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Luglio, 2008 - Polidream - Page 2

LO SFUSO E LA SPINA, DUE AMICI DEI CONSUMATORI


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Stanno finalmente prendendo piede, anche in zone dove meno te l’aspetti (vedi Napoli), e sono due amici stretti stretti dei consumatori e dell’ambiente.

Vi presentiamo lo "sfuso" e la "spina", ovvero la merce senza imballaggi e a costi ridotti.

Sono ormai decine e decine i negozi che vendono solo merce sfusa, dai legumi al caffè, dallo zucchero alla pasta. E sono anche tanti gli esercenti, fra cui i centri commerciali, che offrono finalmente i detersivi o prodotti della casa alla "spina". E si moltiplicano anche gli esempi del latte venduto direttamente alla stalla.

Insomma un fiorire di iniziative che fa bene all’ambiente, perchè si eliminano tonnellate di imballaggi, che è la ricetta più intelligente per risolvere il problema dei rifiuti (sempre della serie "vedi Napoli"), e nel contempo si dà un taglio netto al carovita perchè, inutile dirlo, la merce venduta così costa molto di meno.

Se a tutto questo si aggiunge il ritorno della spesa presso le bancarelle dei mercati rionali, il moltiplicarsi dei Gruppi di Acquisto Solidale e la nascita di numerosi "farmers market", ovvero i negozi "dal produttore al consumatore", allora si capisce che sta nascendo un movimento spontaneo che dice no alla globalizzazione selvaggia, alla spesa voluttuaria, ai prezzi alti, ai prodotti griffati, agli OGM e agli imballaggi inutili.

Peccato che di tutto questo non c’è traccia nella nostra regione! Sì, perchè questo moltiplicarsi di iniziative è tutto, o quasi, fuori della Puglia. Sarà perchè le altre regioni stanno sponsorizzando tali iniziative, anche rivedendo le Leggi sul Commercio, mentre la Giunta Regionale pugliese è intenta a far aprire più centri commerciali e a tenere i negozi aperti di domenica? Insomma, la nostra Regione è in tutt’altre faccende affacendata, nonostante abbia sfornato anche una buona Legge sui Consumatori non più tardi di due anni fa.

La solita legge all’italiana, come l’arte: la si fa e la si mette da parte!

CARO-PETROLIO, QUELLO CHE I CONSUMATORI POSSONO FARE


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La crisi dei prezzi dei carburanti qualcosa di positivo ce l’ha, perchè sta imponendo all’attenzione di tutti i consumatori i loro stili di vita sbagliati, non solo nei confronti delle loro tasche, ma anche verso l’ambiente.

Qualche automobilista, obtorto collo, sta cominciando a capire che l’autovettura va presa solo quando serve veramente, che i mezzi di trasporto pubblico sono una valida alternativa e che per circolare in città o in paese bastano le due ruote o i due piedi.

FINALMENTE, diciamo noi, che queste cose le abbiamo consigliate in tempi non sospetti!

Ma si può fare  di più anche quando si è costretti a prendere la propria auto.

L’ENEA ha stimato in 400 litri di benzina e in 700 litri di gasolio il risparmio di carburante per l’auto, se l’automobilista ha uno stile calmo di guida, se sceglie correttamente la marcia, se ha una manutenzione regolare del motore ed una corretta pressione dei pneumatici. Quindi niente brusche frenate o accelerazioni, niente grandi velocità e controllo periodico dell’automezzo: questi i semplici segreti per risparmiare la bellezza di 600 euro di benzina o di 1.000 euro di gasolio all’anno!

In attesa di ribassi del carburante, e soprattutto della comparsa delle auto ad idrogeno, vi sembra poco risparmiare così tanto e con pochissimi sacrifici?

CARO-PETROLIO, QUELLO CHE I CONSUMATORI POSSONO FARE


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La crisi dei prezzi dei carburanti qualcosa di positivo ce l’ha, perchè sta imponendo all’attenzione di tutti i consumatori i loro stili di vita sbagliati, non solo nei confronti delle loro tasche, ma anche verso l’ambiente.

Qualche automobilista, obtorto collo, sta cominciando a capire che l’autovettura va presa solo quando serve veramente, che i mezzi di trasporto pubblico sono una valida alternativa e che per circolare in città o in paese bastano le due ruote o i due piedi.

FINALMENTE, diciamo noi, che queste cose le abbiamo consigliate in tempi non sospetti!

Ma si può fare  di più anche quando si è costretti a prendere la propria auto.

