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Ottobre, 2008 - Polidream

LA TASSA RIFIUTI DEVE DIMINUIRE


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Quasi tutti i Comuni della Puglia stanno già pensando ad un bell’aumento della tassa dei rifiuti per il 2009, alla faccia della lettera del Presidente Vendola, che ha promesso riduzioni per i Comuni che effettuano la raccolta differenziata.

Ovviamente gli Enti Locali piangono, come al solito, i mancati trasferimenti di finanziamenti da parte dello Stato, la perdita del gettito dell’ICI sulla prima casa e le maggiori spese per appaltare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Ma i costi non devono e non possono aumentare, se si fa per bene la raccolta differenziata e se si danno incentivi per le aziende che eliminano gli imballaggi. Non solo così si va meno in discarica, ma addirittura il Comune guadagnerebbe nella rivendita di carta, plastica, vetro, alluminio e quant’altro ai Consorzi specializzati.

E’ una ricetta semplice, ma ovviamente di più difficile applicazione rispetto alla misura ancora più facile con cui pareggiare i costi, ovvero aumentare la tassa.

Occorre solo organizzare bene il servizio di raccolta differenziata, che deve essere possibilmente porta e porta e non costituire un intralcio per la vita domestica: per esempio, gli utenti potrebbero avere solo due buste, una per i rifiuti rivolti al compost, e l’altra per tutto il resto; poi provvederà la Ditta appaltante a separare la plastica dalla carta, dal vetro, etc.etc. Dopodichè il Comune applicherebbe uno sconto sulla tassa per ogni busta ritirata, e solo allora i cittadini sarebbero incentivati a separare tutto, ma veramente tutto, in modo da portare al classico cassonetto quasi nulla. Ovviamente, la stessa cosa va fatta per tutte le attività commerciali, particolarmente colpite dalla tariffa della tassa rifiuti, incentivandole alla differenziazione.

Dulcis in fundo, i Sindaci dovrebbero dare incentivi fiscali anche alle Aziende locali che fanno a meno degli imballaggi, in modo da produrre meno rifiuti già a monte.

Con questo serio programma di riconversione della politica dei rifiuti, non solo la discarica comincia ad essere meno carica, ma la tassa dei rifiuti va giù, e non su!

La nostra associazione si rivolge all’ANCI, alle Province e alla Regione: emanino direttive precise a tal proposito, altrimenti saremmo costretti a manifestazioni popolari in caso di aumenti di tassa!

LA TASSA RIFIUTI DEVE DIMINUIRE


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Quasi tutti i Comuni della Puglia stanno già pensando ad un bell’aumento della tassa dei rifiuti per il 2009, alla faccia della lettera del Presidente Vendola, che ha promesso riduzioni per i Comuni che effettuano la raccolta differenziata.

Ovviamente gli Enti Locali piangono, come al solito, i mancati trasferimenti di finanziamenti da parte dello Stato, la perdita del gettito dell’ICI sulla prima casa e le maggiori spese per appaltare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Ma i costi non devono e non possono aumentare, se si fa per bene la raccolta differenziata e se si danno incentivi per le aziende che eliminano gli imballaggi. Non solo così si va meno in discarica, ma addirittura il Comune guadagnerebbe nella rivendita di carta, plastica, vetro, alluminio e quant’altro ai Consorzi specializzati.

E’ una ricetta semplice, ma ovviamente di più difficile applicazione rispetto alla misura ancora più facile con cui pareggiare i costi, ovvero aumentare la tassa.

Occorre solo organizzare bene il servizio di raccolta differenziata, che deve essere possibilmente porta e porta e non costituire un intralcio per la vita domestica: per esempio, gli utenti potrebbero avere solo due buste, una per i rifiuti rivolti al compost, e l’altra per tutto il resto; poi provvederà la Ditta appaltante a separare la plastica dalla carta, dal vetro, etc.etc. Dopodichè il Comune applicherebbe uno sconto sulla tassa per ogni busta ritirata, e solo allora i cittadini sarebbero incentivati a separare tutto, ma veramente tutto, in modo da portare al classico cassonetto quasi nulla. Ovviamente, la stessa cosa va fatta per tutte le attività commerciali, particolarmente colpite dalla tariffa della tassa rifiuti, incentivandole alla differenziazione.

Dulcis in fundo, i Sindaci dovrebbero dare incentivi fiscali anche alle Aziende locali che fanno a meno degli imballaggi, in modo da produrre meno rifiuti già a monte.

Con questo serio programma di riconversione della politica dei rifiuti, non solo la discarica comincia ad essere meno carica, ma la tassa dei rifiuti va giù, e non su!

La nostra associazione si rivolge all’ANCI, alle Province e alla Regione: emanino direttive precise a tal proposito, altrimenti saremmo costretti a manifestazioni popolari in caso di aumenti di tassa!

BANCHE E DEPOSITI: L’EUROPA NON TUTELA I RISPARMIATORI!


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Tutti si stanno precipitando, Presidente del Consilvio in testa, a rassicurare i risparmiatori italiani in questo periodo di crisi nera: NESSUNO PERDERA’ UN EURO!

