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Luglio, 2009 - Polidream

PROVINCIA DI BARI, CHE COSAP VUOI?


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E’ talmente incredibile che non riusciamo a crederci: c’è una tassa provinciale che è aumentata del 1.300%!

E’ la famigerata COSAP (Canone di Occupazione Suolo e Area Provinciale), che pagano i detentori di insegne e cartelli pubblicitari posti sulle strade provinciali. Praticamente, chi nel 2008 pagava 25 euro l’anno, nel 2009 si ritroverà ad effettuare un versamento di euro 350! Sì, avete capito bene: da 25 a 350 euro!

Potremmo anche essere d’accordo che 25 euro erano pochi, e avremmo tranquillamente accettato un raddoppio, perfino una triplicazione della tassa, ma addirittura un aumento superiore al 1.000% è un vero e prorpio record da guinness dei primati!

La decisione è stata presa, ovviamente nel silenzio mediatico, il 23 luglio del 2008 dal precedente Consiglio Provinciale di Bari, con l’approvazione della Delibera n. 11. Decisione gravissima, che colpisce la fascia delle piccole imprese, già alle prese con una grave crisi economica. Decisione supergravissima, se si pensa che ad essa non è stata data la pubblicizzazione dovuta, contraddicendo i principi della trasparenza e dell’informazione tributaria previsti dallo Statuto dei Diritti del Contribuente (Legge 212/2000), e non permettendo così agli utenti che l’avessero voluto di cessare l’occupazione del suolo provinciale, non pagando così il super-aumento del tributo.

Ovviamente, abbiamo immediatamente scritto al nuovo Presidente e al nuovo Assessore al Bilancio della Provincia di Bari, chiedendo un’urgente revisione della delibera. Da questa risposta capiremo anche che aria tirerà alla nuova Provincia di Bari! 

MYAIR, CONSUMATORI TUTELATI


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Il caso del blocco dei voli della Compagnia Myair sta preoccupando le migliaia di passeggeri che avevano acquistato il biglietto e non sono partiti.

Ma attenzione! La gran parte dei passeggeri non sa che la il Regolamento Comunitario n. 261/04, alias Carta dei Diritti del Passeggero, prevede in tali casi un indennizzo che va dai 250 ai 600 euro, a seconda della distanza prevista, oltre al rimborso del biglietto. E quindi raccomandiamo ai consumatori di conservare i titoli di viaggi, le ricevute, gli scontrini e ogni tipo di documento comprovante la prenotazione del volo cancellato. E di recarsi al più presto presso una delle nostre sedi, per effettuare la richiesta di rimborso.

Ma occorre anche una mobilitazione di tutte le associazioni dei consumatori, che devono far approvare una legge che preveda un apposito Fondo di protezione per i passeggeri, ogni qual volta una compagnia cada in disgrazia. Un po’ sulla stregua del Fondo bancario o di quello assicurativo, che tutela i consumatori in caso di liquidazione di una banca o di una compagnia di assicurazione. 

Purtroppo molte compagnie low cost non viaggiano in buone acque (o dovremmo dire "in buone arie"?), e dunque questo provvedimento diventa urgentissimo!

MYAIR, CONSUMATORI TUTELATI


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Il caso del blocco dei voli della Compagnia Myair sta preoccupando le migliaia di passeggeri che avevano acquistato il biglietto e non sono partiti.

Ma attenzione! La gran parte dei passeggeri non sa che la il Regolamento Comunitario n. 261/04, alias Carta dei Diritti del Passeggero, prevede in tali casi un rimborso che va dai 250 ai 600 euro, a seconda della distanza prevista, oltre al rimborso del biglietto. E quindi raccomandiamo ai consumatori di conservare i titoli di viaggi, le ricevute, gli scontrini e ogni tipo di documento comprovante la prenotazione del volo cancellato. E di recarsi al più presto presso una delle nostre sedi, per effettuare la richiesta di rimborso.

