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Marzo, 2010 - Polidream

TASSA RIFIUTI A BARI: CONSUMATORI SOLO SPETTATORI?


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E’ di questi giorni la notizia che Bari si appresta a trasformare la Tassa Rifiuti da TARSU a TIA, ovvero da TAssa Rifiuti Solidi Urbani a Tariffa Integrata Ambientale.

Il nostro Paese, si sa, spicca nello sport del cambio dei nomi, magari senza cambiare nulla. In tal caso, però, sembra che il cambiamento ci sia. Diciamo sembra, perchè per ora le associazioni dei consumatori non sono state per nulla coinvolte nella cosa.

In pratica, mentre la TARSU era agganciata solo alla superficie dell’abitazione, dell’azienda o dei locali che producevano rifiuti, d’ora in poi il Comune di Bari calcolerà la Tariffa (non più tassa!) non solo in base ai metri quadri, ma anche in base al numero dei componenti familiari, al tipo dell’azienda, all’età, all’effettuazione della raccolta differenziata, e via dicendo.

Noi non diciamo no a questo nuovo metodo, ma la nostra paura, purtroppo molto concreta, è che il tributo aumenti notevolmente e si colpiscano le tasche dei cittadini in un momento, peraltro, di forte crisi economica.

Con l’avvento della Tariffa, il Comune deve coprire integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, mentre prima usufruiva parzialmente di risorse statali e regionali.

Tale copertura al 100% la si può ottenere in due modi: o riducendo i rifiuti, tramite la raccolta differenziata e la diminuzione dei vari imballaggi, oppure tassando di più i cittadini.

Un famoso comico direbbe: "la seconda che hai detto!". E’ notorio che spesso e volentieri politici e dirigenti comunali scelgano la via più facile e comoda, e quindi i nostri timori di un considerevole aumento sono più che giustificati.

Su questo tema deve aprirsi subito un confronto fra il Comune di Bari e le associazioni dei consumatori, per decidere insieme il percorso da compiere. Si tenga conto che vi sono già molte esperienze, soprattutto in Veneto, Lombardia e Trentino, che hanno visto scendere, e non aumentare la tassa, con l’arrivo della TIA. Questo perchè gli amministratori hanno badato ad ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi, concertare coi cittadini, riciclare e recuperare tutto ciò che è riciclabile e recuperabile, trasformare i rifiuti in biomassa, realizzare il compost dagli scarti di cucina, in modo da portare in discarica il meno possibile, e conseguentemente abbassare la tariffa agli utenti.

Quindi ci rivolgiamo al Sindaco e all’assessore al Bilancio di Bari: POLIDREAM ASSOUTENTI vuole essere convocata immediatamente in merito, prima di prendere qualsiasi decisione che. altrimenti, verrebbe subito bocciata da cittadini e associazioni.

TASSA RIFIUTI A BARI: CONSUMATORI SOLO SPETTATORI?


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E’ di questi giorni la notizia che Bari si appresta a trasformare la Tassa Rifiuti da TARSU a TIA, ovvero da TAssa Rifiuti Solidi Urbani a Tariffa Integrata Ambientale.

Il nostro Paese, si sa, spicca nello sport del cambio dei nomi, magari senza cambiare nulla. In tal caso, però, sembra che il cambiamento ci sia. Diciamo sembra, perchè per ora le associazioni dei consumatori non sono state per nulla coinvolte nella cosa.

In pratica, mentre la TARSU era agganciata solo alla superficie dell’abitazione, dell’azienda o dei locali che producevano rifiuti, d’ora in poi il Comune di Bari calcolerà la Tariffa (non più tassa!) non solo in base ai metri quadri, ma anche in base al numero dei componenti familiari, al tipo dell’azienda, all’età, all’effettuazione della raccolta differenziata, e via dicendo.

Noi non diciamo no a questo nuovo metodo, ma la nostra paura, purtroppo molto concreta, è che il tributo aumenti notevolmente e si colpiscano le tasche dei cittadini in un momento, peraltro, di forte crisi economica.

Con l’avvento della Tariffa, il Comune deve coprire integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, mentre prima usufruiva parzialmente di risorse statali e regionali.

