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Aprile, 2011 - Polidream

SICUREZZA ELETTRICA: ATTENTI AI CONTROLLI!


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La notizia riguarda le attività commerciali e le imprese con dipendenti, che dal 2001 hanno l’obbligo di sottoporre a controlli ogni 5 anni il proprio impianto di messa a terra elettrico.

E’ la solita legge partita con un buon fine, ma utilizzata da qualcuno solo per fare business, un po’ come l’HACCP.

La normativa impone questi controlli, dando la possibilità alle aziende di rivolgersi all’ASL, all’ARPA o ad Organismi appositamente abilitati. Il problema è che da qualche tempo fra le attività sottoposte a tali controlli girano dei presunti funzionari, i quali si presentano con fare abbastanza intimidatorio e come se fossero addetti ministeriali: alla fine fanno sottoscrivere un contratto, che apparentemente sembra obbligatorio, con importi da pagare che si aggirano intorno ai 700-1.000 euro.

In realtà i presunti funzionari sono solo dei rappresentanti degli Organismi abilitati, che omettono di specificare che è facoltà dell’azienda di rivolgersi alle Autorità sanitarie, con costi decisamente più bassi. E una volta sottoscritto il contratto, ovviamente diventa difficile liberarsene.

In questi casi la prima regola è prendere tempo, farsi lasciare magari una copia del contratto in modo da farlo consultare alla nostra associazione o al proprio commercialista, e così informarsi compiutamente sulla faccenda.

Comunque, chiunque abbia già sottoscritto un contratto del genere può rivolgersi presso le nostre sedi: abbiamo già trattato qualche caso e il nostro intervento conciliativo ha fatto quanto meno dimezzare gli importi!

COCA COLA, IL COLORANTE SOSPETTO


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L’intenzione di fare terrorismo in campo alimentare non l’abbiamo mai coltivata; abbiamo però il compito di educare ed informare i consumatori, come recita l’art. 4 del Codice del Consumo.

Perciò, quando escono notizie di una certa gravità che riguardano prodotti alimentari molto popolari, è doveroso da parte nostra trattarle e far sapere ai consumatori, con tutte le pinze e l’equilibrio del caso, come stanno le cose.

E’ il caso della Coca Cola, la bevanda più famosa e consumata del mondo, che ultimamente è sotto accusa, a causa del colorante usato per produrla, il caramello E150d, che sembrerebbe addirittura cancerogeno!

Sono numerose le riviste mediche e i giornali americani che hanno pubblicato studi comprovanti la presenza nella Coca Cola di una sostanza potenzialmente cancerogena, il 4-MEI, residuo proprio del processo di lavorazione del colorante in questione.

Ora, è chiaro che occorre andarci coi piedi di piombo, vedendo anche le quantità giornaliere ingerite del sospetto colorante, ma sta di fatto che il principio di precauzione ci insegna che, nel frattempo che l’OMS e i più importanti laboratori scientifici chiariscano la cosa, è meglio fare a meno del prodotto sospetto. Tenendo conto che il caramello si divide in due categorie, l’E150c e l’E150d, ed è presente non solo in tutte le cola, ma anche in molte caramelle, in alcuni gelati confezionati, nell’aceto balsamico, in molti snacks, in prodotti da forno, etc. etc.

Ancora una volta diventa importante saper leggere le etichette. Cosa che non ci stancheremo mai di consigliare a tutti i consumatori. Ai quali consigliamo di venire a ritirare presso le nostre sedi l’elenco degli additivi alimentari sospetti, in modo da sapere quali cibi evitare, mentre si fa la spesa.

NUCLEARE, E’ UN VERO NO?


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Sembra che il governo abbia fatto improvvisamente e completamente retromarcia sul nucleare, ma qualche dubbio è lecito in merito. Non vorremmo che la paura di un secco no al referendum di giugno da parte dei cittadini italiani abbia fatto pensare agli esponenti governativi di disinnescare la mina referendaria, non facendo proprio effettuare la consultazione. Ovviamente, tenendosi riservata la proposta nucleare per tempi migliori, una volta passata la sindrome di Fukushima.

