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BENZINA CARA E FISCO MARPIONE

Ormai gli aumenti della benzina non si contano più. Ma occorre ricordare agli automobilisti che il carico fiscale sui carburanti in Italia è di circa il 70%, e che fra le varie accise ve ne sono una decina, che dovevano essere un prelievo una-tantum, e invece sono diventate una-semprum.

Praticamente su ogni litro di benzina paghiamo ancora:

– la guerra di Abissinia del 1935

– la crisi di Suez del 1956

– il disastro del Vajont del 1963 

l’alluvione di Firenze del 1966

i terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980)

il contingente di pace del Libano del 1983

– la guerra della Bosnia del 1996

– l’aumento ai ferrotranvieri del 2004

TOTALE 0,25 EURO AL LITRO! Un vero e proprio furto, che non ci può vedere zitti!

Se a tutto questo, poi, si aggiungono le speculazioni internazionali, nazionali e quelle dei petrolieri, allora si capisce come il prezzo dei carburanti sia gonfiato all’infinito.

Tanto, dicono governanti e petrolieri, i consumatori sono costretti a prendere le loro belle auto, e noi continueremo a guadagnarci sempre!

Ebbene, occorre spezzare questo gioco che penalizza solo le tasche degli utenti. Ed è inutile avviare solo proteste mediatiche, come fanno molte associazioni dei consumatori, alle quali spesso interessa solamente risultare in prima pagina sui giornali. E’ l’ora, invece, di avviare una grossa mobilitazione, che coinvolga tutti i consumatori, così come fanno le altre categorie quando vogliono un aumento contrattuale o reclamano un qualsiasi loro diritto.

In altre parole, proponiamo uno sciopero dell’automezzo privato, che deve durare almeno una settimana, e comunque fino a quando le nostre proposte saranno accolte. Si tratta di usare qualsiasi mezzo pubblico, treno, bus o metropolitana, o ancora meglio la bicicletta (per chi può), fino a quando il prezzo della benzina non scenda almeno di 30 centesimi a litro, proprio quell’importo che praticamente ci viene rapinato sistematicamente dal governo e dai petrolieri.

E’ l’unico modo per farci ascoltare e per ottenere un risultato a dir poco storico, che farebbe risparmiare ai consumatori italiani centinaia di euro l’anno.

Chiunque voglia aderire alla protesta può compilare l’apposito modulo di petizione del nostro sito! 

 

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