che consente di noleggiare automobili per breve tempo senza bisogno di assistenza da parte di personale. Le automobili sono distribuite a rete all’interno di un’area di dimensioni variabili: la rete può avere un’estensione urbana, regionale o nazionale come per esempio accade con il servizio di Mobility in Svizzera. Di norma comunque è un servizio che viene utilizzato in ambito urbano. Ad oggi i sistemi di carsharing sono principalmente quattro:

Station based – I veicoli sono parcheggiati in apposite aree a formare una stazione e possono essere prelevati senza interazioni con il personale. L’utente iscritto al servizio prenota e noleggia il veicolo attraverso un portale informatico (App o sito web) per poi riconsegnarlo al termine dell’utilizzo. Il carsharing Station Based comprende due sottosistemi: il servizio round trip in cui la riconsegna del veicolo avviene nella medesima stazione del prelievo – che è il più frequente – e il servizio one-way, che permette anche di poter lasciare la vettura in una stazione diversa da quella di prelievo.

Free floating – I servizi free floating o a flusso libero si differenziano da quelli station based per il fatto che le automobili possono essere prelevate e depositate all’interno di un’area predefinita. Non sono previste stazioni, le auto sono dotate di GPS e vengono dunque localizzate dall’utente con un’App.

Peer-to-peer – Il carsharing peer-to-peer è un servizio di noleggio fra privati, che permette al proprietario di un veicolo di affittare il suo mezzo ad altri utenti. Normalmente, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di veicoli, il noleggio di breve durata avviene tra privati che sono registrati nella stessa piattaforma di condivisione.

Ridesharing/Carpooling – Il ridesharing è un servizio di mobilità basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che devono percorrere uno stesso itinerario, o parte di esso. Il ridesharing non si configura come un attività di impresa e i passeggeri possono solo contribuire alle spese di trasporto sostenute dal proprietario/conducente del veicolo. Il principio base consiste dunque nell’aggiungere passeggeri ad un viaggio prestabilito.

In Italia il ridesharing di fatto coincide con il solo servizio di carpooling che è anche il nome più frequentemente utilizzato per designare questo tipo di servizio di mobilità condivisa.

Sul sito e presso tutti gli sportelli Polidream Assoutenti è disponibile il materiale informativo sulla

BIO-CUCINA

 

Campagna informativa “Puglia InFormAlimentazione2” – Intervento n. 1 Informo Assisto Tutelo – Programma Generale di Intervento  della Regione Puglia realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018”

L’ECONOMIA CIRCOLARE SALVERA’ IL PIANETA


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L’economia circolare nasce in contrapposizione all’economia lineare, che sta portando alla distruzione del pianeta.

Per praticarla concretamente occorre adottare nuovi processi di produzione e di distribuzione, oltre a un nuovo modo di acquistare e consumare, e magari riusare.

Infatti, secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, ovvero un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

 Il nostro compito è sensibilizzare le amministrazioni locali, aziende di produzione  e di distribuzione le società pubbliche, le imprese private ad applicare il modello circolare alle loro attività.

L’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030.

I 5 principi di base dell’Economia Circolare

ECO PROGETTAZIONE: progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione.

MODULARITÀ E VERSATILITÀ: dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne.

ENERGIE RINNOVABILI: affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili.

APPROCCIO ECOSISTEMICO: pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.

RECUPERO DEI MATERIALI: favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.

 La stessa Unione Europea è partita da questi criteri per imprimere una svolta “green” alle politiche economiche del vecchio continente, dandosi nuovi indicatori:

Impronta ecologica

Si tratta di un indicatore che misura la porzione di terra e di mare necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana. Serve a stimare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle. Usare al meglio le risorse e produrre meno rifiuti può dar vita a nuove forme di business e innovazione.

Riparabilità

Insieme al riuso, la riparabilità sostituisce l’ingranaggio fondativo del “prendere, produrre, buttare” alla base dell’economia lineare. La Commissione Europea promuove i prodotti più riparabili. Per questo si incentiva una progettazione ecocompatibile e la diffusione di informazioni chiare sulla riparazione di un oggetto. Inoltre si sta cercando di fare test indipendenti sulla cosiddetta obsolescenza programmata.

Sharing

Questa parola inglese indica la possibilità di condividere un bene o un servizio. Basti pensare che un’auto resta ferma per il 92% della sua vita, per capire come l’esclusività d’uso sia ormai fuori dal tempo. Con il car sharing la produttività delle risorse utilizzate per costruire l’auto aumenta considerevolmente.