Quindi, se in un primo momento ci è venuta subito voglia di gridare vittoria, dopo abbiamo pensato all’ennesima furbata dei nuclearisti convinti, che ovviamente temono che il no al referendum seppellisca definitivamente le loro speranze.

E’ già uno scandalo che si rifaccia un altro referendum, quando già una volta gli italiani in massa hanno detto no al nucleare. Ma fa nulla: come dicevano i latini, repetita iuvant!

Diciamo a tutti i nostri soci e agli ambientalisti tutti: teniamo alta la guardia e cerchiamo di vincere una volta per sempre questa battaglia di fondamentale importanza per il futuro energetico del nostro Paese e di tutta l’Europa!

CARO-PREZZI, OCCORRONO GLI OSSERVATORI COMUNALI


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Prima è stata la volta di Mister Prezzi, che si è accorto della stratosferica salita delle tariffe dei carburanti. Poi è toccato al Governatore di Bankitalia, Draghi, che ha gridato quasi alla truffa guardando l’ascesa dei prezzi dei prodotti alimentari.

Verrebbe di dire: "Ma da quanto tempo non facevano benzina o la spesa lor signori che stanno in alto?". Solo adesso si rendono conto delle enormi difficoltà delle famiglie italiane, alle prese tutti i giorni con aumenti vertiginosi di tutti i costi, a partire da quelli primari dei cibi e dei carburanti?

Ma noi non vogliamo titoloni e prime pagine dei quotidiani, che presto cadranno nel dimenticatoio e nel tritatutto dei mass-media. Noi vogliamo, esigiamo fatti. Proposte concrete per fronteggiare la speculazione e gli aumenti indebiti.

Sin dall’inizio dell’era dell’euro, Polidream Assoutenti ha proposto che si costituissero osservatori dei prezzi in ogni comune d’Italia, in modo da segnalare subito e in ogni angolo del Paese le intemperanze di commercianti, artigiani ed imprese. E oggi, a distanza di circa 10 anni, la proposta è ancora attuale, tanto più che siamo di fronte ad una spirale che sembra senza fine e senza apparente soluzione.

E oltre agli osservatori, abbiamo anche sempre proposto che le Regioni incentivassero la nascita di farmers market, i negozi dal produttore al consumatore, che saltano tutte le fasi intermedie del commercio e che contribuiscono in maniera determinante a far salire i prezzi, e i negozi dello sfuso e alla spina, cioè le botteghe dove il consumatore porta i suoi contenitori e fa il pieno di legumi o detersivi, tagliando così non solo i prezzi, ma diminuendo anche gli imballaggi e i rifiuti.

Invece Stato e Regioni hanno preferito riempire l’Italia di centri commerciali ed ipermercati, dove il consumatore, è ormai risaputo, risparmia su pochissimi prodotti e riempie il carrello di prodotti inutili.

Le nostre sono proposte concrete, atte a far risparmiare veramente i consumatori. Le rilanciamo con forza, nella speranza che Mister Prezzi, la Banca d’Italia, e soprattutto Regioni e Comuni ci ascoltino!

RIFORMA DEL CONDOMINIO: REALTA’ O UTOPIA?


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Su molti giornali stanno uscendo strane ed imprecise notizie sulla riforma dei condomini, che stravolgono un po’ la verità e magari provocano nuovi timori immotivati ai già spaventati utenti condominiali. Come Associazione Consumatori “Polidream Assoutenti” riteniamo opportuno fare alcune precisazioni sulla delicata materia, affidate al rag. Giuseppe Modugno, nostro consulente condominiale.