L’ENEA ha stimato in 400 litri di benzina e in 700 litri di gasolio il risparmio di carburante per l’auto, se l’automobilista ha uno stile calmo di guida, se sceglie correttamente la marcia, se ha una manutenzione regolare del motore ed una corretta pressione dei pneumatici. Quindi niente brusche frenate o accelerazioni, niente grandi velocità e controllo periodico dell’automezzo: questi i semplici segreti per risparmiare la bellezza di 600 euro di benzina o di 1.000 euro di gasolio all’anno!

In attesa di ribassi del carburante, e soprattutto della comparsa delle auto ad idrogeno, vi sembra poco risparmiare così tanto e con pochissimi sacrifici?

CARO-CARBURANTI, IL FISCO FACCIA UN PASSO INDIETRO!


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L’inflazione galoppante, il pieno all’auto che costa sempre di più, la spesa che è un’impresa. Mentre il governo pensa alla legge bloccaprocessi, piuttosto che ad una norma bloccaprezzi.

Questo il quadro di una situazione economica letteralmente impazzita, che sta mettendo alle corde i bilanci delle famiglie. E forse il peggio deve ancora arrivare, se è vero com’è vero che la crisi dei mutui americani irromperà in autunno anche in Europa.

Ci sono cose, però, che si possono fare subito, IMMEDIATAMENTE! E il buon esempio non può che partire dal governo e dalle sue entrate fiscali. Immaginiamo solo per un momento quanto ha incassato il fisco italiano, che pesa al 65% su ogni litro di carburante, sugli ultimi aumenti di benzina e gasolio, che in 2 mesi si sono impennati di circa 30 eurocentesimi al litro. Che fine hanno fatto e fanno questi inaspettati surplus di incassi?

E allora, è inutile riempire fiumi di parole e di articoli di giornali per descrivere la contingenza economica. Parole che servono solo a complicare furbescamente le cose per nascondere la verità. Che è una sola: lo Stato deve fare uno, due passi indietro, deve abbassare le tasse sui carburanti!

Avremmo due effetti immediati: la ripresa dei consumi e la riduzione dei prezzi di tutte le merci, dato che viaggiano tutte su gomma, e quindi aumentano all’aumentare del prezzo della benzina.

Inutile aggiungere che il fisco non ci perderebbe un centesimo, perchè il mancato introito sui carburanti sarebbe compensato dalle imposte pagate dai consumatori all’atto degli acquisti e da quelle versate in più dalle imprese, che finalmente vedrebbero comunque innalzarsi la curva degli incassi.

E’ una ricetta semplice, forse banale, ma è l’unica per uscire dall’impasse, anzi dal tracollo economico che ci sta vedendo tutti spettatori impotenti.

CARO-CARBURANTI, IL FISCO FACCIA UN PASSO INDIETRO!


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L’inflazione galoppante, il pieno all’auto che costa sempre di più, la spesa che è un’impresa. Mentre il governo pensa alla legge bloccaprocessi, piuttosto che ad una norma bloccaprezzi.

Questo il quadro di una situazione economica letteralmente impazzita, che sta mettendo alle corde i bilanci delle famiglie. E forse il peggio deve ancora arrivare, se è vero com’è vero che la crisi dei mutui americani irromperà in autunno anche in Europa.

Ci sono cose, però, che si possono fare subito, IMMEDIATAMENTE! E il buon esempio non può che partire dal governo e dalle sue entrate fiscali. Immaginiamo solo per un momento quanto ha incassato il fisco italiano, che pesa al 65% su ogni litro di carburante, sugli ultimi aumenti di benzina e gasolio, che in 2 mesi si sono impennati di circa 30 eurocentesimi al litro. Che fine hanno fatto e fanno questi inaspettati surplus di incassi?

E allora, è inutile riempire fiumi di parole e di articoli di giornali per descrivere la contingenza economica. Parole che servono solo a complicare furbescamente le cose per nascondere la verità. Che è una sola: lo Stato deve fare uno, due passi indietro, deve abbassare le tasse sui carburanti!

Avremmo due effetti immediati: la ripresa dei consumi e la riduzione dei prezzi di tutte le merci, dato che viaggiano tutte su gomma, e quindi aumentano all’aumentare del prezzo della benzina.

Inutile aggiungere che il fisco non ci perderebbe un centesimo, perchè il mancato introito sui carburanti sarebbe compensato dalle imposte pagate dai consumatori all’atto degli acquisti e da quelle versate in più dalle imprese, che finalmente vedrebbero comunque innalzarsi la curva degli incassi.

