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Febbraio, 2021 - Polidream

IL LIBRO GREEN DI POLIDREAM SULLE MENSE LUCANE – LE CONCLUSIONI


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Libro Green Map 8

L’indagine sul grado di sostenibilità delle mense scolastiche e ospedaliere lucane, avviata dall’Osservatorio Green, istituito da Polidream Assoutenti, finanziato dal MISE e promosso dalla Regione Basilicata, è giunta al termine.
I risultati ottenuti sono stati racchiusi nel “Libro green”, messo a disposizione dei cittadini, degli istituti scolastici, delle aziende ospedaliere, delle istituzioni e delle aziende erogatrici lucane sul sito www.polidream.org .

Il tema della sostenibilità è ormai al centro dell’attenzione della nostra società, diversi studi hanno evidenziato che il cambiamento climatico nasce proprio dai consumi, ed è proprio il cibo il punto da cui ripartire per far fronte all’emergenza ambientale, che non può essere più ignorata, soprattutto per garantire un futuro alle nuove generazioni.
Il Covid-19 attraverso la ristorazione collettiva, che conta numeri importanti in Italia e nel mondo, ha apportato ulteriori danni all’ambiente, pertanto diventa urgente apportare modifiche nell’erogazione dei servizi mensa, in primis in quelle scolastiche e ospedaliere.

L’Osservatorio Green è stato uno strumento utile a fotografare la realtà sostenibile delle mense collettive, da un lato per conoscere e valutare le abitudini di consumo degli utenti della pubblica amministrazione, e dall’altro le pratiche di produzione delle imprese. L’Osservatorio ha raccolto e analizzato i bandi delle gare d’appalto e relativi Capitolati di servizio e le diverse Carte dei Servizi delle Aziende appaltatrici nel settore della refezione scolastica e ospedaliera.
Tutto ciò per evidenziare l’uso o meno dei materiali biodegradabili, prodotti alimentari biologici e a KM Zero, presenza di politiche contro lo spreco alimentare: in sostanza l’Osservatorio ha l’obiettivo di mettere in evidenza le “Buone Pratiche” già esistenti, e quelle realtà che hanno invece bisogno di apportare importanti modifiche nei bandi e nei relativi capitolati, oltre che nelle Carte dei Servizi adottate dalle Aziende erogatrici il servizio di refezione.

L’aspettativa dell’intervento era vedere recepita la legislazione sull’eco-sostenibilità dalla gran parte delle mense scolastiche e ospedaliere lucane, con l’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi).

Le stesse Linee Guida di indirizzo contro lo spreco alimentare, pubblicate dal Ministero della Salute, insieme alle Raccomandazioni dell’OMS e dello IARC sui corretti stili alimentari, indicano come necessario il “pasto sostenibile”, legato al territorio e in simbiosi con esso, adeguando i menù a una logica di filiera corta, incentivando lo sviluppo dell’agricoltura locale attraverso la scelta di fornitori locali che utilizzano tecniche in grado di preservare la fertilità dei suoli e la biodiversità.
Queste linee guida vogliono sottolineare il ruolo sanitario della ristorazione collettiva in generale, ponendo come modello la dieta mediterranea, caratterizzato dalla grande prevalenza di prodotti di origine vegetale e da un consumo moderato di ingredienti di origine animale. Nel testo si è data ampia risonanza all’esigenza di aumentare il consumo di prodotti vegetali, ma viene a mancare la capacità di tradurli in direttive pratiche.

Il Ministero dell’Ambiente ha varato due decreti che riguardano la ristorazione pubblica, puntando ad ottenere più biologico, meno sprechi, simbiosi tra mensa e territorio.

Insomma, il compito dell’Osservatorio era quello di identificare e promuovere quelle realtà della ristorazione collettiva che si sono posti il problema dell’impatto del pasto sull’ambiente, fornendo un servizio attento alla salute dei bambini, dei pazienti e a quella del pianeta.