A tal proposito è necessario precisare che:

il testo di riforma del condominio(art.1117-bis,ter e quater c.c. più disposizioni  di attuazione art.61/72) per il momento è stato solo approvato dal Senato e deve seguire un iter ancora laborioso e probabilmente lungo per come procede oggi la legislatura che è assillata da ben altre priorità.; 

 l’opportunità di una modifica della normativa sul condominio era richiesta da moltissimi operatori del settore e delle varie associazioni degli amministratori;

il testo suscita ancora qualche perplessità, una disciplina da completare nelle zone d’ombra, almeno per recepire gli orientamenti giurisprudenziali formatisi;                                    

la materia attualmente è disciplinata da norme nate prima della Costituzione e andrebbe integrata per il rispetto della funzione sociale della proprietà.                                      

le varie Associazioni di categoria sono un po’ deluse, per la Confedilizia “è una riforma di basso profilo” anche per la mancata attribuzione al Condominio della capacità giuridica; anche il Coram (coordinamento registri amministratori) rileva un testo che non avendo recepito la proposta di attribuzione al condominio della capacità giuridica, avrà l’effetto di far ricadere sugli amministratori tutta una serie di nuovi oneri e di incombenze cartacee, per cui si attendono maggiori difficoltà per le quotidiane necessità del condominio; per l’Anaci “amministratori ancora subalterni nell’ambito immobiliare, in particolare sui richiesti compiti di promozione formativa e la garanzia per la vigilanza degli iscritti;  l’Alac esprime “il dissenso rispetto a norme che partono della sfiducia nella figura dell’Amministratore e che sotto la paventata necessità di una riforma del diritto di proprietà celano una sorta di disciplina professionale, non ispirata ad un equo contemperamento dei doveri e delle responsabilità e che non incentivano e valorizzano la professionalità dell’Amministratore di Condominio. Da rilevare pertanto che a tutt’oggi non vi è un riconoscimento della categoria di Amministratore, più volte sollecitata; al contrario  aumentano le incombenze e le responsabilità!!

In conclusione, non è assolutamente certo che con l’entrata in vigore della Riforma dovrebbero diminuire le liti condominiali, anzi i processi potrebbero aumentare, dato che anche il decreto sulla mediazione scatterà solo tra un anno per la materia condominiale.

 

TELEFONI E TV: RIVOLUZIONE NEI RIMBORSI!


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Stavolta l’Autority delle Comunicazioni è stata di parola: aveva promesso una delibera che chiarisse per tutti i gestori telefonici e televisivi, una volta per tutte, gli importi degli indennizzi a favore degli utenti danneggiati, e la normativa è finalmente operativa da febbraio 2011 (Delibera n. 73/11/CONS).

La delibera finalmente mette la parola fine ai rimborsi zero per tutti i consumatori che lamentavano una serie di comportamenti illegittimi e negligenti delle aziende telefoniche e televisive: dalle ritardate attivazioni alle mancate portabilità, dai guasti non riparati alle sospensioni indebite, e via dicendo.

Adesso c’è totale chiarezza e, anche se non tutti gli importi decisi ci trovano d’accordo, va detto che l’Autority ha preso di petto il problema ed ha aumentato notevolmente la tutela a favore dei consumatori, specie se si pensa che vi erano delle aziende, come TeleTu, H3G, Tiscali, Mediaset Premium o Sky, che non concedevano mai un centesimo ai clienti vessati.

Polidream Assoutenti ha preparato una tabella sintetica ed esplicativa della casistica e degli indennizzi previsti.

ATTIVAZIONE OMESSA O RITARDATA: € 7,50 al g. (€ 15,00 affari)

SERVIZIO SOSPESO O CESSATO: € 7,50 al g. (€ 15,00 affari)

INTERRUZIONE O GUASTO SERVIZIO: € 5,00 al g. (€ 10,00 affari)

MALFUNZIONAMENTO SERVIZIO: € 2,50 al g. (€ 5,00 affari)

PORTABILITA’ OMESSA O RITARDATA: € 5,00 al g. per fissi (€ 10,00 affari); € 2,50 al g. per cellulari (€ 5,00 affari)

SERVIZI NON RICHIESTI: € 5,00 al g.