 Rifiuti

Se non è possibile il riciclo o evitare di produrne, è necessario recuperare il contenuto energetico preferibile all’abbandono in discarica. La termovalorizzazione viene ammessa dall’UE, dato che contribuisce a creare sinergie con le politiche unionali in materia di energia e clima, seguendo però i principi della gerarchia dei rifiuti stabilita dall’UE.

Sprechi alimentari

Ogni anno 100 tonnellate di cibo all’anno vengono sprecate in Europa. Oltre all’impatto economico e ambientale, bisogna tenere in considerazione quello sociale. Per questo pensare in termini di economia circolare significa anche ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e produzione, migliorare la conservazione dei cibi sugli scaffali grazie a un packaging intelligente e monitorare gli sprechi.

Sul sito e presso tutti gli sportelli Polidream Assoutenti è disponibile il materiale informativo sull’

ECONOMIA CIRCOLARE

Campagna informativa “Puglia InFormAlimentazione2” – Intervento n. 1 Informo Assisto Tutelo – Programma Generale di Intervento  della Regione Puglia realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018”

PANDEMIA E NUOVI CONSUMI


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La pandemia da coronavirus sta avendo ripercussioni sulla vita di tutti; sta sconvolgendo abitudini, modi di vivere ma apre anche una riflessione su come ripensare il nostro stile di vita,  i nostri consumi, le nostre città. Superata questa crisi avremo fatto qualche passo avanti per capire meglio quali azioni adottare per sostenere il cambiamento ?

Quest’ultima pandemia deve spingerci a ripensare il rapporto tra uomo, consumi e ambiente; è l’occasione per realizzare un’analisi attenta delle diverse criticità determinate da alcuni modelli di produzione e di consumo.  Le emissioni di gas serra durante il lockdown sono calate notevolmente, ma dopo la crisi le emissioni torneranno a crescere se non si cambia il modo di produrre, di acquistare e di consumare.

Quando acquistiamo, difficilmente riflettiamo sul fatto che prodotti e oggetti arrivano in grandi quantità da diverse parti del mondo. Il consumo nel mondo è cresciuto ad un ritmo doppio di quello della popolazione. Dal 1970 al 2017 la popolazione mondiale è aumentata di 2 volte: da 3,7 miliardi a 7,5 miliardi. Dal 1970 al 2017 il consumo mondiale è aumentato di ben quattro volte: da 26,6 a 109 Gt.

Negli ultimi anni si continua a parlare sempre di più della necessità di una svolta sostenibile e un radicale ripensamento degli attuali stili di vita delle popolazioni dei paesi industrializzati, nell’ottica di una redistribuzione delle ricchezze su scala mondiale e sopratutto della salvaguardia dell’ambiente.

E’ proprio dai consumi che bisogna ripartire per far fronte a un’emergenza ambientale e politica che non può più essere ignorata.

Dovremmo porre al centro la tutela della biodiversità e la valorizzazioni delle culture locali, favorendo la produzione su piccola scala, al fine di preservare l’integrità degli ecosistemi, poiché andremmo a ridurre notevolmente l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali del pianeta.

Insomma proiettiamoci nel nostro futuro, tornando in buona parte nel passato “sostenibile”.

Stile di vita: Aumenta il consumo sostenibile

Il 5°report Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di Life Gate, pubblicato il 31/01/2020 su un campione di 800 italiani ci mostra che il 67% è coinvolto nei confronti della sostenibilità, per la maggior parte le donne dai 35 ai 54 anni professionalmente attive, diplomate o laureate.

Tra le abitudini sostenibili degli italiani abbiamo la raccolta differenziata (il 92%), l’utilizzo di elettrodomestici a basso consumo (77%), utilizzo limitato di bottiglie in plastica (40%), il consumo di cibo biologico (34%), l’utilizzo – quando necessario – di piatti e posate biodegradabili il (34%), infine il 17% utilizza capi di abbigliamento sostenibile e il 16% prodotti di cosmesi naturale.

Le motivazioni principali che spingono i consumatori a fare acquisti sostenibili sono la responsabilità verso le generazioni future, l’amore per l’ambiente, ma anche cercare di stare bene con se stessi in modo sano e naturale.

Nel nostro comportamento di tutti i giorni qualcosa sta davvero cambiando?

Questi ultimi dati certamente ci confortano, ma la strada del consumo sostenibile da percorrere è ancora tanta.

Un’obiezione comune riguardo l’acquisto sostenibile è il costo alto, che non tutti sono disposti a sostenere.