Ma occorre anche una mobilitazione di tutte le associazioni dei consumatori, che devono far mettere in pratica la legge che prevede già un apposito Fondo di protezione per i passeggeri, ogni qual volta una compagnia cada in disgrazia. E’ l’art. 100 del Codice del Consumo, legge del 2005, non ancora diventato realtà! Un po’ come il Fondo bancario o quello assicurativo, che tutela i consumatori in caso di liquidazione di una banca o di una compagnia di assicurazione. 

Purtroppo molte compagnie low cost non viaggiano in buone acque (o dovremmo dire "in buone arie"?), e dunque questo provvedimento diventa urgentissimo!

BANCHE, FINALMENTE LA CONCILIAZIONE


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Non è una novità per il mondo bancario, perchè già alcuni istituti, come Banca Intesa, MPS o Banco Napoli avevano già stretto intese con le associazioni dei consumatori, ma finalmente la conciliazione arriva per tutte le banche.

E’ una decisione della Banca d’Italia, e quindi praticamente riguarderà tutto il settore creditizio. La nuova figura si chiamerà Arbitro Bancario Finanziario (ABF), e in realtà sarà un collegio formato da 5 membri: 3 della stessa Banca d’Italia, uno dell’ABI e un rappresentante dei consumatori, scelto dal CNCU.

Inutile dire che siamo lontanissimi dalla conciliazione paritaria, che ormai regna sovrana nei settori della telefonia, dell’energia, delle poste o delle assicurazioni, dove la commissione di conciliazione è costituita da due membri, uno dell’azienda e uno dei consumatori. Ma è meglio di niente, perchè per la prima volta la Banca d’Italia accetta la procedura di conciliazione come risoluzione delle controversie. E lo fa, per giunta, senza porre alcun limite nè allle materie da sottoporre alla procedura, nè all’importo in questione (c’è, ma è di 100.000 euro!).

Insomma, è solo un primo passo; ma vedremo di accelerare il secondo passo, che sarà il taglio dei membri dell’ABF a 3: uno della Banca d’Italia, uno dell’ABI e uno dei nostri!   

BANCHE, FINALMENTE LA CONCILIAZIONE


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Non è una novità per il mondo bancario, perchè già alcuni istituti, come Banca Intesa, MPS o Banco Napoli avevano già stretto intese con le associazioni dei consumatori, ma finalmente la conciliazione arriva per tutte le banche.

E’ una decisione della Banca d’Italia, e quindi praticamente riguarderà tutto il settore creditizio. La nuova figura si chiamerà Arbitro Bancario Finanziario (ABF), e in realtà sarà un collegio formato da 5 membri: 3 della stessa Banca d’Italia, uno dell’ABI e un rappresentante dei consumatori, scelto dal CNCU.

Inutile dire che siamo lontanissimi dalla conciliazione paritaria, che ormai regna sovrana nei settori della telefonia, dell’energia, delle poste o delle assicurazioni, dove la commissione di conciliazione è costituita da due membri, uno dell’azienda e uno dei consumatori. Ma è meglio di niente, perchè per la prima volta la Banca d’Italia accetta la procedura di conciliazione come risoluzione delle controversie. E lo fa, per giunta, senza porre alcun limite nè allle materie da sottoporre alla procedura, nè all’importo in questione (c’è, ma è di 100.000 euro!).

Insomma, è solo un primo passo; ma vedremo di accelerare il secondo passo, che sarà il taglio dei membri dell’ABF a 3: uno della Banca d’Italia, uno dell’ABI e uno dei nostri!   

ENEL, BATOSTA PER CHI SUPERA LA POTENZA


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Altra mazzata per le aziende italiane sul fronte della bolletta energetica. L’ENEL ha cominciato ad applicare il dispositivo della Delibera n. 348/2007 dell’Autority dell’Energia, che prevede l’automatico aumento della potenza, e dei relativi corrispettivi, per gli utenti che superano la potenza prevista contrattualmente in almeno due mensilità.