Tale copertura al 100% la si può ottenere in due modi: o riducendo i rifiuti, tramite la raccolta differenziata e la diminuzione dei vari imballaggi, oppure tassando di più i cittadini.

Un famoso comico direbbe: "la seconda che hai detto!". E’ notorio che spesso e volentieri politici e dirigenti comunali scelgano la via più facile e comoda, e quindi i nostri timori di un considerevole aumento sono più che giustificati.

Su questo tema deve aprirsi subito un confronto fra il Comune di Bari e le associazioni dei consumatori, per decidere insieme il percorso da compiere. Si tenga conto che vi sono già molte esperienze, soprattutto in Veneto, Lombardia e Trentino, che hanno visto scendere, e non aumentare la tassa, con l’arrivo della TIA. Questo perchè gli amministratori hanno badato ad ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi, concertare coi cittadini, riciclare e recuperare tutto ciò che è riciclabile e recuperabile, trasformare i rifiuti in biomassa, realizzare il compost dagli scarti di cucina, in modo da portare in discarica il meno possibile, e conseguentemente abbassare la tariffa agli utenti.

Quindi ci rivolgiamo al Sindaco e all’assessore al Bilancio di Bari: POLIDREAM ASSOUTENTI vuole essere convocata immediatamente in merito, prima di prendere qualsiasi decisione che. altrimenti, verrebbe subito bocciata da cittadini e associazioni.

PIANGE SEMPRE IL TELEFONO!


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Intere cittadine sono in preda a bollette impazzite del telefono.

Moltissimi utenti, persino gli ultraottantenni e chi in casa non ci è stato per mesi, si sono visti recapitare fatture della Telecom o di altri gestori, con “strane” telefonate ad un numero di cellulare H3G, dell’importo di circa euro 10,00 cadauna.

E meno male che l’Autority delle Comunicazioni, da qualche anno e dopo le nostre battaglie, si è decisa a dare il tetto massimo di 15 euro a questo tipo di chiamate, altrimenti gli importi delle bollette sarebbero stati da capogiro!

E’ importante che il consumatore non paghi queste bollette, perché altrimenti riconoscerebbe anche questo tipo di traffico. Si deve aprire un reclamo al 187 o al 191, a seconda che si tratti di abitazione o di azienda, pagando nel contempo solo l’importo del canone e del traffico riconosciuto, decurtando le somme relative alle telefonate “strane”.

Se poi gli importi di tali telefonate sono alti e superano le 100 euro, è consigliabile anche denunciare l’accaduto alla Stazione dei Carabinieri, in modo da provare l’assoluta buona fede dell’utente, provando così di essere stati vittime di una vera e propria frode.

Una volta avviato il reclamo, occorre attendere 30 giorni per la risposta dell’operatore telefonico. Se questa non giungesse, oppure fosse negativa, allora si può attivare la procedura di conciliazione, mediante la quale il problema viene risolto definitivamente. Praticamente il reclamo viene esaminato da un’apposita commissione, composta da un rappresentante dei consumatori e da un rappresentante dell’azienda telefonica, che dirimono in poco tempo e senza alcuna spesa la controversia.

Gli sportelli delle delegazioni locali Polidream Assoutenti forniscono ai consumatori interessati ogni tipo di consulenza ed assistenza in merito, seguendo l’utente in ogni passo per tutelarlo al meglio.                                        

CHE FRANA LA PUGLIA!


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Non ne ha parlato nemmeno un candidato delle regionali, di qualsiasi schieramento. E questo perchè tutti i politici, di oggi e di ieri, sono colpevolmente negligenti in tema.

Parliamo della frana di Montaguto, che sta bloccando la linea ferroviaria Foggia-Benevento, con disagi incredibili per i viaggiatori pugliesi diretti a Roma, costretti a scendere dal treno per salire sul bus e poi a scendere dal bus per riprendere il treno.

E questa frana non è l’unica, perchè nel subappennino dauno c’è l’altro terreno franoso di Ascoli Satriano e, non ultima, la frana che ha praticamente isolato il comune di Celle San Vito.