Da tutti i dati raccolti, il quadro lucano della refezione scolastica ed ospedaliera non è molto confortante: il settore ospedaliero è totalmente da rifondare, dato che non ha recepito alcuna normativa in tema di eco sostenibilità, né la legge sui diritti dei consumatori; invece per la realtà scolastica vi sono alcune note positive: i 40 comuni analizzati hanno tutti il divieto di prodotti OGM, il Bio è usato dal 50%, il Km zero e la DOP e IGP dal 40%; lo stesso dicasi per le diete speciali e i programmi di educazione alimentare, attivati per il 50%.
Certo, la strada è ancora lunga, se è vero che per quanto riguarda l’educazione all’ecosostenibilità, la riduzione degli sprechi, l’uso della raccolta differenziata e la politica plastic-free, solo il 15% delle mense scolastiche ha avviato programmi in tal senso; per non parlare dell’uso di automezzi ecologici, previsto solo da un misero 8%.
Dulcis in fundo, nemmeno le Commissioni Mensa “sfondano” in Basilicata, dato che esistono solo per il 30% delle refezioni scolastiche; quindi anche la partecipazione è un tema tutto da riscoprire per il mondo della refezione lucana che, ricordiamo, si è completamente dimenticato di applicare la Finanziaria 2008, laddove imponeva proprio la concertazione con le associazioni dei consumatori, oltre al monitoraggio dello stesso servizio di mensa.
E lo stesso dicasi per la Carta della Qualità dei Servizi, che impone precisi standards di qualità da rispettare e diritti dell’utente ben definiti, ma anche in tal caso si tratta di un’illustre sconosciuta.
E che dire dei CAM, i Criteri Ambientali Minimi che, insieme al credo dell’ecosostenibilità, dovrebbero guidare ogni minimo passo mosso dal settore della refezione? Ma ancora una volta bandi e capitolati non tengono conto di questa fondamentale normativa di indirizzo.
Insomma, un quadro ricco di moltissime ombre, ma anche di qualche luce e di incoraggianti inizi sulla via della green economy e di un’alimentazione consapevole, ma con un grosso scoglio da superare: la mancata partecipazione degli stessi utenti e delle associazioni che li rappresentano.
E’ la prima autentica rivoluzione da effettuare, anche per rispettare la predetta normativa risalente al lontano 2008, che permetterà di ottenere finalmente mense “green”, con piatti “sostenibili”, e la diffusione dei principi di una sana educazione alimentare ed ambientale, proprio grazie ad un continuo monitoraggio e ad una costante concertazione da parte delle associazioni dei consumatori.
Nel frattempo Polidream Assoutenti è a disposizione di tutti gli utenti delle refezioni in caso di qualsiasi tipo di contestazione, di informazione, di consulenza ed assistenza.

LA PRESIDENTE
Angela Mannarini

MENSE LUCANE: POLIDREAM CONFRONTA CHI E COME EROGA IL SERVIZIO


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Continua la Campagna informativa del progetto “MENSE LUCANE Più SOSTENIBILI E SANE”, finanziato dal MiSE e promosso dalla Regione Basilicata.
L’Osservatorio Green, istituito da Polidream Assoutenti nell’ambito delle attività progettuali, dopo aver preso visione e analizzato gli standards di qualità del servizio di refezione scolastica ed ospedaliera erogato dalle Aziende in Basilicata, ha piacevolmente constatato che alcune di loro hanno già intrapreso il percorso verso la sostenibilità, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, poiché spesso, ancora una volta, le esigenze delle amministrazioni pubbliche locali, delle aziende erogatrici e degli utenti non combaciano.
Ma intanto conosciamo le aziende, anche se molte di loro ci hanno fornito dati molto vaghi, con il timore di “scoprire le carte”, poiché preoccupati della concorrenza, augurandoci che questo sia l’unico motivo, dato che diviene facile immaginare che sia il capitolato a non essere rispettato.

EP SpA: logistica sostenibile per le mense
Per rispondere alle indicazioni dell’Amministrazione Comunale, che chiede maggiore attenzione all’ambiente nella gara per il servizio di refezione, Ep, azienda attiva nei servizi di ristorazione collettiva, da diversi anni ha siglato un accordo con Renault, per la consegna sostenibile dei pasti nelle scuole mediante l’utilizzo di una flotta elettrica per il trasporto: 30 veicoli 100% elettrici che ridurranno le emissioni di oltre 46 quintali di Co2. Un indubbio vantaggio in termini ambientali.