Ci sono tuttavia alternative economiche che stanno crescendo e che ci permettono di  ottenere comunque prodotti di qualità sostenibile.

Buone pratiche green

Ma vediamo le buone pratiche green che noi consumatori dobbiamo adottare per rendere più sostenibili i nostri consumi:

– Sempre più persone scelgono un’alimentazione Plant-Based food, scegliamola anche noi.

  Un nuovo approccio alimentare consapevole, sostenibile e olistico, che pone le fondamenta sull’eco-sostenibilità e sulla tutela della biodiversità.

  Alla base dell’alimentazione plant-based vi è il rifiuto di qualsiasi alimento lavorato industrialmente e la volontà di recupero di tradizioni culinarie fortemente radicate sui territori.

L’alimentazione plant-based food,  un trend in crescita, nasce in risposta ad una crisi ambientale, culturale e sociale senza precedenti, con un focus sulla sostenibilità e uno sfruttamento delle risorse nel rispetto dei naturali bioritmi.

Il criterio che orienta la scelta è più improntato sulla provenienza degli alimenti e sulle modalità di produzione, in primis le diete plant-based prevedono l’eliminazione di ingredienti lavorati a livello industriale, compresi farine e zuccheri raffinati.

La prima cosa da sapere è che la filosofia alimentare plant-based non è categorica sull’abolizione del consumo di carne come il vegetarianismo o il veganismo, nonostante la stragrande maggioranza delle persone che adotta questo stile di vita decida di eliminare i derivati animali dalla propria alimentazione.

Infatti la vendita dei prodotti vegetali è in aumento: oggi i consumatori sono più informati sull’origine della carne e degli aspetti negativi che nascono dal suo consumo, in termini di salute umana, animale e ambientale.

Complice la paura suscitata dal Covid-19, i consumatori si stanno orientando verso i sostituti vegetali della carne molto più in fretta di quanto non avvenisse prima della pandemia.  

In confronto al mercato della carne, quello dei sostituti vegetali è ancora piccolo, ma  abbastanza per attirare nel paese grandi produttori globali di “carne” vegetale come Impossible Foods e Beyond Meat, mentre Starbucks e Kentucky Fried Chicken hanno di recente annunciato il lancio di loro prodotti vegetali, anche attraverso le consegne a domicilio. Non a caso Deliveroo, App di food delivery, che permette di ricevere a casa cibo take-away dai migliori ristoranti della città, ha raddoppiato le ordinazioni di prodotti vegani rispetto ad altri alimenti, rimasti abbastanza stabili.

Secondo i distributori specializzati, come Green Monday, i prezzi sono ormai del tutto competitivi con quelli della carne.

Qualcosa sta davvero cambiando anche in Asia: la sensibilità dei cinesi è profondamente mutata. Ora si chiedono da dove provenga la carne e sono sempre meno inclini a consumare quella dei mega allevamenti, ma anche dagli animali selvatici, un tempo molto apprezzati.

L’Asia, infatti, può contare su produzioni di materie prime attive da decenni per realizzare il tofu e gli altri derivati della soia, e su un’altrettanto efficiente rete di distribuzione e vendita. Il risultato è che negli ultimi due mesi le vendite online sono raddoppiate, con un prodotto leader di mercato, la finta carne di maiale chiamata Omnipork. Il prodotto viene usato per accompagnare gnocchi, noodles e riso, seguita da diversi prodotti come i Beyond Burgers, le crocchette e le bevande vegetali e da quelli della californiana JUST, che realizza “uova senza uova” partendo dai fagioli di soia verdi, le cui vendite sono cresciute del 30%.

Ma anche le vendite di altri  prodotti tradizionali sono in crescita. Alla fine del mese di aprile KFC inizierà ad offrire i primi piatti a base di finto pollo fritto vegano in tre ristoranti, grazie anche al supporto del colosso americano Cargill, mentre Starbucks includerà nei menu i prodotti di Beyond Meat e ha già riaperto quasi tutti i negozi chiusi per il lockdown. Esiste poi anche un competitor locale, chiamato Zhenmeat, finora presente solo a Pechino in 50 ristoranti, ma che si sta per espandere a Shenzen e Shangai.

Sul sito e presso tutti gli sportelli Polidream Assoutenti è disponibile il materiale informativo sul

CONSUMO SOSTENIBILE

Campagna informativa “Puglia InFormAlimentazione2” – Intervento n. 1 Informo Assisto Tutelo – Programma Generale di Intervento  della Regione Puglia realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018”