Insomma, il dissesto idrogeologico della nostra regione è molto preoccupante ma, a quanto pare, questo non è stato tema di dibattito politico da decenni a questa parte, e nemmeno in quest’ultima campagna elettorale. Devono svegliarsi i cittadini, e non solo quelli interessati da questi fenomeni franosi, ma tutti i cittadini pugliesi, che devono sollecitare con forza i politici ad affrontare di petto il problema. Così come si manifesta per la perdita del posto di lavoro e per avere incentivi ad un comparto economico, così occorrerebbe protestare in massa per ottenere un territorio in ordine e al riparo da qualsiasi tipo di dissesto ambientale.

La Polidream Assoutenti ha lanciato da anni l’idea di trasformare gli attuali Consorzi di Bonifica in Enti di Tutela del Territorio, col versamento di un tributo da parte di tutti i proprietari terrieri destinato esclusivamente alla risistemazione idrogeologica del territorio e al controllo sistematico di tutti gli eventuali abusi compiuti sull’ambiente da speculatori, affini e collaterali.

Invitiamo la prossima Giunta Regionale a mettere su un tavolo di concertazione per analizzare questa proposta, e magari anche altre che dovessero giungere da altre parti sociali, in modo da porre subito le basi per la risoluzione di un annoso problema. Altrimenti continueremo nei prossimi anni a parlare della prossima frana avvenuta in chissà quale nuovo posto della nostra regione.

CHE FRANA LA PUGLIA!


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Non ne ha parlato nemmeno un candidato delle regionali, di qualsiasi schieramento. E questo perchè tutti i politici, di oggi e di ieri, sono colpevolmente negligenti in tema.

Parliamo della frana di Montaguto, al confine fra Campania e Puglia, che sta bloccando la linea ferroviaria Foggia-Benevento, con disagi incredibili per i viaggiatori pugliesi diretti a Roma, costretti a scendere dal treno per salire sul bus e poi a scendere dal bus per riprendere il treno.

E questa frana non è l’unica, perchè nel subappennino dauno c’è l’altro terreno franoso di Rocchetta S. Antonio e, non ultima, la frana che ha praticamente isolato il comune di Celle San Vito.

Insomma, il dissesto idrogeologico della nostra regione è molto preoccupante ma, a quanto pare, questo non è stato tema di dibattito politico da decenni a questa parte, e nemmeno in quest’ultima campagna elettorale. Devono svegliarsi i cittadini, e non solo quelli interessati da questi fenomeni franosi, ma tutti i cittadini pugliesi, che devono sollecitare con forza i politici ad affrontare di petto il problema. Così come si manifesta per la perdita del posto di lavoro e per avere incentivi ad un comparto economico, così occorrerebbe protestare in massa per ottenere un territorio in ordine e al riparo da qualsiasi tipo di dissesto ambientale.

La Polidream Assoutenti ha lanciato da anni l’idea di trasformare gli attuali Consorzi di Bonifica in Enti di Tutela del Territorio, col versamento di un tributo da parte di tutti i proprietari terrieri destinato esclusivamente alla risistemazione idrogeologica del territorio e al controllo sistematico di tutti gli eventuali abusi compiuti sull’ambiente da speculatori, affini e collaterali.

Invitiamo la prossima Giunta Regionale a mettere su un tavolo di concertazione per analizzare questa proposta, e magari anche altre che dovessero giungere da altre parti sociali, in modo da porre subito le basi per la risoluzione di un annoso problema. Altrimenti continueremo nei prossimi anni a parlare della prossima frana avvenuta in chissà quale nuovo posto della nostra regione.

CHE FRANA LA PUGLIA!


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Non ne ha parlato nemmeno un candidato delle regionali, di qualsiasi schieramento. E questo perchè tutti i politici, di oggi e di ieri, sono colpevolmente negligenti in tema.

Parliamo della frana di Montaguto, al confine fra Campania e Puglia, che sta bloccando la linea ferroviaria Foggia-Benevento, con disagi incredibili per i viaggiatori pugliesi diretti a Roma, costretti a scendere dal treno per salire sul bus e poi a scendere dal bus per riprendere il treno.

E questa frana non è l’unica, perchè nel subappennino dauno c’è l’altro terreno franoso di Rocchetta S. Antonio e, non ultima, la frana che ha praticamente isolato il comune di Celle San Vito.