ASTEA Multiservizi S.r.l.
Nata per iniziativa del Comune di Lavello (PZ), è una società dedicata all’erogazione di servizi di utilità, come la refezione scolastica, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente in modo eco sostenibile.
I pasti vengono somministrati senza l’utilizzo della plastica ( plastic – free), i prodotti dell’ortofrutta sono a Km.0 , l’olio è l’unico prodotto Bio utilizzato, prepara diete specifiche per celiaci e musulmani.

IL “MENU GREEN” DI SERENISSIMA RISTORAZIONE
L’interesse manifestato da Serenissima verso il tema della sostenibilità ambientale ha condotto l’azienda a dotarsi di uno strumento di valutazione dell’impronta ambientale associata al proprio servizio di ristorazione ospedaliera, con un approccio basato sul ciclo di vita.
In particolare, ha eseguito una valutazione dell’impronta ambientale del menù, analizzando ogni singolo prodotto lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita, ossia dall’estrazione delle materie prime, allo scenario di fine vita, passando attraverso la lavorazione dei materiali, l’assemblaggio del prodotto e l’uso, avendo così come unico obiettivo il raggiungimento di un menù 100% green.

LADISA, RISTORAZIONE PLASTIC FREE
In linea con quanto stabilito dall’Unione Europea, che dal 2021 ha bandito prodotti usa e getta non degradabili, l’azienda Ladisa Ristorazione ha avviato una serie di riorganizzazioni dei servizi ispirate alla riduzione/eliminazione della plastica, d’intesa con alcune istituzioni pubbliche.
Niente più bicchieri, piatti e posate di plastica, ma prodotti biodegradabili a marchio Ecolabel da smaltire nell’organico e sostituzione delle bottiglie da mezzo litro con contenitori più capienti, fino alla progressiva eliminazione degli stessi e rimpiazzo con dispenser. Tali azioni finalizzate all’eliminazione della plastica, unite all’impiego di prodotti biologici in larghissima quantità, hanno consentito ai Comuni di Bari e Matera – amministrazioni servite da Ladisa – di ottenere il premio di mensa di eccellenza da parte del Mipaf, con un contributo economico destinato alle pubbliche amministrazioni per la riduzione dei costi dello stesso servizio.
SOC.COOP MULTISERVICE SUD : menù biologico e a Km. zero
La Soc.Coop Multiservice Sud nelle sue mense scolastiche, con il coinvolgimento delle Commissioni mensa e delle famiglie, è impegnata a realizzare iniziative e progetti di educazione alimentare, supportando i genitori nell’educare i propri figli a stili alimentari sani, alla sperimentazione di nuovi gusti (in particolare nei più piccoli), alla composizione equilibrata dei sapori, rendendoli in grado di compiere nel tempo delle scelte di consumo consapevole e di acquisire delle sane abitudini alimentari da seguire anche fuori dall’ambiente scolastico.
La Soc.Coop Multiservice Sud garantisce nelle proprie mense, anche ospedaliere, materie prime selezionate, controllate e certificate, selezionando scrupolosamente i propri fornitori nel rispetto e nella garanzia degli standard di sicurezza, qualità e rintracciabilità, avendo particolare riguardo nel dare sempre più spazio ai prodotti biologici, del territorio ed a chilometro zero, e sostenendo e promuovendo progetti eco-sostenibili nel rispetto della natura e del green.

LA CASCINA: Sostenibilità e Solidarietà
La promozione di modelli di sviluppo sostenibile, e quindi di consumo responsabile e consapevole, è uno dei principali valori su cui poggia la missione della Cascina Global service. Il percorso intrapreso pone al centro delle sue Strategie lo sviluppo della tutela ambientale.