E’ una ricetta semplice, forse banale, ma è l’unica per uscire dall’impasse, anzi dal tracollo economico che ci sta vedendo tutti spettatori impotenti.

CARO-CARBURANTI, IL FISCO FACCIA UN PASSO INDIETRO!


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L’inflazione galoppante, il pieno all’auto che costa sempre di più, la spesa che è un’impresa. Mentre il governo pensa alla legge bloccaprocessi, piuttosto che ad una norma bloccaprezzi.

Questo il quadro di una situazione economica letteralmente impazzita, che sta mettendo alle corde i bilanci delle famiglie. E forse il peggio deve ancora arrivare, se è vero com’è vero che la crisi dei mutui americani irromperà in autunno anche in Europa.

Ci sono cose, però, che si possono fare subito, IMMEDIATAMENTE! E il buon esempio non può che partire dal governo e dalle sue entrate fiscali. Immaginiamo solo per un momento quanto ha incassato il fisco italiano, che pesa al 65% su ogni litro di carburante, sugli ultimi aumenti di benzina e gasolio, che in 2 mesi si sono impennati di circa 30 eurocentesimi al litro. Che fine hanno fatto e fanno questi inaspettati surplus di incassi?

E allora, è inutile riempire fiumi di parole e di articoli di giornali per descrivere la contingenza economica. Parole che servono solo a complicare furbescamente le cose per nascondere la verità. Che è una sola: lo Stato deve fare uno, due passi indietro, deve abbassare le tasse sui carburanti!

Avremmo due effetti immediati: la ripresa dei consumi e la riduzione dei prezzi di tutte le merci, dato che viaggiano tutte su gomma, e quindi aumentano all’aumentare del prezzo della benzina.

Inutile aggiungere che il fisco non ci perderebbe un centesimo, perchè il mancato introito sui carburanti sarebbe compensato dalle imposte pagate dai consumatori all’atto degli acquisti e da quelle versate in più dalle imprese, che finalmente vedrebbero comunque innalzarsi la curva degli incassi.

E’ una ricetta semplice, forse banale, ma è l’unica per uscire dall’impasse, anzi dal tracollo economico che ci sta vedendo tutti spettatori impotenti.

TELEFONI E LE PENALI DELLE 3 SCIMMIE


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Sembra che la legge 40/07, meglio nota come Legge Bersani, non sia stata scritta.

Per la verità, questo è il tipico costume italiota, "stile 3 scimmie": scrivere belle leggi per ignorarle sistematicamente. Gli esempi sono illustri: basti pensare alla stessa Costituzione, ancora inattuata a 60 anni di distanza, o a leggi sulla trasparenza come la 241/90, vecchia appunto di 18 anni, ma tuttora dimenticata dalla Pubblica Amministrazione.

La legge Bersani, quella, per intenderci, che ha cancellato i costi di ricarica per i cellulari, sin dal 2 aprile 2007 ha praticamente abolito anche i vincoli temporali e le penali per recesso anticipato dai contratti telefonici. Che, tradotto in soldoni, significa che si può disdettare in ogni momento un abbonamento telefonico e che l’operatore telefonico non può, per questo, addebitare alcun costo al consumatore.

Ebbene, ancora oggi continua ad avvenire esattamente il contrario. Puntualmente l’utente che ha fatto disdetta del contratto viene invitato a pagare pure la penale, magari chiamata in altro modo: "somma aggiuntiva", "addebito", "costo", etc. etc.

Non solo, ma persino negli spots pubblicitari e nelle offerte commerciali della telefonia vengono ancora declamati i vincoli temporali: 1 anno, 2 anni, etc. etc. Sempre alla faccia della Bersani!

Non dovremmo essere noi a segnalare all’Autority delle Comunicazioni una palese illegittimità che è sotto gli occhi di tutti e che dovrebbe essere duramente sanzionata.

Ma, tant’è, lo facciamo, e ci attendiamo ovviamente una dura reprimenda da parte della stessa Autorità verso tutti i gestori telefonici, oltre alla fine di questa violazione sistematica della legge.

Ai consumatori interessati diciamo: NON PAGATE! Non fate come le 3 scimmie e venite presso le nostre sedi a reclamare e a conciliare!

TELEFONI E LE PENALI DELLE 3 SCIMMIE


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Sembra che la legge 40/07, meglio nota come Legge Bersani, non sia stata scritta.