Insomma, mentre prima si stipulava un qualsiasi contratto con l’Enel ed era previsto automaticamente un 10% in più di potenza, adesso non è più possibile. Il ristorante che ha concordato 20 Kw di potenza prima usufruiva praticamente di una potenza pari a 22,2 Kw tutti i giorni dell’anno; adesso, se supera i 20 Kw un solo mese non succede nulla, ma se eccede per 2 mesi, anche non consecutivi, è fritto: deve stipulare un nuovo contratto, con tanto di corrispettivi per la nuova potenza, deposito cauzionale, imposte, bolli e quant’altro.

Una bella botta che si può aggirare intorno ai 500-5.000 euro, a seconda della potenza!

Quindi, da una parte il costo dell’energia scende (ma ovviamente di pochissimo, checchè ne dicano giornali e politici!), e dall’altra si aumentano a dismisura i costi fissi, diminuendo diritti e servizi.

E’ così che si aiutano le imprese in difficoltà, che ovviamente scaricheranno sul consumatore finale questi aumenti di costi vivi?!

Chiediamo ufficialmente all’Autority di modificare la delibera in questione, tornando al vecchio regime, più elastico e più rispettoso dei diritti degli utenti!

ENEL, BATOSTA PER CHI SUPERA LA POTENZA


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Altra mazzata per le aziende italiane sul fronte della bolletta energetica. L’ENEL ha cominciato ad applicare il dispositivo della Delibera n. 348/2007 dell’Autority dell’Energia, che prevede l’automatico aumento della potenza, e dei relativi corrispettivi, per gli utenti che superano la potenza prevista contrattualmente in almeno due mensilità.

Insomma, mentre prima si stipulava un qualsiasi contratto con l’Enel ed era previsto automaticamente un 10% in più di potenza, adesso non è più possibile. Il ristorante che ha concordato 20 Kw di potenza prima usufruiva praticamente di una potenza pari a 22,2 Kw tutti i giorni dell’anno; adesso, se supera i 20 Kw un solo mese non succede nulla, ma se eccede per 2 mesi, anche non consecutivi, è fritto: deve stipulare un nuovo contratto, con tanto di corrispettivi per la nuova potenza, deposito cauzionale, imposte, bolli e quant’altro.

Una bella botta che si può aggirare intorno ai 500-5.000 euro, a seconda della potenza!

Quindi, da una parte il costo dell’energia scende (ma ovviamente di pochissimo, checchè ne dicano giornali e politici!), e dall’altra si aumentano a dismisura i costi fissi, diminuendo diritti e servizi.

E’ così che si aiutano le imprese in difficoltà, che ovviamente scaricheranno sul consumatore finale questi aumenti di costi vivi?!

Chiediamo ufficialmente all’Autority di modificare la delibera in questione, tornando al vecchio regime, più elastico e più rispettoso dei diritti degli utenti!

OLIO, FINALMENTE LA PROVENIENZA!


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Dal 1° luglio 2009 entra finalmente in vigore il nuovo regolamento comunitario che impone l’inserimento, nell’etichetta dell’olio, della provenienza delle olive.

Finalmente il consumatore potrà sapere se l’olio è italiano, spagnolo o turco. Ma quanti anni ci sono voluti per giungere a questa leggina piccola piccola, che dà un normale strumento di garanzia e di informazione all’acquirente! Quante resistenze da parte, ovviamente, di chi contrabbanda magari per pugliese un olio che pugliese non è!

E infatti proprio la nostra regione esce a testa alta da questa nuova normativa, perchè d’ora in poi i nostri produttori potranno indicare in etichetta la provenienza, e questo significherà, inutile dirlo, più qualità e sicurezza per la tavola del consumatore, perchè gli ulivi pugliesi sono inconfondibilimente più ricchi di sapori e aromi.