LA SERENA COOPERATIVA SOCIALE
Interviene con il servizio di refezione scolastica nei Comuni di Tricarico, Grassano, Ferrandina e Garaguso.
Il menù è costituito in piccola parte da prodotti biologici, vi è la preparazione di piatti speciali per i celiaci e musulmani. Circa il plastic- free la Cooperativa sarebbe pronta ad inserire stoviglie in materiale biodegradabile, ma i bandi di gara non lo richiedono.

SLEM SRL
Presente sul territorio lucano a Melfi, Potenza e Venosa.
Nello svolgimento della sua attività, che avviene negli istituti scolastici e negli ospedali, la SLEM SRL pone la sua attenzione alla sostenibilità. Difatti dice MAI agli OGM, Sì al Biologico, sì al Plastic – free .

LA COOPERATIVA DI LAVORO SOLIDARIETÀ E LAVORO
Pur rappresentando da circa 10 anni una realtà nel settore della ristorazione collettiva, tale cooperativa a tutt’oggi non ha attuato alcuna iniziativa “green”.

Tirando le somme, possiamo dire che la fotografia sviluppata sul mondo della refezione ospedaliera è completamente buia, dato che in tale settore nulla di ecosostenibile è previsto, mentre per la refezione scolastica vi sono molte ombre, ma anche alcune luci, quando la volontà “green” dell’azienda ha la fortuna di incontrare capitolati e bandi di comuni che puntano sulla sostenibilità del servizio. E questo sta capitando più o meno nel 30% dei casi analizzati sul territorio lucano, laddove cioè gli enti comunali emanano bandi che hanno almeno le prime intenzioni di ecosostenibilità, ovvero decidere un menu basato sul bio, Km zero, fare a meno delle stoviglie in plastica monouso, etc. etc. Purtroppo la gran parte dei bandi resta obsoleto e lontano dal concetto di sostenibilità, non rispettando peraltro le varie direttive dell’Unione europea in merito.
Intanto il consiglio che rivolgiamo agli utenti del servizio di refezione a scuola e ai pazienti ospedalieri è quello di richiedere la Carta dei servizi dell’azienda erogatrice, e farsi assistere in caso di contestazioni dai nostri sportelli presenti sul sito www.polidream.org

POLIDREAM ESAMINA I BANDI DELLE REFEZIONI LUCANE


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Nell’ambito del progetto “MENSE LUCANE PIU’ SOSTENIBILI E SANE”, finanziato dal MISE e promosso dalla Regione Basilicata, l’Osservatorio Green di Polidream Assoutenti ha analizzato i capitolati e i bandi relativi al servizio di refezione scolastica ed ospedaliera di ben 50 comuni della Basilicata, alla luce degli standards di qualità che il servizio stesso deve garantire agli utenti.
Innanzitutto, va detto che 10 comuni (di quelli più piccoli, per fortuna) non hanno né pubblicato né fornito bandi e capitolati, per cui l’analisi si è ridotta a 40 realtà.
Per quanto riguarda le Aziende Ospedaliere, si sono analizzati i capitolati di POTENZA, PESCOPAGANO, MATERA, RIONERO IN VULTURE , POLICORO, TRICARICO, STIGLIANO, PISTICCI, VENOSA, LAURIA, MARATEA, VILLA D’AGRI, LAGONEGRO e MELFI, in pratica tutte le refezioni ospedaliere di Basilicata, e il risultato è stato sconfortante, dato che sono praticamente tutti uguali, non vi è nessun riferimento a standards qualitativi e si parla solo di soddisfazione dell’utente e di un monitoraggio svolto in tal senso, non si sa da chi e con impegni molto vaghi.
In tali capitolati, come anche in quelli per la refezione scolastica, la prima lacuna che salta agli occhi è l’assoluta mancanza del rispetto, o almeno riferimento, all’art. 2 comma 461 della Legge Finanziaria 2008, che impone l’attività di monitoraggio del servizio da parte delle associazioni dei consumatori, la redazione di una Carta della Qualità dei Servizi e la risoluzione delle controversie tramite la procedura di conciliazione, oltre ad una sessione annuale di verifica con tutte le parti interessate: nulla di tutto ciò in tutti i comuni, e questo è veramente grave!
Poi ci siamo preoccupati di vedere i richiami e i livelli di qualità, con ben 13 parametri riferiti ai prodotti usati per l’alimentazione, con l’utilizzo o meno del biologico o del Km zero, alla politica ambientale, con la decisione di rinunciare o meno alla plastica, di differenziare i rifiuti, di usare automezzi ecologici o di attuare programmi di educazione all’ecosostenibilità, all’attivazione o meno di programmi di educazione alimentare, alla possibilità di diete speciali, alla politica di riduzione degli sprechi e di destinare gli avanzi alle Onlus, fino all’esistenza o meno di Commissioni Mensa.