Noi ci limiteremmo ad un più moderato e lirico "Nessun dorma, affinchè non si perda un euro!"; ma in realtà i buoi sono già scappati, e chiudere adesso le stalle è troppo tardi!

Affermare che nessuno perderà quattrini in questa fase è una grossa bugia, perchè la gran parte degli investitori ha già perso tantissime risorse. E parliamo di piccoli azionisti, di obbligazionisti, di quote di fondi comuni, insomma di quasi tutti i depositi di titoli.

La normativa italiana protegge i correntisti, e solo loro, fino a 103.000 euro; per il resto non vi è alcun ammortizzatore o rete di protezione. Quindi come si fa a dire che nessuno ci perderà?

In verità, qualcuno sta perdendo. Anzi, più di qualcuno. Innanzitutto, il "sogno americano" di Bush, basato sull’economia fasulla, sulla "finanza creativa", fatta di scatole cinesi in borsa, e non di lavoro e di impresa pura. Se l’amministrazione di destra giunge a manovre "comuniste", come quella di nazionalizzare le banche e le assicurazioni in fallimento, qualche autocritica Bush se la dovrebbe pur fare!

Ma, più degli U.S.A., ci sta perdendo la pseudo-Unione Europea, che ha federato 27 paesi solo ed unicamente sulla moneta, ovvero l’euro, ma a tutt’oggi ha ancora 27 normative diverse in tema finanziario e bancario! Il che significa "si salvi chi può", quando arriva la crisi!

Gli ammortizzatori, gli organismi di controllo, le reti di protezione, le normative, i diritti dei risparmiatori: su questi temi l’Europa unita non esiste! Ognuno ha le sue leggine, ognuno ha sistemi di controllo e di difesa diversissimi, ognuno insomma va per conto suo.

"Abbiamo fatto l’euro, ora bisogna fare gli europei" direbbe Cavour. Ma qui non si tratta di fare gli europei, quanto di unificare tutto il sistema delle normative e dei diritti in tema finanziario, in modo che il cittadino di Stoccolma sia tutelato come quello di Siracusa.

Di questo i nostri eurodeputati non si sono preoccupati, e non ci pensano minimamente!

E allora, ci chiediamo, vogliamo imitarli alle prossime, ennesime, inutili elezioni europee del 2009? Vogliamo non pensarci minimamente?!

BANCHE E DEPOSITI: L’EUROPA NON TUTELA I RISPARMIATORI!


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Tutti si stanno precipitando, Presidente del Consilvio in testa, a rassicurare i risparmiatori italiani in questo periodo di crisi nera: NESSUNO PERDERA’ UN EURO!

Noi ci limiteremmo ad un più moderato e lirico "Nessun dorma, affinchè non si perda un euro!"; ma in realtà i buoi sono già scappati, e chiudere adesso le stalle è troppo tardi!

Affermare che nessuno perderà quattrini in questa fase è una grossa bugia, perchè la gran parte degli investitori ha già perso tantissime risorse. E parliamo di piccoli azionisti, di obbligazionisti, di quote di fondi comuni, insomma di quasi tutti i depositi di titoli.

La normativa italiana protegge i correntisti, e solo loro, fino a 103.000 euro; per il resto non vi è alcun ammortizzatore o rete di protezione. Quindi come si fa a dire che nessuno ci perderà?

In verità, qualcuno sta perdendo. Anzi, più di qualcuno. Innanzitutto, il "sogno americano" di Bush, basato sull’economia fasulla, sulla "finanza creativa", fatta di scatole cinesi in borsa, e non di lavoro e di impresa pura. Se l’amministrazione di destra giunge a manovre "comuniste", come quella di nazionalizzare le banche e le assicurazioni in fallimento, qualche autocritica Bush se la dovrebbe pur fare!

Ma, più degli U.S.A., ci sta perdendo la pseudo-Unione Europea, che ha federato 27 paesi solo ed unicamente sulla moneta, ovvero l’euro, ma a tutt’oggi ha ancora 27 normative diverse in tema finanziario e bancario! Il che significa "si salvi chi può", quando arriva la crisi!

Gli ammortizzatori, gli organismi di controllo, le reti di protezione, le normative, i diritti dei risparmiatori: su questi temi l’Europa unita non esiste! Ognuno ha le sue leggine, ognuno ha sistemi di controllo e di difesa diversissimi, ognuno insomma va per conto suo.

"Abbiamo fatto l’euro, ora bisogna fare gli europei" direbbe Cavour. Ma qui non si tratta di fare gli europei, quanto di unificare tutto il sistema delle normative e dei diritti in tema finanziario, in modo che il cittadino di Stoccolma sia tutelato come quello di Siracusa.

Di questo i nostri eurodeputati non si sono preoccupati, e non ci pensano minimamente!

E allora, ci chiediamo, vogliamo imitarli alle prossime, ennesime, inutili elezioni europee del 2009? Vogliamo non pensarci minimamente?!