Adesso la battaglia si sposta sul vino e su tutti i prodotti per i quali non è obbligatoria la dicitura della provenienza in etichetta. Non è possibile che nel 2009 dobbiamo ancora combattere per questo minimo di informazione da dare al consumatore, e pertanto faremo subito pressioni sul nuovo Parlamento Europeo per l’immediata approvazione di una normativa che imponga sull’etichetta di qualsiasi prodotto alimentare la provenienza.

Intanto chiediamo a tutti i consumatori di sottoscrivere la petizione riportata nell’apposito box del nostro sito.

OLIO, FINALMENTE LA PROVENIENZA!


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Dal 1° luglio 2009 entra finalmente in vigore il nuovo regolamento comunitario che impone l’inserimento, nell’etichetta dell’olio, della provenienza delle olive.

Finalmente il consumatore potrà sapere se l’olio è italiano, spagnolo o turco. Ma quanti anni ci sono voluti per giungere a questa leggina piccola piccola, che dà un normale strumento di garanzia e di informazione all’acquirente! Quante resistenze da parte, ovviamente, di chi contrabbanda magari per pugliese un olio che pugliese non è!

E infatti proprio la nostra regione esce a testa alta da questa nuova normativa, perchè d’ora in poi i nostri produttori potranno indicare in etichetta la provenienza, e questo significherà, inutile dirlo, più qualità e sicurezza per la tavola del consumatore, perchè gli ulivi pugliesi sono inconfondibilimente più ricchi di sapori e aromi.

Adesso la battaglia si sposta sul vino e su tutti i prodotti per i quali non è obbligatoria la dicitura della provenienza in etichetta. Non è possibile che nel 2009 dobbiamo ancora combattere per questo minimo di informazione da dare al consumatore, e pertanto faremo subito pressioni sul nuovo Parlamento Europeo per l’immediata approvazione di una normativa che imponga sull’etichetta di qualsiasi prodotto alimentare la provenienza.

Intanto chiediamo a tutti i consumatori di sottoscrivere la petizione riportata nell’apposito box del nostro sito.

POSTE – CONSUMATORI, CONVENTION REGIONALE 2009


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Si è svolta a Bari la Convention Regionale fra Poste Italiane e associazioni dei consumatori. Vi ha partecipato anche la nostra associazione, presentando un proprio documento, che riportiamo integralmente:

"Con la presente la Polidream Assoutenti Puglia intende innanzitutto ringraziare Poste Italiane per l’ennesima occasione di concertazione offerta dall’incontro di cui all’oggetto, auspicando che tale modalità diventi permanente, risultando così una trasposizione su base regionale dei tavoli nazionali di concertazione: tale esigenza è fortissima e nasce dalla stessa peculiarità delle problematiche, che possono variare da territorio a territorio.

                                          Ovviamente, le problematiche sul tappeto sono ancora tante, e noi Ve le sottoponiamo in maniera sintetica e schematica, al fine comunque di essere da stimolo propositivo per la loro risoluzione:

 

RITARDATI/MANCATI RECAPITI: riteniamo che i momenti di “crisi” possano essere meglio superati proprio con la concertazione preventiva. Se Poste Italiane coinvolgesse le associazioni dei consumatori anche nel processo di riorganizzazione interno dell’azienda, forse il disservizio si attenuerebbe, evitando anche i “toni forti” su articoli di stampa e le minacce di “class action” da parte di taluni cittadini o associazioni che sono rimaste ancora, secondo noi infantilmente, all’era dell’antagonismo e della contrapposizione. Per quanto riguarda la consegna della posta, noi stiamo proponendo da anni che si faccia anche di sera, in modo che i portalettere reperiscano i destinatari e non si assista più alle “processioni dei cartolinari” presso gli uffici postali.