Ecco in sintesi e schematicamente i risultati:
PRODOTTI BIO : 22 comuni su 40
PRODOTTI KM ZERO: 15 comuni
PRODOTTI DOP/IPG; 16 comuni
NO OGM: tutti i 40 comuni
PRODOTTI EQUOSOLIDALI: 8 comuni
DIETE SPECIALI: 21 comuni
EDUCAZIONE ALIMENTARE: 22 comuni
EDUCAZIONE AMBIENTALE: 7 comuni
PLASTIC-FREE: 6 comuni
RIDUZIONE SPRECHI: 8 comuni
RACCOLTA DIFFERENZIATA: 7 comuni
AUTOMEZZI ECOLOGICI: 3 comuni
COMMISSIONE MENSA: 11 comuni

Come si può vedere, il quadro non è molto confortante: l’unica nota positiva e comune alle 40 realtà scolastiche è il divieto di prodotti OGM, per il resto il Bio è usato solo dal 50%, il Km zero e la DOP e IGP dal 40%; lo stesso dicasi per le diete speciali e i programmi di educazione alimentare, attivati solo per il 50%. Per non parlare dell’educazione all’ecosostenibilità, alla riduzione degli sprechi, all’uso della raccolta differenziata e alla politica plastic-free, attivati appena dal 15% delle mense scolastiche; fino all’uso di automezzi ecologici, previsto solo da un misero 8%.
Dulcis in fundo, nemmeno le Commissioni Mensa “sfondano” in Basilicata, dato che esistono solo per il 30% delle refezioni scolastiche.
Fra le particolarità da notare, quasi tutte positive, evidenziamo le seguenti:
– a Potenza si parla di prevalenza di prodotti locali, ma senza definirne una precisa percentuale;
– a Matera la prevalenza è di prodotti bio e regionale, ma con l’esclusione di carne e pesce (!), e in questo comune vi è l’unico riferimento alla dieta mediterranea;
– a Tursi, invece, vi sono percentuali precise per alimenti bio e Km zero; inoltre sono previsti imballaggi solo riciclabili ed elettrodomestici a basso consumo;
– a Satriano c’è l’uso esclusivo di prodotti bio, DOP, IGP, Km zero, equosolidali, ed inoltre il plastic-free è anche made in Italy;
– a Tito hanno deciso per il plastic-free, ma l’acqua è prevista nelle bottiglie di plastica (!);
– Vietri è l’unico comune che prevede un certo numero di pasti gratuiti, l’eliminazione degli imballaggi e il programma di ZERO RIFIUTI;
-Rotonda, Castelluccio Inf. E Sup. sono gli unici che prevedono prodotti provenienti da agricoltura sociale, mentre Latronico preferisce gli alimenti dell’agricoltura solidale.
Insomma, un quadro ricco di moltissime ombre, ma anche di qualche luce e di incoraggianti inizi sulla via della green economy e di un’alimentazione consapevole, ma con un grosso scoglio da superare: la mancata partecipazione degli stessi utenti e delle associazioni che li rappresentano.
E’ la prima autentica rivoluzione da effettuare, anche per rispettare la predetta normativa risalente al lontano 2008, che permetterà la diffusione dei principi di una sana educazione alimentare ed ambientale, proprio grazie ad un continuo monitoraggio e ad una costante concertazione da parte delle associazioni dei consumatori.