TARIFFE NON RICHIESTE: € 1,00 al g.

PERDITA NUMERAZIONE: € 100,00 per ogni anno di precedente utilizzo (€ 400,00 affari e max € 1.000,00)

INSERIMENTO IN ELENCO OMESSO OD ERRATO: € 200,00 all’anno (€ 800,00 affari) 

RISCONTRO AI RECLAMI MANCATO O RITARDATO: € 1,00 al g. (max € 300,00)

Questo significa, per fare qualche esempio, che chi ha avuto la solita attivazione di un contratto non richiesto e l’ha dovuto subire per 6 mesi, avrà diritto a circa 900 euro di rimborso; oppure, chi è stato cessato erroneamente per un mese, avrà un rimborso di 225 euro; o, infine, un’azienda omessa in elenco per due anni, avrà un indennizzo di 1.600 euro; e via dicendo.

Adesso si tratta di far sapere a tutti i consumatori l’esistenza di questi sacrosanti diritti, frutto delle nostre decennali battaglie, perchè è ovvio che le aziende telefoniche contano, come al solito, sulla disinformazione, tanto più che nessun telegiornale ha dato questa importantissima notizia (la cosa non ci stupisce, visto che le stesse aziende foraggiano tutte le televisioni, con i loro spot pubblicitari!).

Infatti nei prossimi mesi la nostra associazione farà ogni tipo di iniziativa per informare in merito tutti i consumatori.

PARCHEGGI BLU: IL CODICE CI DA’ RAGIONE


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Le polemiche nate dopo la scoperta dell’illegalità delle strisce blu sono tante e scoppiettanti. Ma soprattutto sono tante le versioni e le interpretazioni fornite a proposito dell’ormai famigerato art. 7 comma 6 del Codice della Strada.

Il comma in questione impone i parcheggi al di fuori della carreggiata. E ovviamente assessori e dirigenti comunali si sono precipitati a rileggere il Codice, scoprendo che le delimitazioni della carreggiata non sono i marciapiedi, ma le strisce di margine, come recita l’art. 3 dello stesso Codice della Strada. E per margini possono intendersi le stesse linee di delimitazione dei parcheggi.

Ma hanno dimenticato l’art. 40 del Codice e il relativo art. 141 del Regolamento del Codice, che impongono strisce bianche come margini della carreggiata. Il che metterebbe la parola fine alla questione, decretando una volta per sempre l’illegittimità dei parcheggi dipinti di blu.

Insomma, l’ennesimo guazzabuglio all’italiana, frutto di leggi scritte un po’ alla carlona e di interpretazioni molto discrezionali delle stesse norme.

Adesso, per esempio, potrebbe succedere che i Comandi delle Polizie Municipali facciano ridipingere di bianco le strisce finali di delimitazione dei parcheggi a pagamento, e magari ridiventerebbero a norma.

Ma sta di fatto che occorre, a questo punto, l’intervento del Ministero delle Infrastrutture, che dia certezza alla normativa o che, se serva, la modifichi. Ma bisogna anche aprire un tavolo di confronto fra gli Enti Locali e le associazioni dei consumatori per addivenire ad un accordo sulla vicenda, aldilà delle polemiche e delle contrapposizioni sterili.

Che fare per il futuro? Come riorganizzare i parcheggi? Bisognerà rimborsare i cittadini multati? Sono queste le domande che pongono gli utenti e alle quali occorre dare una risposta!

Intanto diciamo ai consumatori: continuate a portare i vostri casi presso le nostre sedi.

REGIONE PUGLIA, VIETATO AMMALARSI!


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La terapia d’urto per risollevare le casse regionali della Puglia dal deficit continua imperterrita e, dopo aver colpito reparti ospedalieri, interi nosocomi e case di cura, ha tentato di abbattersi addirittura sui Pronto Soccorso (ora denominati Punti di Primo Intervento) di molte cittadine, fra cui Polignano a Mare, Locorotondo, Mola di Bari, Alberobello e Giovinazzo, chiudendoli nelle ore notturne.