PACCHI: molti reclami, e relative procedure di conciliazione, vertono sul ritardato recapito dei pacchi o sul loro deterioramento; urge intervenire sulla “filiera”, tenuto conto che i costi di spedizione non sono proprio bassissimi e che tale modalità di commercializzazione si espanderà ancora di più nei prossimi anni, con l’inevitabile sviluppo dell’e-commerce.

INFORMAZIONE-EDUCAZIONE DEL CONSUMATORE: va attuata, secondo noi, con una maggiore sinergia fra Poste ed associazioni, utilizzando gli stessi sportelli delle associazioni dei consumatori, ormai numerosi e spalmati su tutto il territorio, per campagne di educazione e di informazione sui servizi postali, sulle varie problematiche ad essi legate e sulle modalità conciliative di risoluzione delle controversie, ma anche per il monitoraggio della “customer satisfaction”.

SERVIZI BANCOPOSTA: gli sforzi dell’azienda, tesi al miglioramento e all’allargamento di tali servizi, sono assolutamente lodevoli, tenuto conto delle spese e dei tassi più bassi praticati da Poste Italiane, sia sui conti correnti che su prestiti e mutui. Certo, si è ancora lontani dall’assomigliare alle banche, soprattutto in termini di elasticità e di celerità, ma certo non saremo noi ad auspicare una parificazione di Poste al sistema bancario italiano, ancora poco rispettoso dei diritti dei consumatori (basti pensare solamente alla conciliazione, che per Poste esiste e per le banche ancora no!). Riteniamo che vadano migliorate le modalità di vendita e gli stessi prospetti informativi del comparto degli investimenti, sui quali abbiamo raccolto varie lamentele.

TOPONOMASTICA: resta un grande e irrisolto problema, per il quale già l’anno scorso avevamo proposto un quadro normativo, anche locale, che dia più certezze e più garanzie sia al cittadino che alle Poste. E questo lo si può fare con la deliberazione di una Carta Comunale dei Consumatori, trasposizione su base locale del Codice del Consumo e della normativa regionale sui diritti dei consumatori, che elimini alla radice queste problematiche e che preveda espressamente dei ristori all’utenza da parte dell’Ente inadempiente. Peraltro, questo che è stato un ns. vecchio pallino e cavallo di battaglia, ormai è diventato legge, con l’art. 2 comma 461 della Finanziaria 2008, l’ennesima buona norma che rischia di cadere nel dimenticatoio! Diventa pertanto necessario, da parte di tutte le aziende che erogano servizi di pubblica utilità su ogni territorio comunale, fra cui Poste Italiane, supportare questa ns. richiesta nei confronti degli Enti Locali.

FORMAZIONE PROFESSIONALE: riteniamo che nei corsi di formazione per i Vs. operatori vadano coinvolte maggiormente le associazioni dei consumatori, che possono dare il loro apporto professionale anche nei percorsi formativi, improntandoli ad una maggiore attenzione alle questioni consumeristiche e alle norme ad esse connesse.

PROCEDURA DI CONCILIAZIONE: funziona benissimo, anche se vi sono ancora delle lacune, soprattutto nell’impreparazione in merito da parte di alcuni uffici territoriali, nella scarsa informazione degli utenti (ma in questo siamo colpevoli anche noi!), nei tempi ancora un po’ lunghi per la definizione della controversia e nell’ambito d’applicazione, che secondo noi dovrebbe essere allargato ad ogni tipo di problematica. Ma siamo sicuri che, gradualmente, anche queste lacune possano essere colmate, tenuto conto dell’estrema disponibilità di tutti i dirigenti di Poste Italiane.

VARIE ED EVENTUALI: qualche piccolo infortunio, tipo la chiusura di alcuni uffici postali (vedi l’esempio di Panni, in provincia di Foggia), va assolutamente evitato, poiché indurrebbe nel consumatore l’idea che anche Poste Italiane si sia piegata solo ed unicamente al business, tralasciando del tutto il suo scopo sociale. Gli uffici devono rimanere aperti anche e soprattutto nelle piccole realtà!"