Per la verità, questo è il tipico costume italiota, "stile 3 scimmie": scrivere belle leggi per ignorarle sistematicamente. Gli esempi sono illustri: basti pensare alla stessa Costituzione, ancora inattuata a 60 anni di distanza, o a leggi sulla trasparenza come la 241/90, vecchia appunto di 18 anni, ma tuttora dimenticata dalla Pubblica Amministrazione.

La legge Bersani, quella, per intenderci, che ha cancellato i costi di ricarica per i cellulari, sin dal 2 aprile 2007 ha praticamente abolito anche i vincoli temporali e le penali per recesso anticipato dai contratti telefonici. Che, tradotto in soldoni, significa che si può disdettare in ogni momento un abbonamento telefonico e che l’operatore telefonico non può, per questo, addebitare alcun costo al consumatore.

Ebbene, ancora oggi continua ad avvenire esattamente il contrario. Puntualmente l’utente che ha fatto disdetta del contratto viene invitato a pagare pure la penale, magari chiamata in altro modo: "somma aggiuntiva", "addebito", "costo", etc. etc.

Non solo, ma persino negli spots pubblicitari e nelle offerte commerciali della telefonia vengono ancora declamati i vincoli temporali: 1 anno, 2 anni, etc. etc. Sempre alla faccia della Bersani!

Non dovremmo essere noi a segnalare all’Autority delle Comunicazioni una palese illegittimità che è sotto gli occhi di tutti e che dovrebbe essere duramente sanzionata.

Ma, tant’è, lo facciamo, e ci attendiamo ovviamente una dura reprimenda da parte della stessa Autorità verso tutti i gestori telefonici, oltre alla fine di questa violazione sistematica della legge.

Ai consumatori interessati diciamo: NON PAGATE! Non fate come le 3 scimmie e venite presso le nostre sedi a reclamare e a conciliare!

ICI: RIMBORSI IMMEDIATI


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Qualche contribuente distratto, e soprattutto qualche studio di patronato o di commercialista un po’ fra le nuvole, ha pagato o fatto pagare l’ICI sulla prima casa alla scadenza di giugno.

Ovviamente si tratta di un macroscopico e banale errore, dato che la vituperata Imposta sulla prima casa è stata abolita.

Adesso, ovviamente, si tratta di chiedere il rimborso di quanto erroneamente versato. Occorre dire innanzitutto che non è un rimborso automatico, ovvero occorre farne apposita istanza. E dunque, tale richiesta va fatta subito al Comune di competenza, Settore Tributi.

I tempi del rimborso, nota dolente, possono essere anche lunghi, perchè la Legge che ha istituito l’ICI non si è preoccupata di definirli, demandando la cosa ai Comuni. Ma anche i relativi Regolamenti Comunali non brillano per certezza sui tempi di rimborso.

E’ per questo che chiediamo all’ANCI di intervenire e di stabilire una corsia preferenziale per questi rimborsi, magari consentendo il sistema della compensazione per quei contribuenti, proprietari di più case o terreni, che alla prossima scadenza potranno così decurtare quanto indebitamente versato in più.

Le nostre sedi sono a disposizione di tutti i consumatori per l’espletamento della pratica di rimborso.

ICI: RIMBORSI IMMEDIATI


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Qualche contribuente distratto, e soprattutto qualche studio di patronato o di commercialista un po’ fra le nuvole, ha pagato o fatto pagare l’ICI sulla prima casa alla scadenza di giugno.

Ovviamente si tratta di un macroscopico e banale errore, dato che la vituperata Imposta sulla prima casa è stata abolita.

Adesso, ovviamente, si tratta di chiedere il rimborso di quanto erroneamente versato. Occorre dire innanzitutto che non è un rimborso automatico, ovvero occorre farne apposita istanza. E dunque, tale richiesta va fatta subito al Comune di competenza, Settore Tributi.

I tempi del rimborso, nota dolente, possono essere anche lunghi, perchè la Legge che ha istituito l’ICI non si è preoccupata di definirli, demandando la cosa ai Comuni. Ma anche i relativi Regolamenti Comunali non brillano per certezza sui tempi di rimborso.

E’ per questo che chiediamo all’ANCI di intervenire e di stabilire una corsia preferenziale per questi rimborsi, magari consentendo il sistema della compensazione per quei contribuenti, proprietari di più case o terreni, che alla prossima scadenza potranno così decurtare quanto indebitamente versato in più.

Le nostre sedi sono a disposizione di tutti i consumatori per l’espletamento della pratica di rimborso.