Insomma, il dissesto idrogeologico della nostra regione è molto preoccupante ma, a quanto pare, questo non è stato tema di dibattito politico da decenni a questa parte, e nemmeno in quest’ultima campagna elettorale. Devono svegliarsi i cittadini, e non solo quelli interessati da questi fenomeni franosi, ma tutti i cittadini pugliesi, che devono sollecitare con forza i politici ad affrontare di petto il problema. Così come si manifesta per la perdita del posto di lavoro e per avere incentivi ad un comparto economico, così occorrerebbe protestare in massa per ottenere un territorio in ordine e al riparo da qualsiasi tipo di dissesto ambientale.

La Polidream Assoutenti ha lanciato da anni l’idea di trasformare gli attuali Consorzi di Bonifica in Enti di Tutela del Territorio, col versamento di un tributo da parte di tutti i proprietari terrieri destinato esclusivamente alla risistemazione idrogeologica del territorio e al controllo sistematico di tutti gli eventuali abusi compiuti sull’ambiente da speculatori, affini e collaterali.

Invitiamo la prossima Giunta Regionale a mettere su un tavolo di concertazione per analizzare questa proposta, e magari anche altre che dovessero giungere da altre parti sociali, in modo da porre subito le basi per la risoluzione di un annoso problema. Altrimenti continueremo nei prossimi anni a parlare della prossima frana avvenuta in chissà quale nuovo posto della nostra regione.

LA TRUFFA LEGALE DEI GIOCHI


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Che giocare sia pericoloso lo sanno in parecchi, soprattutto quelle famiglie che addirittura giungono ad indebitarsi per la febbere del gioco. Ma che a giocare sporco sia lo Stato, o i suoi riscossori (Lottomatica, Sisal & C.), è veramente a dir poco scandaloso!

Il gioco è gioco se si gareggia ad armi pari. Invece da anni, da decenni, lo Stato bara. E lo fa ancora di più con i nuovi giochi, dal SuperEnalotto al "10 e Lotto", fino all’ultimo "Win for Life".

Prendiamo, ad esempio, il classico gioco del lotto. Il calcolo probabilistico ci dice che si indovina un numero su una singola ruota 1 volta su 18, e quindi Lottomatica dovrebbe pagare 18 volte la posta: invece paga 11,232. Per un ambo la probabilità è 2 diviso 801, quindi si dovrebbe pagare 400 volte la puntata, e invece si vince 250 volte la posta. E così per il terno, che dovrebbe essere pagato moltiplicando 11.748 la posta, e invece è pagato per 4.500.

E lo stesso dicasi anche per i nuovi giochi: il premio non è mai proporzionato alla probabilità di vincere!

Ci attendono, dunque, due battaglie: da una parte la nostra associazione deve liberare dalla schiavitù del gioco i milioni di cittadini italiani che puntano per cercare di arricchirsi, ed invece si stanno indebitando maggiormente, specie da quando i giochi si sono moltiplicati a dismisura; dall’altra deve lottare per stabilire nuove regole del gioco, che siano paritarie e che non facciano vincere, proprio come succede al casinò, sempre il banco. Ma in questo caso il banco è lo Stato, e lo Stato dovremmo essere noi.

ACQUEDOTTO, ANCORA AUMENTI


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I consumatori pugliesi se ne saranno già accorti quando hanno aperto le prime bollette dell’acqua del 2010. Le tariffe sono aumentate ancora una volta, con un’aliquota percentuale molto, ma molto più elevata del tasso d’inflazione, ormai prossimo allo zero.

Invece il prezzo dell’acqua è salito di ben il 6%!!!

Le tariffe sono decise per legge non dallo stesso Acquedotto Pugliese, ma dall’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O.).

Che ovviamente ha deciso tutto senza preoccuparsi di consultare in merito le associazioni dei consumatori! Per giunta, decidendo un iperaumento, non suffragato nemmeno da un piano di investimenti atto a migliorare il servizio per i consumatori.

Certo, l’Acquedotto Pugliese ha convocato le associazioni, illustrando una serie di provvedimenti atti a ridurre le perdite idriche e ad aumentare la qualità del servizio, specialmente nelle zone annosamente carenti (vedi Salento). Ma per ora gli utenti pugliesi non hanno visto nulla. O meglio, qualcosa l’hanno vista: gli aumenti tariffari.