Tutti comuni, peraltro, ad alto tasso di presenza turistica (basti pensare ad Alberobello, patrimonio mondiale dell’Unesco!), dove persino i visitatori, in caso di malore, non avrebbero avuto pronte e adeguate cure!

Diciamo hanno tentato, perchè l’immediata protesta di sindaci e cittadini sembra che abbia fatto fare dietrofront all’assessorato regionale della salute.

Ma rimane il fatto che siamo stati di fronte all’ennesimo tentativo di tagliare servizi essenziali in comunità che sono prive di qualsiasi struttura ospedaliera e i cui residenti, quando si sentono male, devono avere la fortuna o l’accortezza di resistere fino all’arrivo prima dell’ambulanza del 118, e poi fino all’arrivo all’ospedale più vicino. Sempre che questo ospedale abbia un posto libero, perchè con l’ennesimo taglio di posti letto che c’è stato, è quasi sicuro che l’ammalato si girerà gli ospedali di mezza Puglia per poter essere ricoverato!

E tutte queste pseudo-scelte sono state prese senza la minima consultazione con le associazioni dei consumatori, prevista espressamente dalla Legge Regionale 12/2006. Questo tavolo di concertazione, che auspichiamo da tantissimo tempo, sin dai primi tagli alla sanità dell’ex Giunta Fitto, sarebbe in grado di apportare soluzioni diverse ai classici tagli di posti letto, garantendo nel contempo l’equilibrio finanziario.

Se è vero che il governo nazionale ha ridotto i fondi per la sanità pugliese, è anche vero che gli sprechi, le tangenti, le poltrone e gli stipendi d’oro del settore pugliese sono stati in questi anni sotto gli occhi di tutti e addirittura al vaglio della magistratura.

Occorre dire una volta per tutte che c’è un modo diverso di governare il delicato comparto della salute.

Basterebbe fare gare d’appalto trasparenti, internazionali e on line, per risparmiare il 40% sia sulla spesa farmaceutica che su quella ospedaliera, come insegna l’esperienza dell’Umbria. Se poi, contemporaneamente, si riducono le poltrone e gli stipendi, si avvia un dialogo continuo fra le parti interessate, ovvero utenti, medici, paramedici e istituzioni, coinvolgendo tutti in un processo di razionalizzazione delle spese, di monitoraggio permanente, di tagli agli sprechi e al contenzioso, grazie all’ascolto continuo delle esigenze dei pazienti, allora nell’arco di qualche anno non solo non avremmo più problemi di dissesto finanziario, ma addirittura avremmo una situazione sanitaria che diventerebbe un modello da seguire su tutto il territorio nazionale.

Ancora una volta Polidream Assoutenti chiede alla Regione Puglia l’immediata convocazione di un tavolo di concertazione globale sul tema salute. In caso di nuovo silenzio, saremo costretti a mobilitare i cittadini, a partire da quelli delle cittadine oggetto di tagli ai servizi.

BILANCI COMUNALI, LE NOSTRE PROPOSTE


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E’ tempo di bilanci per gli enti locali, e la Polidream Assoutenti sottopone all’attenzione dei vari Comuni alcune proposte per il bilancio di previsione 2011, nell’ottica di una politica di difesa del cittadino-consumatore e dell’ambiente, dell’equità fiscale e dell’ottimizzazione delle risorse, dato il momento di ristrettezza economica, di taglio dei fondi centrali agli enti locali e dell’incertezza frutto del nascente federalismo amministrativo.