E’ un gioco che non ci piace, perchè prima si fa vedere e toccare il servizio, e solo dopo si possono chiedere aumenti.

La nostra associazione sta studiando la contromossa: non solo reclamare presso l’A.A.T.O., ma informare della cosa la Regione Puglia e il Ministero preposto, in modo da appurare la legalità di tali aumenti. Ovviamente, terremo informati tutti i consumatori: alla prossima puntata!

ENERGY DRINK, VADE RETRO!


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Le bibite energetiche, Red Bull in testa, continuano a spopolare fra le giovani generazioni. Ma continuano anche ad essere messe al bando da varie nazioni (Norvegia, Danimarca, Austria e Francia docent!).

L’Italia, e anche la stessa Unione Europea, continuano a nicchiare sulla questione e a non prendere posizione: perchè???!!!

Tutti gli studi scientifici hanno ormai chiarito che mettere insieme caffeina e alcool è come mettere insieme tritolo e nitroglicerina: l’effetto nell’organismo è pian piano devastante. E non parliamo se si ingurgitano tali miscele prima di mettersi alla guida!

Altro che fare campagne di educazione stradale! Ma se è lo Stato a permettere la vendita di tali bevande esplosive e foriere di incidenti!

Come al solito, in questi casi è il consumatore arbitro del mercato. E’ lui che deve decidere di dire no!

Ed è questo quello che diciamo a tutti i bevitori di energy drink: DITE NO! NON LE COMPRATE! BEVETE ALTRO! Meglio due tazze di sano caffè che un barattolo di questa roba!

TOYOTA AUTOCLASSIC, CONSUMATORI DA RIMBORSARE


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Il caso del fallimento della concessionaria Autoclassic Toyota di Bari e Provincia sta facendo ormai il giro d’Italia e sta scoprendo il velo sui pericoli che corrono i consumatori persino quando ordinano semplicemente un’auto.

Caparre versate e non rimborsate, auto prenotate e mai consegnate, contributi statali per la rottamazione ormai in bilico, vecchie autovetture date in permuta: insomma, un guazzabuglio incredibile nel quale l’autoconcessionaria ha cacciato letteralmente migliaia di consumatori inconsapevoli.

Il comportamento dei responsabili della concessionaria è a dir poco fraudolento, poichè conoscevano molto bene la brutta situazione finanziaria dell’azienda, e avrebbero dovuto preavvertire i clienti ignari: invece hanno preferito intascare migliaia e migliaia di euro di varie caparre, per poi dileguarsi chissà dove!

Ma anche il comportamento della casa madre non è dei più trasparenti nei confronti dei consumatori. Immaginiamo che già da parecchio tempo la Toyota conoscesse le difficoltà economiche della sua filiale, e oggi non può assolutamente affermare che nulla c’entra nella vicenda.

Ovviamente, la nostra associazione è prontamente intervenuta nella questione, e ha già convinto la Toyota ad interessarsi di tutti i casi e ad aprire un numero verde solo per il caso Autoclassic.

Il numero è 800.252527, e sarà operativo da lunedì 8 marzo.

Contemporaneamente, occorre inviare sempre un dettagliato reclamo, sempre alla Toyota, col quale si chiede la consegna del veicolo oppure il rimborso di quanto versato, compreso il valore della eventuale vecchia auto data in permuta.

Le nostre sedi, sparse in tutta la Puglia, sono a disposizione di tutti i consumatori interessati.

La Toyota, su nostra pressione, ha già dichiarato che intende risolvere tutte le questioni sollevate, e noi siamo fiduciosi in merito, anche per smentire chi invece sta già pensando ad un’eventuale class action, il cui esito sarebbe incerto, dato il fallimento della concessionaria e la giuridicamente dubbia responsabilità della casa madre. Ma soprattutto è la farraginosità, il costo e i tempi dell’azione collettiva che ci inducono a pensare che dobbiamo fare di tutto per risolvere in modo conciliativo la vicenda. Per non penalizzare ulteriormente le tasche dei consumatori coinvolti, e per fare tutto senza i biblici tempi della giustizia italiana. 

Un’ultima riflessione: l’esperienza dimostra che questo tipo di contratti non devono più prevedere il versamento di una caparra. Sarà oggetto di una nostra proposta di modifica legislativa.