                            

                             Le elenchiamo, schematicamente e sinteticamente:

 

CONSUMI ED UTENZE

         Delibera sui diritti dei consumatori, trasposizione su base locale del Codice del Consumo (D.L. 206/05) e della L.R. 12/06;

         istituzione dell’Osservatorio Prezzi, Qualità e Sviluppo Sostenibile, ai fini del contenimento dei prezzi, di una migliore qualità delle merci e dei servizi e di una qualificazione ambientale dell’offerta economica;

         adozione della Carta della Qualità dei Servizi comunali;

         applicazione della Legge 244/2007 art. 2 comma 461 in tema di appalti e contratti;

         istituzione della Procedura di Conciliazione per il contenzioso fra cittadini ed Ente;

         previsione di campagne di educazione ed informazione ai cittadini, tese al risparmio, all’uso oculato delle risorse, al rispetto dell’ambiente e alla responsabilità civica;

         potenziamento dell’Ufficio Turistico col servizio di Tutela del turista;

         proposta di affiliazione del Comune all’Associazione dei Comuni Virtuosi, che punta allo stop del consumo del territorio, a zero rifiuti entro il 2020 e al risparmio energetico, a partire dagli edifici pubblici;

 

 

TRIBUTI – ENTRATE VARIE

         detassazione TARSU per chi effettua raccolta differenziata;

               applicazione TOSAP per commercianti a fasce, distinguendo gli esercizi centrali da quelli periferici;

         aumento TOSAP per passi carrabili, prevedendo però un servizio efficiente di rimozione;

         incentivi, fiscali e di edificabilità, a chi costruisce con criteri e materiali biocompatibili;

 

USCITE VARIE

         lotta ad ogni tipo di spreco, in tema di consumi, contratti, acquisti e gare d’appalto;

         programma di riconversione energetica, privilegiando le fonti rinnovabili (solare, fotovoltaico, eolico), a partire dagli edifici pubblici;

         drastica riduzione della spesa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, puntando non solo sul riciclo e sulla raccolta differenziata porta a porta, ma anche sulla riduzione stessa dei rifiuti e degli imballaggi;

         drastica riduzione delle consulenze esterne;

         drastica riduzione delle spese relative al contenzioso, attraverso l’attivazione della predetta procedura di conciliazione;

         aumento del verde pubblico, con una percentuale di aumento di almeno il 10%;

         previsione negli appalti e in qualsiasi lavoro di riasfalto “integrale” del tratto interessato;

         creazione di piste ciclabili e incentivi all’uso della bicicletta;

         attivazione di bus-navetta;

         previsione di rotatorie nei punti di maggior afflusso veicolare e di maggiore pericolo;

         trasformazione del centro urbano in zona pedonale.

ANAS E PROVINCE, SALE LA COSAP


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La COSAP è quella famigerata, obsoleta e odiata tassa che pagano tutti quei cittadini che hanno la sfortuna di avere la propria casa o villa su una strada statale o provinciale, e solo perchè l’accesso all’abitazione insiste ovviamente su suolo provinciale o statale, è costretto a pagare questo tributo.

Ma la pagano anche quegli esercenti che appongono i loro cartelli pubblicitari o semplicemente orientativi, per il solo fatto che sono apposti sulle stesse strade.

Negli ultimi tempi, però, il problema è dato dall’aumento vertiginoso di tali balzelli, che toccano tranquillamente le 3 cifre: si va dai 300 euro l’anno per una semplice casetta a migliaia di euro per i cartelli pubblicitari delle attività economiche!

Aumenti scandalosi, decisi come al solito da ANAS e amministrazioni provinciali senza la minima consultazione con le parti interessate, ovvero associazioni dei consumatori e degli esercenti.

In molti casi, poi, vi è anche il dubbio se il pagamento sia o meno dovuto, poichè magari il tratto di strada in questione non è nè statale nè provinciale, perchè è posto al confine fra Comune e provincia o perchè si tratta di strada complanare. E’ il caso, per esempio, di comuni come Monopoli, che hanno le complanari della S.S. 16 in contrade popolatissime, e dunque le vie in questione sono diventate a tutti gli effetti strade comunali.

Per questo chiediamo agli Enti interessati l’immediata costituzione di un tavolo di concertazione, sia per appurare la veridicità del tributo, sia per rivedere le stesse tariffe.